sabato 21 marzo 2009

Il Papa: il regno del denaro soffoca l’Africa (Tornielli)


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Finalmente abbiamo la possibilita' di leggere l'articolo scritto ieri da Andrea Tornielli:

DISCORSO NELLO STADIO DI YAOUNDÉ

Il Papa: il regno del denaro soffoca l’Africa

Benedetto XVI esorta i camerunesi a «stare molto attenti» a chi vuole sconvolgere i valori tradizionali comprando terra e risorse e calpestando i diritti dei più deboli. Incontro amichevole con i rappresentanti dei musulmani

Andrea Tornielli

nostro inviato a Yaoundé
(Camerun)

Dallo stadio di Yaoundé, teatro delle vittorie calcistiche dei «Leoni del Camerun», Benedetto XVI invita gli abitanti di questo Paese ad essere «molto attenti», perché c’è chi vuole «imporre il regno del denaro» sconvolgendo i valori tradizionali. Il Papa regge bene il caldo e la lunga cerimonia, una liturgia colorata e bellissima con 50mila fedeli, nella quale si alternano canti ritmati a suon di tamburi con momenti di assoluto silenzio e raccoglimento; e al termine della messa consegna ai vescovi presenti l’«Instrumentum laboris», il documento preparatorio che servirà per la discussione al sinodo dell’Africa in ottobre. Un testo che contiene pagine di denuncia contro le multinazionali che «continuano ad invadere gradualmente il continente per appropriarsi delle risorse naturali» e «schiacciano le compagnie locali, acquistano migliaia d’ettari espropriando le popolazioni delle loro terre, con la complicità dei dirigenti africani», che in alcuni casi «hanno portato alla rovina i loro Paesi, trasformandoli in tragiche scene di xenofobia».
Nell’omelia, pronunciata dopo essere stato salutato dall’arcivescovo di Yaoundé come «grande nonno», Benedetto XVI non nomina le multinazionali,ma avverte: «In questo nostro tempo, in cui tante persone senza scrupoli cercano di imporre il regno del denaro, disprezzando i più indigenti,voi dovete essere molto attenti».
L’Africa in generale, e il Camerun «sono in pericolo se non riconoscono il vero autore della vita!».
Alternando francese e inglese,elenca i valori tradizionali sconvolti, «l’esodo rurale» che intacca «la qualità dei legami familiari» e rende le giovani generazioni «più fragili», vittime di «paradisi effimeri e artificiali importati».
Manifesta la sua vicinanza ai «bambini che non hanno più un padre o che vivono abbandonati nella miseria della strada,acolorochesonoseparati violentemente dai loro genitori, maltrattati e abusati,e arruolati a forza in gruppi militari che imperversano in alcuni Paesi».
Ratzinger aveva cominciato la sua giornata incontrando in nunziatura i rappresentanti della comunità musulmana del Camerun, Paese che è esempio di ottima convivenza tra islam e cristianesimo.
A loro il Papa ha riproposto il tema centrale del discorso di Ratisbona, ripetendo che ogni religione «genuina» rifiuta «tutte le forme di violenza e di totalitarismo: non solo per principi di fede, ma anche in base alla retta ragione». Nel salutare l’ospite, uno dei musulmani ha detto: «Sappia che lei non è solo».
Nel pomeriggio il Pontefice ha visitato il centro «Card. Paul Emile Léger», intitolato al porporato che nel 1968, lasciato l’incarico di arcivescovo di Montreal, venne in Camerun per occuparsi di bambini handicappati.
Da questo luogo, prima di salutare personalmente decine di malati e disabili, Ratzinger manifesta la sua vicinanza «a tutti quelli che sono vittime di malattie come l’Aids, la malaria, la tubercolosi», citando il forte impegno della Chiesa «in una lotta efficace a questi terribili flagelli». Nessun accenno alle polemiche degli ultimi giorni sul preservativo, ma una parola per ricercatori e medici, ai quali «spetta mettere in opera tutto quello che è legittimo per sollevare il dolore; spetta a voi in primo luogo proteggere la vita umana, essere i difensori della vita dal suo concepimento fino alla sua fine naturale».
Infine, in serata, l’incontro con i vescovi membri del consiglio per l’Africa del sinodo.
A loro Benedetto XVI rivolge un appello alla riconciliazione: «Nessuna differenza etnica o culturale, di razza, di sesso o di religione deve divenire tra voi motivo di contesa».

© Copyright Il Giornale, 20 marzo 2009

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