mercoledì 4 marzo 2009

La chiesa di San Nicola di Bari e la nostalgia dell'unità (Osservatore Romano)


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La chiesa di San Nicola di Bari e la nostalgia dell'unità

Bari, 2. La chiave della chiesa di San Nicola è stata consegnata, domenica scorsa, a Bari, dal presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, al presidente della Federazione Russa Dmitri Medvedev. Da ieri, in nome del culto di questo santo, il santo di Myra, patrono dei baresi e "protettore di tutte le Russie", quella chiave potrà favorire la tessitura di un dialogo sempre più fraterno e costruttivo tra la Chiesa cattolica e quella Ortodossa. È questo il significato profondo della cerimonia che si è svolta nella Chiesa Russa: il tempio religioso ortodosso è stato restituito a Dmitri Medvedev, che consegnerà la chiave ricevuta ieri al Patriarcato di Mosca. La consegna della Chiesa è avvenuta alla presenza del legato pontificio, cardinale Salvatore De Giorgi, il quale ha dato lettura del messaggio inviato dal Papa per l'occasione: "Il Santo Padre, Benedetto XVI, che mi ha chiesto di rappresentarLo in questa significativa cerimonia, rivolge il suo cordiale saluto alle Autorità religiose e civili e a tutti i presenti, in particolare al Presidente della Repubblica Italiana, Onorevole Giorgio Napolitano, al Presidente della Federazione Russa, Onorevole Dimitry Medvedev, agli Onorevoli Ministri, a Sua Eccellenza Mark, Presidente ad interim del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca e all'eccellentissimo monsignor Francesco Cacucci, Pastore di questa Chiesa particolare. Egli desidera rinnovare anzitutto il suo fervido augurio al Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Sua Santità Kirill i, chiedendo allo Spirito Santo che illumini il suo impegnativo ministero. Il Papa si compiace che questo edificio venga incontro, qui a Bari, alla devozione degli Ortodossi russi verso San Nicola. Il popolo russo non è mai venuto meno nel suo amore verso questo grande Santo, che lo ha sempre sostenuto nei momenti di gioia e nelle difficoltà. Ne è testimonianza anche questa chiesa ortodossa russa di San Nicola realizzata agli inizi del secolo scorso per ospitare i pellegrini, che, specialmente nei viaggi verso la Terra Santa, facevano tappa a Bari, punto di incontro tra l'Oriente e l'Occidente, per venerare le reliquie del Santo. E come non riconoscere che questa bella Chiesa risveglia in noi la nostalgia per la piena unità e tiene vivo in noi l'impegno a lavorare per l'unione tra tutti i discepoli di Cristo? In verità, la storia di Bari e di questa Regione è segnata in modo profondo dalla presenza del mondo orientale, e la sensibilità ecumenica costituisce una caratteristica tipica delle popolazioni pugliesi. E proprio per questo il Santo Padre Benedetto XVI auspica che anche l'odierna manifestazione contribuisca a far sì che Bari continui ad essere, come ebbe a dire il Papa Giovanni Paolo II, di venerata memoria, un "ponte naturale verso l'Oriente", offrendo il suo prezioso contributo al cammino verso la piena comunione tra i Cristiani. Con questi sentimenti, invocando l'intercessione della Madre di Dio e di San Nicola, il Papa rinnova il suo saluto ai presenti ai quali invia, per mio tramite, la sua Benedizione".
"Il "nostro" Santo amato": così il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Cirillo ha definito San Nicola, patrono di Bari, nel messaggio letto dal vescovo Mark, presidente ad interim del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca. "Vorrei esprimere - ha affermato Cirillo nel sottolineare il "passo giusto" compiuto - la riconoscenza sentita alla dirigenza statale della Federazione Russa per gli sforzi fatti per far costruire il complesso di Bari, vedo questo come un segno della "attenzione del potere russo alle fondamenta spirituali della vita del nostro popolo"". "Siamo grati alla diocesi cattolica di Bari e ai domenicani - ha continuato - che custodiscono oggi le reliquie del Santo, per l'ospitalità costante nei confronti dei nostri pellegrini". Nel messaggio il Patriarca ortodosso si dice riconoscente "allo Stato italiano sia nella persona delle sue più alte cariche che nelle autorità comunali di Bari per la comprensione mantenuta delle nostre esigenze e per il giusto passo intrapreso". Cirillo conclude esprimendo "sentimenti di gioia e gratitudine di cui ora si riempiono i nostri cuori".
I due capi di Stato hanno sottolineato l'importanza storica del momento. "È un grande onore restituirle la simbolica chiave di questa chiesa di così grande suggestione eretta quasi un secolo fa. La consegno a nome dello Stato italiano", ha detto il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano. "Questa chiave - ha aggiunto - è il simbolo dell'amicizia fra i nostri Paesi e i nostri popoli, del dialogo fra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, del più generale impegno a rafforzare la cultura della pace nella comprensione reciproca con l'avvicinamento fra diverse tradizioni culturali e spirituali. Questo impegno è la migliore risposta al diffondersi dei fenomeni di intolleranza e dei fondamentalismi aggressivi che negano o minacciano conquiste essenziali di libertà e progresso civile".
Da parte sua il presidente della Federazione Russa Dmitri Medvedev ha sottolineato "che questo complesso è un centro spirituale importantissimo per l'ortodossia russa sulla terra italiana che potrà solo crescere in futuro". "A Bari verranno migliaia di nostri connazionali. Nel 2011 - ha ricordato - si svolgerà l'anno della cultura e della lingua italiana in Russia e della cultura e della lingua russa in Italia". Medvedev ha ribadito che i rapporti tra i due Stati sono improntati alla fiducia ed alla collaborazione in diversi campi. "Durante i colloqui appena conclusi con il mio collega Giorgio Napolitano siamo stati d'accordo di promuovere questa formazione umanistica italiana".
Secondo il ministro degli Esteri, Franco Frattini, presente alla cerimonia in rappresentanza del Parlamento italiano, "san Nicola è un santo che unisce perché incarna il rapporto tra Oriente e Occidente, mondo musulmano, ortodosso e cattolico".

(©L'Osservatore Romano - 2-3 marzo 2009)

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