martedì 3 marzo 2009

Il Papa: difendere i lavoratori e le famiglie (Vecchi). L'ex leader Fiom applaude il Pontefice (Marro)


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Il Papa: difendere i lavoratori e le famiglie

L'appello a «imprenditori e autorità». All'Angelus il saluto agli operai Fiat di Pomigliano

Per il segretario della Cgil Guglielmo Epifani si è trattato di un «richiamo importante al mondo politico e alle imprese»

Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO

Invita a «invocare spesso» gli angeli, chiede un «impegno comune » che consideri come «priorità» i lavoratori in difficoltà come le loro famiglie, e con i tempi che corrono i due temi non sono poi così distanti.
Benedetto XVI torna a parlare di crisi, nella prima domenica di Quaresima in piazza San Pietro c'è pioggia e una delegazione di operai Fiat di Pomigliano d'Arco accompagnati dal parroco, lo sguardo rivolto al Palazzo Apostolico.
E il Papa non li delude: «Desidero esprimere il mio incoraggiamento alle autorità sia politiche sia civili, come anche agli imprenditori, affinché con il concorso di tutti si possa far fronte a questo delicato momento», sillaba. Prima di chiarire: «C'è bisogno infatti di un impegno comune e forte, ricordando che la priorità va data ai lavoratori e alle loro famiglie».
Il pontefice, dopo l'Angelus, si rivolge ai lavoratori di Pomigliano «venuti a manifestare preoccupazione per il futuro di quella fabbrica e delle migliaia di persone che, direttamente o indirettamente, dipendono da essa per il proprio lavoro». Ma il discorso vale per tutti, «penso anche ad altre situazioni ugualmente difficili, come quelle che stanno affliggendo i territori del Sulcis-Iglesiente, in Sardegna, di Prato in Toscana e di altri centri in Italia e altrove », dice Benedetto XVI. «Mi associo ai vescovi e alle rispettive Chiese locali nell'esprimere vicinanza alle famiglie interessate dal problema, e le affido nella preghiera alla protezione di Maria Santissima e di San Giuseppe, patrono dei lavoratori ». L'«incoraggiamento» ad «autorità » e «imprenditori», come pure l'invito all'«impegno comune », richiamano quanto il Papa ha detto tre giorni fa ai sacerdoti romani a proposito della crisi economica, accennando quell'enciclica sociale «che come sapete prepariamo da tempo» ed è annunciata entro l'estate: «Ci vuole la competenza che aiuta a fare le cose concretamente.
Ed è necessaria una denuncia ragionevole e ragionata che non si fonda su grandi moralismi ma su ragioni concrete». Di certo l'attenzione di Benedetto XVI sulla crisi è diventata centrale, a partire dal messaggio per la giornata della pace della pace di inizio anno, con il suo invito alla sobrietà e alla solidarietà.
Un impegno apprezzato anzitutto dai sindacati: «È un richiamo importante al mondo politico e alle imprese a mettere al centro della loro attenzione il lavoro», commenta Guglielmo Epifani, segretario della Cgil. «Quella del Papa è una esortazione di grande rilievo a chi rischia di sottovalutare la drammaticità della crisi, non facendo tutto il possibile per dare le risposte necessarie a chi sta perdendo il lavoro». Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ringrazia «per il sostegno nel ricordare la scala delle priorità», mentre il leader della Uil Luigi Angeletti vede «un grande incoraggiamento per l'azione di tutela del sindacato ». Il parroco di Pomigliano, don Peppino Gambardella, riassume a Radio Vaticana: «La nostra Caritas si sta affollando di poveri: chi chiede di pagare le bollette, chi viveri, chi lavoro... sono situazioni di disperazione».

© Copyright Corriere della sera, 2 marzo 2009

Maurizio Zipponi Da Rifondazione agli oratori: mi aspetto molto dalla prossima enciclica

E l'ex leader Fiom applaude il Pontefice «Le chiese? Meglio delle sedi sindacali»

Enrico Marro

ROMA

«Sì lo sapevo che sarebbe accaduto».

Come, scusi: Maurizio Zipponi sa in anticipo quello che il Papa dirà all'Angelus? Ha delle spie in Vaticano?

«No, volevo dire che non mi ha sorpreso, che è normale che Benedetto XVI parlasse in favore del lavoro e dei lavoratori, visto che in piazza San Pietro c'erano gli operai della Fiat di Pomigliano. Queste cose non nascono per caso, vengono preparate. E comunque il Papa e la Chiesa stanno dimostrando un'interesse altissimo al sociale e al tema del lavoro perché loro, sono gli unici, insieme con il sindacato, ad avere terminali diffusi sul territorio: gli oratori e le pastorali del lavoro». E poi, aggiunge il rosso Zipponi, il Papa sta preparando la sua prima enciclica sociale. Sulla quale l'ex leader della Fiom di Brescia e Milano e della sinistra Cgil e poi deputato (nella scorsa legislatura) di Rifondazione comunista ripone molte aspettative. Perché, spiega, «non credo che sarà solo un'enciclica sociale, ma sarà molto, molto incisiva sulla moralità dell'economia e della finanza. Punterà cioè a ristabilire quel confine tra onestà e disonestà che, nel mercato, è saltato ».

E uno come Zipponi aspetta che sia Papa Ratzinger a fissarlo il confine?
Sembra proprio di sì.

«Ci vuole qualcuno che dica che cosa è moralmente accettabile e che cosa non lo è. Prendiamo il divario tra le retribuzioni tra operai e manager. Può essere mettiamo 1 a 50 o deve essere 1 a 500 come quello che esiste tra il presidente della Fiat, Luca di Montezemolo, e un suo operaio?».
Di queste cose Zipponi — che dice di essere uscito da Rifondazione quando il partito «ha deciso di rifare il comunismo e questo mi ha fatto venire la pelle d'oca» — parla anche negli oratori. Sì, nelle parrocchie. Che spesso sono «molto più vicine alla realtà rispetto alle centrali sindacali che continuano a fare i loro teatrini a Roma, con accordi e accordoni che non parlano a chi è vittima della crisi».
Qualche sera fa, racconta, prima di andare in trasmissione da Michele Santoro, «sono stato all'oratorio del mio paese, Caino, vicino Brescia, con una ventina di ragazzi precari o che stanno per finire l'Università e non sanno quale sarà il loro futuro: a loro la parrocchia offre un luogo di aggregazione. Significa di più dei concetti astratti di destra e sinistra». La Chiesa, continua, «ha capito che il conflitto non è tra capitale e lavoro, ma che il conflitto rischia di essere il risultato della disperazione e quindi è allarmata ». Scusi Zipponi, ma lei appunto più che un ex barricadero sembra un credente. «No, non sono un credente né un praticante, ma ben vengano il Papa e la Chiesa che agiscono in base a quello che vedono e che sentono. Considero la Chiesa un punto di altissima sensibilità ».
Insomma, un esempio da seguire. «Perché c'è il Papa che denuncia la situazione e indica i lavoratori come una priorità, ma contemporaneamente c'è la solidarietà concreta sul territorio. A Milano il cardinal Tettamanzi ha aperto un conto corrente per aiutare le famiglie che non reggono il mutuo e non arrivano alla fine del mese. E in molte altre realtà del Nord, che io conosco, si moltiplicano le iniziative di mutualità. Ecco, secondo me, anche i sindacati dovrebbero fare un po' come la Chiesa: ripartire dal basso, ripartire dalla solidarietà».

© Copyright Corriere della sera, 2 marzo 2009

1 commento:

Anonimo ha detto...

Si tutti contenti e tutti d'accordo fino al prossimo intervento del Pontefice su temi etici..........!