domenica 22 marzo 2009

Guerra al Papa in nome del preservativo (Bordero)


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Guerra al Papa in nome del preservativo

di Gianteo Bordero

sabato 21 marzo 2009

Ormai è chiaro che quello di Benedetto XVI sarà tramandato ai posteri come un pontificato contestato. Tanto intra ecclesiam quanto extra ecclesiam. Sia dentro la Chiesa che al di fuori di essa. Dopo le polemiche nate in seguito alla remissione della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani, che si sono intrecciate con lo scalpore destato dalle posizioni negazioniste di monsignor Williamson, a far scoccare la scintilla per una nuova vampata di critiche a Papa Ratzinger sono state in questi giorni le dichiarazioni rilasciate dal pontefice in un colloquio con i giornalisti durante il volo che ha lo portato in Africa per la sua visita apostolica in Camerun e Angola che si protrarrà fino al prossimo lunedì.
Interrogato da un giornalista di France 2 in merito alla questione della diffusione dell'Aids nel continente africano e ai metodi per arginarla, Benedetto ha risposto, senza giri di parole, affermando che: «Non si può risolvere il flagello con la distribuzione di preservativi: al contrario, il rischio è di aumentare il problema». Apriti cielo! Nel giro di poche ore le dichiarazioni del Papa sono state prese di mira dalla grande stampa internazionale e dalle cancellerie di mezza Europa, dalla Francia alla Germania, dall'Olanda e dal Belgio alla Spagna (il governo Zapatero ha subito annunciato l'invio in Africa di un milione di profilattici da distribuire alla popolazione), fino ad arrivare alla stessa Unione Europea. Ministri degli Esteri o della Sanità del Vecchio Continente hanno usato toni forti contro Ratzinger, accusato, a seconda dei casi, di «irresponsabilità», di recare «minacce alla salute pubblica», di «scarsa attenzione ai poveri», di non comprendere «la reale situazione dell'Africa». Anche le Nazioni Unite, solitamente silenti di fronte alle vere minacce alla dignità e ai diritti dell'uomo, stavolta non hanno fatto mancare la loro voce: l'Agenzia Onu per la lotta all'Aids ha precisato che l'uso del condom è una risposta importante nella strategia di prevenzione.
In Italia non poteva mancare, tra le altre, la reazione critica del «cattolico adulto» Dario Franceschini, sempre pronto a prendere le distanze dalle posizioni ufficiali espresse dal Papa e dalla gerarchia e a sposare le cause del laicismo ideologico (come dimenticare, ai tempi del governo Prodi, la sua crociata contro i vescovi all'indomani del documento della Cei contro i Dico?). Il segretario del Partito Democratico, riecheggiando in ciò il suo predecessore Walter Veltroni - autore di un (in)dimenticato libro sull'Africa dall'inquietante titolo Forse Dio è malato, nel quale sollecitava la distribuzione di profilattici come rimedio all'Aids - ha dichiarato che l'uso del preservativo è «indispensabile e da diffondere per combattere l'Aids, la disperazione e la morte in Africa e nei paesi più poveri del mondo».
Tutti contro il Papa, dunque, salvo alcune eccezioni, come quella rappresentata dal presidente del Consiglio italiano, che ha riconosciuto a Benedetto XVI la «coerenza con il suo ruolo» e la fedeltà «alla sua missione». E ha aggiunto: «Rispettiamo la Chiesa e ne difendiamo la libertà anche quando si trova a proclamare principi e concetti difficili e impopolari». Resta da chiedersi il perché di tanto astio nei confronti del pontefice. Certamente egli, con le sue parole, è andato ancora una volta controcorrente rispetto ad uno dei punti fermi della mentalità politicamente corretta, un punto accettato come dogma dalla stragrande maggioranza dell'opinione pubblica mondiale: più condom uguale meno Aids. Da questo punto di vista, la posizione ratzingeriana (che peraltro ribadisce quanto già detto e ridetto da Giovanni Paolo II), per quanto minoritaria, sembra però corroborata dai dati forniti dalle istituzioni internazionali, prima fra tutte la stessa Agenzia dell'Onu per la lotta all'Aids, che ha ammesso di recente l'alta percentuale di «fallibilità» del preservativo. Inoltre, quello che emerge da diversi studi è che, da quando in Africa si sono intensificate le campagne per la diffusione, la distribuzione e l'uso del profilattico, i numeri dei contagi non hanno registrato cali significativi (si veda, ad esempio, il caso del Sud Africa). Di contro, in quei paesi (come l'Uganda) dove maggiore è stato l'impulso dato all'educazione alla fedeltà, all'astinenza e alla responsabilità coniugale, si è assistito ad una diminuzione delle infezioni. Perciò ne ha ben donde il Papa ad affermare, come ha fatto nel suo colloquio con i giornalisti, che «la soluzione può trovarsi solo in un duplice impegno: il primo, una umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovo spirituale e umano che porti con sé un nuovo modo di comportarsi l'uno con l'altro, e secondo, una vera amicizia anche e soprattutto per le persone sofferenti, la disponibilità, anche con sacrifici, con rinunce personali, ad essere con i sofferenti. E questi sono i fattori che aiutano e che portano visibili progressi».
Non si tratta dunque di negare il flagello rappresentato dall'Aids, né di nascondere sotto il tappeto il dramma vissuto da intere popolazioni - spesso nel silenzio e nell'indifferenza globale - ma di andare alla radice del problema senza pregiudizi e senza ipocrisie. Ed è qui che si innesta il secondo motivo, dopo quello più marcatamente statistico e scientifico, alla base delle contestazioni internazionali contro Benedetto XVI. Egli, rispondendo all'inviato di France 2, ha detto che prima di tutto, per affrontare a testa alta la questione dell'Aids, occorre «l'anima».

E' proprio questo richiamo alla dimensione spirituale ad infastidire la buona coscienza della mentalità dominante (anche in Europa), secondo la quale, una volta inviati in Africa qualche cargo di preservativi e una buona dose di aiuti in denaro, si può tranquillamente ritenere di aver contribuito a debellare la terribile malattia.

Invece Papa Ratzinger richiama a un di più che non tocca i tesori statali, ma che inerisce al patrimonio spirituale e morale che il cristianesimo ha creato ovunque esso si è impiantato: l'educazione al vero e al bene, che sola può incidere in profondità nei costumi di un popolo, sino al punto di indirizzarli in una direzione radicalmente diversa.

Non si tratta di una propaganda unilaterale, ma di uno sforzo che coinvolge a un tempo chi educa e chi è educato, che richiede l'amorevole dedizione del primo e la leale disponibilità del secondo. Un'educazione che parte da un atto di fiducia in chi si ha di fronte, che non guarda all'altro dall'alto in basso ma si fa compagna di strada.
E' questo ciò che Benedetto intende quando parla dell'impegno della Chiesa cattolica sul fronte della lotta all'Aids, quando elogia i movimenti e le associazioni presenti in Africa, anche se certamente egli è cosciente delle criticità e delle differenti posizioni che esistono all'interno stesso della Chiesa in merito alla questione dell'utilizzo del condom. Ma il Papa non abbassa di un millimetro l'asticella dei termini del problema, che rimane, in ultima analisi, un fatto - come dice lui - di «umanizzazione», di «rinnovamento dell'uomo interiore» che porta con sé anche un modo diverso di vivere la sessualità, una rivoluzione del normale modo di intendere i rapporti che solo può vivificare e riedificare dall'interno una civiltà ferita e martoriata.

© Copyright Ragionpolitica, 21 marzo 2009

5 commenti:

Caterina63 ha detto...

Anche il Pontificato di Giovanni Paolo II venne contestato per questi temi...e lo stesso Hung ebbe a dire che era stato un Pontificato di grandi fallimenti ^__^

Qualsiasi Pontificato che non darà ragione alle lobby economiche, sarà definito fallimentare, inconcludente, castrante e quant'altro...

Vorrei sottolineare che il Papa NON è andato in Africa per parlare di preservativi o di sesso...^__^
come ha fatto notare la nostra Raffaella in un altro thread (non so quale perchè è difficile stare dietro a tutti i link^__^) il Papa NON ha mai parlato nei suoi interventi d sesso o di contraccettivi..e aggiungo:
LEGGETE I TESTI DEL PAPA andate alla fonte diretta per capire quale grande ed immenso messaggio egli sta portando...

Benedetto XVI NON da fastidio perchè dice "no" ai presevativi, ma perchè sta dicendo molto di più...sta dicendo agli africani: SVEGLIATEVI! VI STANNO SFRUTTANDO, VI STANNO STRUMENTALIZZANDO, VI STANNO UCCIDENDO L'ANIMA...

e questo non lo stanno comprendendo solo gli africani i buoni, ma anche i cattivi...^__^
questo temono le grandi lobby: CHE GLI AFRICANI SI SVEGLINO E COMINCINO A DIRE "NO" ADESSO BASTA!

Il messaggio del Papa COSTRUISCE PONTI E DONA LA SPERANZA DI UN FUTURO MIGLIORE...questo i nemici dell'Uomo non possono accettarlo...
vogliono l'uomo ADDORMENTATO, inibito, ricintrullulito per potergli vendere i loro prodotti fatti di ILLUSIONI e di paradisi artificiali...

Tale messaggio del Papa infatti dovrebbe RIMBOMBARE anche da noi, qui in Italia, dove un gran numero di giovani sono catturati letteralmente dai reality...dal "grande fardello" (altro che fratello), dalle false fattorie dove gli uomini sostituiscono GLI ANIMALI dando il peggio di loro stessi...

Il Messaggio CULTURALE E SOCIALE del Pontefice è appunto cattolico=UNIVERSALE e ci spinge a destarci a certi sogni che ci stanno semplicemente UCCIDENDO DENTRO...sogni che fanno nutrire intere generazioni di cibo AVARIATO, e tutto questo destare le coscienze ai nemici di Dio NON può piacere...

Difendere dunque il Papa da crti attacchi E' DIFENDERE NOI STESSI, la nostra dignità da questi attacchi subdoli che vogliono invece che noi, i giovani NON ascoltino, ma indirizzino la loro attenzione su FALSE PISTE per vedere il Papa da un aspetto castrante e non invece il vederlo dalla NOSTRA PARTE, DALLA PARTE DI OGNI UOMO....

Sta a noi destarci, sta a noi DIFENDERCI da chi vuole farci del male, a questo ci sta richiamando il Pontefice il non ascoltarlo (e i suoi nemici lo ascoltano attentamente invece!) non fa male a lui, ma a noi stessi...

Grazie Benedetto XVI!

Fraternamente CaterinaLD

euge ha detto...

Il continente europeo dovrebbe solo che vergognarsi di inquadrare il problema dell'Africa relegandolo al preservativo. Si parla sempre di iniziative per questo continente ma, sinceramente viene da chiedermi che fine hanno fatto tutti i soldi che varie organizzazioni umanitarie hanno raccolto per anni ed anni per ospedali, scuole, e quantaltro.
Il discorso del Papa ha un senso se si legge nel suo completo contesto ma, ovviamente, come sempre, è stata isolata solo la parte utile per il solito vergognoso attacco alle sue parole.
Si la vecchia europa secolarizzata e grande nemica delle sue radici cristiane, ha scelto la strada più vergognosa per mettere in atto il suo ennesimo attacco a Benedetto XVI.
Questa è civiltà? non sò sinceramente ho dei seri dubbi su questa nostra civiltà così evoluta, progredita e tanto sbandierata; ho seri dubbi se ci sono ancora persone che come in Africa ricorrono ai santoni ed ai maghi per farsi predire il futuro e per farsi cambiare la vita; ho seri dubbi su una civiltà che degrada la vita dell'uomo e la riduce ad un bene disponibile in qualsiasi momento nel bene e nel male, Ho seri dubbi su una civiltà che riduce i problemi seri di un continente all'uso pdel preservativo.
Posso solo vergognarmi.

Anonimo ha detto...

Sono un missionario in Centrafrica, dal 1992... Che meraviglia il Papa in Africa. Che meraviglia l'Africa per il Papa! Di fronte alla vergogna di tanto veleno versato contro Benedetto XVI, che bello leggere le Sue parole, il suo messaggio così affettuoso e incoraggiante.

Oggi pomeriggio ho celebrato la messa nella prigione di Bozoum, con una cinquantina di detenuti, e con un gruppo della Caritas parrocchiale: che bello unirsi in preghiera anche per il Papa, e sentirsi Chiesa in tutto il mondo e in tutte le condizioni.

E che vergogna e che rabbia, sentire tutto quello che viene detto contro il Papa e contro la Chiesa... Qui, se non ci fosse la Chiesa cattolica... non ci sarebbe niente! Scuola, educazione, diritti, giustizia, pace, sicurezza, salute...

Grazie per il magnifico lavoro che fate con questo blog. Bravissimi!
e, come si dice qui... Nzapa a bata ala! (che Diovi protegga)

Anonimo ha detto...

Anch'io vado a messa e dico il rosario tutti i santi giorni giorni che Cristo mi regala. però sono stra-convinto e d'accordo sull'equazione più uso del profilattico o condom, meno aids. Avverto tutti che non tornerò su questo commento, perchè so benissimo gli improperi (eufemismo) che lancerte nei miei confronti saranno a numerosi, solo perchè la penso diversamente da voi su questo punto. Evabbè, me ne dovrò fare una ragione, ma lo ripeto, più uso del profilattico, meno aids. E ve lo dice uno in aids conclamato, Cristo mi è a fianco mentre scrivo, ma voi non crederete neppure a questo. Per tutte le altre parole che il Papa ha detto in Africa, sono in totale armonia.

Matteo

Anonimo ha detto...

L'avrà detto ad un giornalista, ma sicuramente arriverà alle orecchie degli africani. E su una percentuale di quelli credenti avrà l'effetto di non far usare loro il preservativo, causando quindi il contagio in caso di sieropositività.
Mi è stato detto che la bibbia va letta pensando al grado di civiltà delle persone a cui era rivolta. Perché il papa non diffonde la sua parola con lo stesso criterio? Cosa gli fa pensare che la spiritualità degli africani sia così matura? più della nostra che, infatti, non siamo ancora in grado di comprendere la profondità di questo messaggio?

Enrico