venerdì 20 marzo 2009

Contro il Papa la dura legge del business (Bobbio)


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Contro il papa la dura legge del business

Alberto Bobbio

L'elogio del preservativo è l'ultima arma.
Serve per colpire Benedetto XVI e le sue riflessioni, che invitano a guardare alla complessità dei problemi e a non fermarsi a visioni minimaliste.

Eppure non c'è più alcun ritegno nell'uso delle parole e nella semplificazione delle cose.

Interi governi sono andati all'arrembaggio del Papa solo perché ha posto il dubbio che spalmare l'Africa di profilattici non sia la soluzione più adatta alla lotta contro l'Aids. Le sue parole vanno lette bene e va letto altrettanto bene e per intero ciò che ha detto il giorno dopo il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi. C'è un avverbio nella Nota di padre Lombardi che spiega la posizione della Chiesa: essenzialmente. Ecco la frase: «La Chiesa concentra il suo impegno non ritenendo che puntare essenzialmente sulla più ampia diffusione del preservativo sia la via migliore».
Lo scandalo ha percorso il mondo, quello ricco, e ha fatto gridare cancellerie e grandi organizzazioni internazionali, quelle che pagano le multinazionali dei condom.
La storia dei profilattici gratis è solo una favola, qualcuno paga sempre e accade che siano quelli che poi negano un piatto di riso, perché spostano il gioco nefasto delle speculazioni internazionali sui prezzi del cibo. Tuttavia è meglio far calare il prezzo dei preservativi che quelli del grano. La pandemia dell'Aids ha un significato molto evocativo, perché impressiona tutti, soprattutto in Occidente. Ma i ricchi si curano, i poveri muoiono. E «bigfarma» è contenta, perché le cure i ricchi le pagano, mentre ai poveri si lanciano preservativi. Il business è tutto lì.
La Thailandia è stata sommersa di profilattici, ma l'Aids è in aumento. È la dura legge del «latex», titolava ieri un quotidiano di Yaoundé.
Per capire bisognerebbe chiedersi da che parte sta l'interesse di questo affare: dalla parte di un uomo che pone un dubbio sulla complessità della lotta all'Aids o dalla parte di una coalizione mondiale di industrie, che ha trovato il modo di far soldi spiegando che il piccolo cappuccio di lattice è l'unico modo per debellare la pandemia? Vista dal Camerun la tempesta assume contorni inquietanti. La direttrice nazionale di «Care Cameroun» Anna Bihina Perrot ritiene che il messaggio del Papa possa aiutare a lottare contro l'Aids. E allora? Allora non è solo una questione di preservativi, e lo dice una donna capo di un'organizzazione che i profilattici li distribuisce gratis. Anzi, la Perrot va oltre e spiega che regalare i preservativi non serve, addirittura blocca nella gente una riflessione seria sulla sessualità. Ecco il punto, esattamente quello evocato dal Papa: la prevenzione deve rendere la gente più responsabile e cosciente del valore della sessualità. Se le campagne di prevenzione si limitano a distribuire profilattici e non educano insieme alla stabilità dei rapporti e, addirittura, ad un uso responsabile del preservativo, il numero dei malati aumenterà. Questa è solo una parte della riflessione, quella che giustifica l'uso dell'avverbio da parte di padre Lombardi. Ma l'elogio del preservativo scivola anche sotto altri aspetti. Viene da quei Paesi che hanno dimezzato gli aiuti allo sviluppo. Chi investe per rimettere in piedi una sanità sfasciata?
Le terapie antiretrovirali sono anch'esse un sistema di prevenzione, perché la carica del virus diminuisce insieme alla possibilità di trasmissione. Lo dicono le riviste scientifiche, mica il Papa. Ma per essere efficaci hanno bisogno di controlli, di medici, di strutture. Ma tutto ciò viene negato all'Africa. Questo ha detto il Papa, questo hanno capito benissimo gli africani. Ma le multinazionali, che hanno nei governi fedelissimi scudieri, hanno sommerso Benedetto XVI di critiche. La dura legge del latex.

© Copyright Eco di Bergamo, 20 marzo 2009

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