martedì 17 marzo 2009

Lettera del Santo Padre ai vescovi: la solidarietà dei movimenti e del laicato cattolico


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Cari amici, questa mattina un commento della nostra amica Ruth mi ha fatto riflettere ed ho deciso di tornare su una mia decisione.
Come sapete, non avevo alcuna intenzione di pubblicare gli atti di solidarieta' dei movimenti e del laicato cattolico a favore del Santo Padre.
Non ho cambiato idea sulle ragioni che mi hanno spinto a prendere quella decisione sabato scorso.
Non voglio fare l'ipocrita e ribadisco che per me quegli attestati di solidarieta' sono stati tardivi e che dovevano giungere molto, ma molto, prima.
Nonostante questa mia convinzione, che puo' essere del tutto sbagliata (lo ammetto!) visto che non conosco la realta' dei movimenti, ho deciso di passare sopra il mio orgoglio e di seguire l'esempio del Santo Padre: umilta' e riconoscenza.
Non ha senso giudicare, dobbiamo solo essere uniti ed amarci gli uni gli altri altrimenti che cattolici siamo?
Per questo motivo vengono pubblicati i seguenti comunicati e dichiarazioni
:

LA MISSIONE DI PIETRO

DA MILANO

PAOLO LAMBRUSCHI

Una lettera diventata una testimonianza. Che dimostra forza e non debolezza e che ribadisce che il Papa non è mai solo.

Debitori del Concilio Vaticano II che ha valorizzato il ruolo del laicato, le associazioni di ispirazione cristiana intervengono sulla lettera di papa Joseph Ratzinger ai vescovi cattolici del mondo – resa nota giovedì scorso – dedicata alla remissione della scomunica ai presuli consacrati illecitamente nel 1988 dall’arcivescovo Marcel Lefebvre.

Alberto Fantuzzo, presidente Agesci

«Senza entrare nel merito della remissione della scomunica ai lefebvriani, il Santo Padre per noi ha dato una grande testimonianza. Noi scout sosteniamo che, per educare, a volte, vale più un gesto di tanti discorsi. E lui, con questa lettera, si è dimostrato un grande educatore. Ha ribadito che la Chiesa vuole spiegare e dialogare. In secondo luogo, ha affrontato con questa lettera una difficoltà comunicativa tipica del nostro tempo, nel quale i mass media con le loro tante e legittime interpretazioni di un evento, creano flussi di informazioni contrastanti che rischiano di confondere. Il Papa porta chiarezza in un momento non facile, riconosce le difficoltà della Chiesa. Ma davanti a queste non si ritrae, anzi » .

Andrea Olivero, presidente Acli

«A noi sono piaciuti i contenuti della lettera e il fatto che sia stata scritta. Il testo rilancia infatti l’ecclesialità e il metodo mette in evidenza il valore della fraternità. Benedetto sa sorprenderci, prende carta e penna per spiegare ai vescovi del mondo, ai suoi confratelli e quindi a tutti noi, perché ha preso certe decisioni. Mi pare che il testo delinei un progetto ecclesiale preciso. E da questa lettera non emerge certo la solitudine tratteggiata da certe analisi, anzi. Il Papa ricorda a tutti la propria umanità, il peso enorme che deve portare chi siede sul soglio di Pietro. Ma dimostra di non essere mai solo, ha sempre accanto a sé i vescovi e la Chiesa che lo aiutano a confermarci nella fede in Cristo » .

Carlo Costalli, presidente Mcl

«Già lo scorso 21 gennaio il nostro movimento apprezzò l’iniziativa del Pontefice verso i lefebvriani perché in questi tempi così difficili egli si è dimostrato capace di un coraggioso gesto di pace e di riconciliazione tra cristiani. Ora più che mai viene spontaneo dimostrare al Pontefice tutta la solidarietà del Movimento cristiano lavoratori. In questi giorni ho avuto modo di sentire l’apprezzamento per il suo gesto soprattutto da parte della gente comune, colpita da un Papa che riesce a riconoscere eventuali errori commessi dalla Chiesa dimostrando grande umanità e umiltà. Dopo questa lettera cresceranno ulteriormente il rispetto e l’apprezzamento per Benedetto anche da parte di tanti laici non credenti » .

Sergio Marini, presidente Coldiretti

«Una lettera condivisa e un gesto toccante. Colpisce un Papa che sa riconoscere quando sono stati commessi degli errori. Certo non ha sbagliato il Santo Padre, eppure ha dichiarato che in fondo la Chiesa è fatta di uomini. Ha dimostrato con l’umiltà del suo gesto che la comunità ecclesiale sa parlare a tutta l’umanità e vuole accompagnarla. Il suo gesto non esprime certo debolezza, come qualcuno ha insinuato, ma tutta la forza del Papa e della Chiesa cattolica » .

Giovanni Paolo Ramonda, responsabile Comunità Papa Giovanni XXIII

«In questo momento siamo particolarmente vicini a Sua Santità. Abbiamo apprezzato la sua grande generosità e il suo coraggio.
Esprimiamo pertanto sentimenti di profondo rispetto, edificati dal suo esempio di umiltà e sofferenza per il bene della Chiesa. Preghiamo per lui con intensità e profondo affetto filiale affinché tutti possano cogliere il significato profondo del suo gesto e si adoperino per riportare unità e pace nella Casa del Signore » .

Forum Internazionale delle università

«I partecipanti al Forum internazionale delle Università, provenienti a Roma da tutto il mondo per il Giubileo Paolino, desiderano manifestare i sentimenti di filiale e convinta adesione alla indicazione del Magistero papale.
Tornando nelle Chiese e nelle università desideriamo impegnarci a testimoniare la fecondità storica del Vangelo, consapevoli che l’attuale situazione socio- culturale sollecita i credenti ad esercitare con coraggio e creatività quella singolare esperienza che è la carità intellettuale » .

© Copyright Avvenire, 15 marzo 2009

COMUNIONE E LIBERAZIONE

CARRÓN: «UNA MISERICORDIA CHE CI SFIDA»

La prima cosa che colpisce è il fatto che il Papa abbia sentito il bisogno di scrivere una lettera così: piena di dolore davanti all’incomprensione non tanto degli estranei, quanto dei cattolici. Caso insolito nella storia recente, da quanto ricordi, e segno del fatto che non capiamo un gesto che, come dimostra la lettera, è pieno di ragionevolezza.
Nella sua semplicità, è stato un gesto di misericordia per una parte di fedeli affidati alla sua paternità di pastore universale della Chiesa, che acquista tutta la sua portata davanti agli irrigidimenti di coloro che lo criticano, inclusi quelli a cui era rivolto. Questo gesto pone davanti a tutti lo scandalo cristiano. È difficile, infatti, che leggendo la lettera non vengano alla mente le parole di Gesù: 'Beato colui che non si scandalizza di me', rivolte a chi si arrabbiava perché mangiava coi pubblicani e i peccatori. La misericordia, gesto inequivocabile del divino, continua a scandalizzare come il primo giorno.
Peccato che questo succeda anche tra chi appartiene al popolo dei redenti, vale a dire, tra chi per primo è stato oggetto di una sconfinata misericordia.
Diversamente da quanti pensano che Benedetto XVI confermi i destinatari nella loro posizione, il suo gesto costituisce la sfida più grande davanti alla quale si siano mai trovati. Soltanto la misericordia sfida come nessun altro richiamo la nostra testardaggine. A chi molto viene perdonato, molto ama, dice Gesù. A nessun altro gesto è sensibile l’uomo come alla misericordia, tanto è vero che è stato il metodo di Gesù, come ci ricorda San Paolo: 'Quando eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi'. Quella del Papa è una risposta alla 'priorità che sta al di sopra di tutte, rendere Dio presente in questo mondo', un Dio incarnato il cui nome è 'misericordia', che si manifesta attraverso 'l’unità dei credenti'.
Questa lettera ha un 'respiro' di cui non possiamo non ringraziare il Papa, tanto più quanto più aumentano gli irrigidimenti di coloro che riducono la vita cristiana a un moralismo soffocante. Niente più di una lettera così mi fa sentire orgoglioso della mia appartenenza ecclesiale, pieno di fiducia che il giorno in cui io dovessi sbagliare sarei trattato con altrettanta misericordia.

Julián Carrón presidente della Fraternità di Cl

AZIONE CATTOLICA

MIANO: «DOBBIAMO IMPARARE LA PRIORITÀ SUPREMA, L’AMORE»

«La lettera che Benedetto XVI ha inviato ai vescovi della Chiesa cattolica in merito alla 'remissione della scomunica dei quattro vescovi consacrati dall’arcivescovo Lefebvre' è per noi un dono». Lo sottolinea il presidente dell’Azione Cattolica Franco Miano commentando la missiva diffusa giovedì scorso, in cui Benedetto XVI esprime anche la sua amarezza per come un gesto di misericordia sia stato trasformato in pretesto per tensioni anche all’interno della Chiesa. La lettera, sottolinea in proposito Miano, «fa chiarezza innanzitutto nei confronti di quanti hanno voluto strumentalmente vedere, in quello che è 'un gesto discreto di misericordia verso quattro pastori' (per usare le stesse parole del Pontefice) un cambiamento di rotta, mai deciso e mai voluto, nel lungo cammino di dialogo e amicizia con gli ebrei». Come associazione – prosegue il presidente di Ac – «facciamo nostro il rammarico e la tristezza di Benedetto XVI per l’atteggiamento di coloro che hanno voluto intendere la revoca della scomunica come un riconoscimento delle posizioni dei lefebvriani sulla Shoah. Dimenticando troppo facilmente quanto tutta la Chiesa e lo stesso papa Ratzinger hanno fatto negli ultimi decenni per consentire un riavvicinamento tra cattolici ed ebrei». Nelle parole di Miano la volontà di essere a fianco di Benedetto XVI, nel credere «in una Chiesa che ha il dovere di essere misericordiosa, 'nella consapevolezza del lungo respiro che possiede'. Come scrive il Papa 'esser buoni educatori significa essere capaci anche di non badare a diverse cose non buone». Con il Papa – conclude il presidente di Ac – «crediamo che sia necessario 'ammettere che anche nell’ambiente ecclesiale è emersa qualche stonatura', e con il Papa stesso ribadiamo che 'di nuovo dobbiamo imparare la priorità suprema: l’amore».

RINNOVAMENTO

MARTINEZ: « LA FORZA MITE DELLA RICONCILIAZIONE »

È una vicinanza devota e affettuosa al Papa quella che esprime Salvatore Martinez, presidente di Rinnovamento nello Spirito Santo, dopo aver letto la lettera di Benedetto XVI. « Tutto il movimento – dice Martinez – esprime sincero e convinto amore a Benedetto XVI perché se Pietro soffre per i lacci dell’orgoglio che incatenano il Vangelo, tutta la Chiesa è in sofferenza. Al contempo desideriamo confortare il cuore del Vicario di Cristo con l’affetto di decine di migliaia di fedeli appartenenti al Rinnovamento che ferialmente intercedono per il suo ministero petrino.
Il disagio interiore che il Pontefice attesta in questa sua accorata lettera ai vescovi di tutto il mondo è lo specchio di un tempo che si ostina a relativizzare il bene, la verità, la virtù dell’obbedienza.
Un limite al quale possono anche non sfuggire coloro che hanno una responsabilità nella Chiesa » . « La lettera del Pontefice – aggiunge il presidente di Rinnovamento nello Spirito Santo – non solo contribuisce a portare la pace nella Chiesa, ma ripropone all’attenzione dei Pastori la forza mite e sempre crocifissa del dialogo, della riconciliazione, della comunione nella Chiesa » . « Il cuore intelligente e umile del Papa – conclude – si è svelato in tutta la sua bellezza e provoca noi credenti ad accogliere la sfida dell’amore, che non elude i conflitti, ma li assume nella carità verso gli ultimi e i deboli » .

FOCOLARI

MARIA VOCE: «CI HA APERTO BRACCIA E CUORE»

È l’ansia di contribuire alla pace nella Chiesa, che si legge nella lettera del Papa, a colpire il Movimento dei Focolari. «È straordinaria – sottolinea la presidente Maria Voce – l’apertura con cui comunica il dolore per il fatto paradossale che un invito alla riconciliazione si sia trasformato nel suo contrario. Impressiona la grande umiltà del Papa nel riconoscere gli 'sbagli' e nel trarne i correttivi.
Condividiamo profondamente il suo dolore e apprezziamo l’amore con cui apre braccia e cuore a figli della Chiesa per sanare una ferita ancora aperta. La sua fedeltà al Concilio e alla ricca tradizione della Chiesa sono per noi uno stimolo ed una guida sicura». Nel suo intervento, la prima presidente del movimento dopo Chiara Lubich (morta esattamente un anno fa) sottolinea che «tocchiamo con mano la verità di quelle parole di san Paolo che rivelano l’amore di un Padre che volge al bene ogni cosa, per coloro che amano Dio.
Sempre di nuovo dobbiamo imparare la priorità suprema, l’amore, ricorda il Papa. Proprio oggi, a un anno dalla conclusione del viaggio terreno di Chiara, sentiamo con forza risuonare le sue parole: 'Non temete di cedere tutto all’unità! Senza amare oltre ogni misura, senza perdere il giudizio proprio non saremo mai uno! L’unità innanzitutto!
Poco contano le discussioni, le questioni anche più sante, se non diamo vita a Gesù fra noi'. I frutti di luce, amore e pace che l’alto ministero del Papa è chiamato a portare nella Chiesa e nel mondo saranno commisurati all’unità con lui di tutti noi».

OPUS DEI

NORBEDO: « PATERNITÀ CHE ACCOGLIE TUTTI »

L’intera vicenda della scomunica e poi della revoca del provvedimento da parte di Benedetto XVI ricorda, a monsignor Lucio Norbedo, vicario per l’Italia della Prelatura dell’Opus Dei, la parabola del figliol prodigo. « Sono parole – dice – che coniugano la pacatezza e la commozione di una paternità che vuole abbracciare tutti i figli della Chiesa, aiutandoli a superare rigide contrapposizioni. Da un lato, si avverte il palpitare del cuore misericordioso del Buon Pastore, che non si rassegna a perdere nessuna delle sue pecore; dall’altro, il richiamo, sempre pastorale, a vagliare i giudizi troppo perentori alla luce del ' veritatem facientes in caritate' di san Paolo » . « Ne deriva – aggiunge monsignor Norbedo – una profonda gratitudine verso il Vicario di Cristo, ' il dolce Cristo in terra', come diceva santa Caterina e amava ripetere san Josemaría, fondatore dell’Opus Dei » .
«Quanto a certi attacchi scomposti – conclude –, penso che la reazione spontanea sia far sentire al Santo Padre il sostegno di un’orazione ancora più intensa per la sua persona e le sue intenzioni » .

NEOCATECUMENALI

DONNINI: « CI HA DONATO VERITÀ E CARITÀ »

«Un corpo solo nello Spirito di Dio » , così Giampiero Donnini, responsabile della prima Comunità Neocatecumenale della parrocchia dei Martiri Canadesi di Roma, esprime la vicinanza al Papa. « Il Santo Padre – spiega Donnini – ha sempre avuto il merito di parlare chiaro e senza ambiguità, anche a rischio di tante critiche, a partire dai discorsi della Via Crucis con Giovanni Paolo II fino alle omelie prima del conclave. Alla verità, Benedetto XVI ha unito la carità verso tutti, in particolare i fratelli separati cristiani, i nostri fratelli ebrei, gli ultimi e i peccatori. Ha sempre a cuore l’ansia per l’annuncio del Vangelo e per la ricerca dell’Unità come segno per essere credibili nell’annuncio del Kerygma: ' Siate Uno perché il mondo creda!'.
Pur essendo accusato di voler ritornare al passato e ignorare il Concilio – continua Donnini –, per quanto riguarda la Liturgia, noi del Cammino Neocatecumenale riteniamo che nell’approvazione definitiva degli Statuti ha voluto salvaguardare la prassi in atto che vede nella Veglia di Pasqua il massimo fulgore dell’Amore di Dio che si spezza per noi e risorge regalandoci la vita eterna » .

SANT’EGIDIO

IMPAGLIAZZO: «RIVELA GRANDEZZA D’ANIMO»

È un gesto di pace. Oltretevere, nella Comunità di Sant’Egidio, così interpretano la lettera del Pontefice, e lo sottolinea efficacemente il presidente Marco Impagliazzo. «La lettera di Benedetto XVI – dice – è un atto di umile sincerità e di grandezza d’animo, che suggerisce un modo di comunicare nella Chiesa. Abbiamo colto, fin dall’inizio di questa vicenda, il disegno del Papa di evitare che una parte, pur piccola, del mondo cristiano cadesse in una deriva settaria, ma ritrovasse, con misericordia e chiarezza, la via della grande Chiesa del Concilio». «La ricerca dell’unità – sottolinea Impagliazzo – è nel cuore del ministero del Papa e nella vocazione della Chiesa. A questo si ispirano l’ecumenismo e, per altro verso, i gesti verso i tradizionalisti. Solo più uniti i cristiani potranno rendere 'Dio presente in questo mondo e aprire agli uomini l’accesso a Dio'. Si tratta di liberarsi da una cultura del nemico in un mondo dominato dall’estemporaneità che identifica facili bersagli.
Questo riguarda anche i cristiani, talvolta prigionieri di una visione 'politica', incapaci di muoversi nella logica della comunione e di aspirare a cose grandi».

© Copyright Avvenire, 15 marzo 2009

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho letto diversi commenti e articoli di giornale sulla lettera del Papa, ma c'e' una cosa che mi lascia perplesso. Tutti sono intenti a sottolineare l'importanza del gesto del Papa in quanto tale, ma come mai nessuno in fondo entra nel merito della vicenda? Nessuno si mette a discutere seriamente della questione lefebvriana, nessuno cerca di confrontarsi sulle motivazioni della rottura e della eventuale riconciliazione. E non si spiegano le posizioni dei lefebvriani ne' si riportano le loro risposte, ma in fondo di loro si sta parlando, o no?
E soprattutto non si approfondsce l'aspetto sostanziale, ovvero come il tutto vada a collegarsi a quella corretta interpretazione del Concilio che a volte alcuni sembrano dimenticare.

Raffaella ha detto...

:-))
Hai centrato il punto!
R.

mariateresa ha detto...

hai fatto bene Raffaella, credimi, a pubblicarli.
Il nostro affetto per il Santo Padre innesca in noi tutti delle reazioni così tempestive che sono più veloci della luce.
Altri si prendono il loro tempo per mettere giù le parole che ritengono giuste, ma il tempo passa a volte troppo velocemente.
Ma la solidarietà è arrivata e massiccia.
Quindi non c'è niente di male a esserne sollevati.
Il punto è che il momento è così difficle che sarebbe auspicabile la compattezza della falange macedone. Che la Chiesa non è mai stata.
Ricordiamoci il parallelo che Farina(non è poi così orribile, l'articolo, via, ne abbiamo letti di peggio) fa tra la lettera del papa e quella di Paolo a Timoteo.
In un libro che ho letto recentemente si spiega che queste udienze pubbliche, cui fu sottoposto anche Paolo, permettevano a chi avesse voluto, di portare testimonianze favorevoli sulla onorabilità del prigioniero.Ma nessuno dei cristiani presenti a Roma, e ce n'erano, si presentò, soprattutto quelli di una certa classe sociale che avrebbero avuto il loro peso.
Confesso che questo fatto, quando l'ho letto, mi ha addolorato molto.
Insomma essere battezzati non ci libera da una certa natura umana.
E Paolo non se la prende e perdona.

Anonimo ha detto...

Ne prendano atto coloro che remano contro,

Caterina63 ha detto...

Ottimo Ildefonso....davvero perspicace ^___^
come corretta e giuta è stata la premessa fatta da Raffaella....

Tutti a sottolineare l'importanza del gesto del Papa....carino il portavoce di una nota comunità che dice che il Papa ha sempe parlato CHIARO però dicono nelle loro comunità che una certa lettera inviata a loro VOLUTA DAL PAPA, è superata, la parola del Papa non vale più....^__^

Nessuno si mette a discutere SULLE MOTIVAZIONI giusta osservazione che stiamo faticosamente cercando di far presente fra tanti interventi...

E c'è da aggiungere che se siamo arrivati anche al fatto che il sacerdote ha perduto la sua identità...ciò è dovuto, DICE IL PAPA, ad una errata interpretazione dei ruoli DEI LAICI nella Chiesa che sono arrivati a sostituirsi ai sacerdoti...
ecco le parole precise del Papa alla Congregazione per il Clero dell'altro giorno, non mie eh:

“In tal senso è necessario vigilare affinché le “nuove strutture” od organizzazioni pastorali non siano pensate per un tempo nel quale si dovrebbe “fare a meno” del ministero ordinato, partendo da un’erronea interpretazione della giusta promozione dei laici, perché in tal caso si porrebbero i presupposti per l’ulteriore diluizione del sacerdozio ministeriale e le eventuali presunte “soluzioni” verrebbero drammaticamente a coincidere con le reali cause delle problematiche contemporanee legate al ministero”.

Tempo fa Raffaella pubblicò questo passaggio (non ricordo il thread):

in una intervista a la croix del 26 gennaio scorso,lo storico emile poulat diceva a proposito delle vocazioni al sacerdozio:

È il problema dei progressisti cristiani: non hanno posterità. Questo cattolicesimo militante, fondato sulla promozione del laicato, non si è preoccupato della promozione del clero,si è quindi condannato a deperire.

ATTENZIONE: non sto accusando i Movimenti Laici di progressismo (anzi taluni al limite sarebbe esattamente l'opposto, peggio della FSSPX ^__^) sto solo ribadendo una PREOCCUPAZIONE DEL PAPA che non trova evidentemente nei Movimenti laici un sostegno alla comprensione DEI PROPRI RUOLI pur senza nulla togliere al bene che fanno...

Il Papa NON ha bisogno della solidarietà MA DI SERVITORI...
Santa Caterina che sapeva che il Papa è il Servo dei Servi(gli altri, i sacerdoti, vescovi e cardinali)di Cristo, aggiungeva: Io Caterina serva del servo, dei servi di Cristo...^__^
solo che il termine è obsoleto....è offensivo dichiararsi SERVI O PECORE...si rischia di "morire a se stessi" come chiede Cristo e nessuno vuole morire a se stesso...ergo è preferibile testimoniare la propria SOLIDARIETA' he oggi va tanto di moda...
A questo punto manca un colpevole...ossia uno o più RESPONSABILI dello scandalo avvenuto....^__^

Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi
(Salmo 50)

Fraternamente CaterinaLD

Caterina63 ha detto...

ASSURDO!!!

Leggo tra l'elenco della soliarietà al Papa questo passo e resto inorridita...

"Pur essendo accusato di voler ritornare al passato e ignorare il Concilio – continua Donnini –, per quanto riguarda la Liturgia, noi del Cammino Neocatecumenale riteniamo che nell’approvazione definitiva degli Statuti ha voluto salvaguardare la prassi in atto che vede nella Veglia di Pasqua il massimo fulgore dell’Amore di Dio che si spezza per noi e risorge regalandoci la vita eterna »"

*******************************

Rileggendo la frase C'E UN GRAVE DIFETTO ....

Donnini spara dicendo:
Pur essendo accusato di voler ritornare al passato e ignorare il Concilio

poichè sta parlando del Papa accusato, appunto, di voler tornare indietro a prima del Concilio...LEGGETE BENE,la risposta di Donnini è GRAVISSIMA perchè non sta dicendo che NON è vero, ma lo sta CONFERMANDO...

dice appunto: "Pur essendo accusato"....non ha detto che NON è vero, ha solo aggiunto che LORO RITENGONO che la loro LITURGIA (da quando in qua esiste un altra liturgia?) sarebbe stata approvata...e dove sta il Documento del Papa?

Per approvare UNA LITURGIA NUOVA occorre un Documento ESPLICITO non implicito...^__^

Ergo ecco la solidarietà di questo Cammino...NON sta neppure difendendo il Papa da una grave accusa, ma sta giustificando il suo orticello perchè sa bene che il Papa sta richiamando TUTTI, anche loro A RITORNARE ALLA TRADIZIONE...

Furbetto il Donnini...
^__^

Anonimo ha detto...

Grazie Raffaella per averci ripensato e aver dato a noi la possibilità di leggere le lettere di solidarietà (?). Le mie idee ora sono molto molto chiare riguardo a certi movimenti, a proposito grazie Raffaella 63 pensavo di aver letto/capito male!

Anonimo ha detto...

No comment per quanto riguarda Donnini.

Non buona anche la risposta di Sant'Egidio, specie ove si parla della 'via della grande Chiesa del Concilio'. E cosa sarebbe questa via? Quanta ambiguita' in queste parole.
Secondo loro queste vicende non fanno riflettere sulla ricezione del Concilio, piuttosto la confermano cosi' com'e'.

euge ha detto...

Ma guarda si sono fatti vivi anche i movimenti......... ed io che pensavo che fossero ancora in letargo.

Comunque, messaggi sempre giunti fuori tempo massimo e sinceramente cari amici, non sò quanti di questi messaggi siano sinceri e quanti sono stati scritti velocemente solo per metterci la classica pezza riparatoria.

Anonimo ha detto...

mah cari fratelli,
io credo che tardive o no e' buonissimo che siano arrivate queste parole di solidarieta'.

e devo dire che mi rattrista molto in questa occasione in cui si cerca di "compattarsi" attorno al nostro Pietro, che ci sia qualcuno che invece sfruculia nelle parole di queste dichiarazioni alla ricerca di qualcosa di male a tutti i costi, mettendo zizzania e divisione del tutto gratuitamente.
Di tutto abbiam bisogno tranne che di questo.

Mi sorprende in particolare l'interpretazione malevola e del tutto assurda di caterina sulle parole di donnini...
ma invece di cercare sempre punti di divisione, facendo l'analisi logica alle parole altrui, non sarebbe meglio convogliare questa energia questi sforzi per la comprensione reciproca e per fare "quadrato" attorno al nostro papa?

con fraternita
cris

Anonimo ha detto...

Ha ragione Cris. Non è il momento di farsi la guerra fra di noi; fra chi è arrivato alla prima ora per spegnere il fuocco e chi si presenta solo all'ultima ora. Poi, cio che noi condaniamo da la stampa agressiva contro il Papa, sempre pronta a coglierlo in fallo, anche quando dice le cose più ovvie e più correte del insegnamento della Chiesa e della morale tout court. L'analisi fatta alla lettera di Donini sembra un proceso alle intenzioni,invece di vedere un contributo per rinforzare le nostre linee..Misericordia voglio,non sacrificio. Grazie a tutti per il vostro contributo alla bellissima battaglia per la fede e il ministero di Pietro.

Anonimo ha detto...

Certo. Non bisogna dividersi. Ma il punto è che il Papa, oltre ad essere stato nel Suo pieno diritto nel rimettere la scomunica e nel promulgare il motu proprio, HA FATTO BENE. Ed è su questo HA FATTO BENE che noi obbedienti Cattolici dobbiamo pronunciarci. Altrimenti siamo qualcos'altro.
Marco il tarsognino