giovedì 11 dicembre 2008
Il Papa: c’è un’umanità ancora senza diritti (Mazza)
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60 ANNI DOPO
Il Papa : c’è un’umanità ancora senza diritti
Commemorata in Vaticano la «Dichiarazione universale» del 1948
DA ROMA
SALVATORE MAZZA
Dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo «indubbiamente un lungo cammino è stato già percorso».
Ma, a sessant’anni da quella tappa, «ne resta ancora un lungo tratto da completare » . E dunque «non cessi il comune impegno a promuovere e meglio definire i diritti dell’uomo, e si intensifichi lo sforzo per garantirne il rispetto».
Sono le parole con cui ieri sera, nell’aula Paolo VI, Benedetto XVI ha chiuso in Vaticano la solenne Commemorazione per i sessant’anni della Dichiarazione dei diritti dell’uomo. Una serata che era iniziata con un momento di riflessione, al quale hanno partecipato il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il cardinale Renato Martino, presidente di Giustizia e pace, e il direttore generale dell’Organizzazione mondiale del lavoro, Juan Somavìa. E che si è conclusa con un concerto della Brandenburgisches Staatsorchester di Francoforte, diretta dalla spagnola Inma Shara, organizzato dal dicastero vaticano della Giustizia e della pace, e la «Fondazione San Matteo in memoria del cardinale François-Xavier Van Thuân», presenti tra gli altri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, entrato nell’aula assieme al Papa , i presidenti del Senato, Renato Schifani, e della Camera, Gianfranco Fini, il presidente della Corte costituzionale, Giovanni Maria Flick e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
Nel suo discorso papa Ratzinger ha ricordato come, con l’adozione della Dichiarazione, il 10 dicembre del 1948 l’Onu segnò quello che «costituisce ancora oggi un altissimo punto di riferimento del dialogo interculturale sulla libertà e sui diritti dell’uomo ». La dignità di ogni uomo, ha aggiunto, «è garantita veramente soltanto quando tutti i suoi diritti fondamentali vengono riconosciuti, tutelati e promossi » . Da sempre la Chiesa ribadisce «che i diritti fondamentali, al di là della differente formulazione e del diverso peso che possono rivestire nell’ambito delle varie culture, sono un dato universale, perché insito nella stessa natura dell’uomo ». Infatti «la legge naturale – ha sottolineato il Pontefice – scritta da Dio nella coscienza umana, è un denominatore comune a tutti gli uomini e a tutti i popoli; è una guida universale che tutti possono conoscere e sulla base della quale tutti possono intendersi. I diritti dell’uomo sono, pertanto, ultimamente fondati in Dio creatore, il quale ha dato ad ognuno l’intelligenza e la libertà. Se si prescinde da questa solida base etica, i diritti umani rimangono fragili perché privi di solido fondamento ». Il cammino percorso dal 1948 sul fronte dei diritti umani, se ha segnato molti punti positivi, non deve tuttavia, per il Papa , far dimenticare che «centinaia di milioni di nostri fratelli e sorelle vedono tuttora minacciati i loro diritti alla vita, alla libertà, alla sicurezza; non sempre è rispettata l’uguaglianza tra tutti né la dignità di ciascuno, mentre nuove barriere sono innalzate per motivi legati alla razza, alla religione, alle opinioni politiche o ad altre convinzioni ». Di qui l’invito finale a che uomini e Nazioni non cessino l’impegno per la promozione dei diritti e per il loro rispetto in tutto il mondo.
Prima del concerto s’era svolta la cerimonia per la consegna del premio « Cardinale Van Thuân 2008», assegnato a Cornelio Sommaruga, già presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa. Consegnati anche i premi «Solidarietà e sviluppo» a padre Pedro Opeka, missionario in Madagascar, a padre José Raul Matte, missionario tra i lebbrosi in Amazzonia, ai destinatari del Progetto «Gulunap» (per la realizzazione di una Facoltà di Medicina nell’Uganda del Nord), e ai responsabili del progetto «Villaggio degli Ercolini», per l’integrazione di bambini e ragazzi rom a Roma.
© Copyright Avvenire, 11 dicembre 2008
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