mercoledì 7 gennaio 2009

Il messaggio di Natale del metropolita Cirillo. L'ultimo testo di Alessio II (Osservatore Romano)


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Il locum tenens del Patriarcato di Mosca ha ricordato la recente scomparsa di Alessio II

Il messaggio di Natale del metropolita Cirillo

Mosca, 7.

Nella ricorrenza della celebrazione del Natale secondo il calendario della tradizione ortodossa, il locum tenens del trono patriarcale di Mosca, il metropolita Cirillo di Smolensk e Kaliningrad, ha rivolto un messaggio augurale ai fedeli della sua Chiesa.
Rivolgendosi agli arcivescovi, ai presbiteri, ai diaconi, ai religiosi e religiose e a tutti i fedeli, il metropolita Cirillo augura "Misericordia a voi, pace e amore in abbondanza" citando la lettera di Giuda (1, 2).
Nel messaggio il presule ortodosso sottolinea che "proprio in questi giorni noi ricordiamo come il figlio di Dio discese tra gli uomini in modo che noi possiamo sentirci uniti lui". Tuttavia affinché ciò possa avvenire ancora oggi nella vita quotidiana "c'è bisogno che in ogni fedele ci sia una risposta al richiamo dell'Amore divino".
Nel messaggio Cirillo ricorda la recente scomparsa del Patriarca Alessio II: "Come il buon pastore del Vangelo, egli "ha dato la sua vita per le pecore" (Giovanni, 10, 11) confermato nella sua missione dal Supremo Pastore Cristo".
Il metropolita sottolinea il merito del Patriarca Alessio di avere preservato la Chiesa fondata da Dio dai pericoli dello scisma e della divisione. Le celebrazioni dei milleventi anni della conversione della Russia tenutesi a Mosca, a Kiev e a Minsk dimostrano la volontà dei fedeli di avere una sola Chiesa nella pienezza del Corpo di Cristo.
Il Metropolita Cirillo mette anche in evidenza nell'indirizzo del Natale che i cristiani ortodossi in Russia si trovano oggi ad affrontare nuove difficoltà in una società che non ricorda più quella ateista imposta nei tempi passati. I nuovi problemi di oggi sono invece di tipo economico e sociale e attualmente molti fedeli vivono il dramma della disoccupazione e della povertà.
"La Chiesa - afferma Cirillo nel messaggio - abbraccia con compassione tutti coloro che hanno difficoltà nella situazione di crisi attuale. Possa Dio dare forza e saggezza a tutti - dirigenti, imprenditori e semplici lavoratori - in modo che gli sforzi comuni e coordinati, l'aiuto reciproco e la ricerca delle giuste decisioni possano aiutare a superare le attuali difficoltà, preservare noi stessi e i nostri cari e mantenere la pace e l'armonia nella società".
Il messaggio reca un forte appello per le elezioni dei responsabili delle assemblee locali e per quella prossima del nuovo Patriarca di Mosca: "Soltanto l'amore crea la vera unità", è l'ammonimento contenuto nel testo.
In alcune dichiarazioni rilasciate nel corso di un'intervista alla Radio Vaticana l'arcivescovo Antonio Mennini, nunzio apostolico, rappresentante della Santa Sede nella Federazione Russa, ha sottolineato il grande cordoglio che la scomparsa del Patriarca di Mosca ha suscitato tra i fedeli della Chiesa ortodossa di Russia. "Io sono andato per qualche giorno sulla tomba del Patriarca Alessio II e ho visto che veramente c'è una folla costante, e non solo - e questo è significativo - di gente adulta o anziana, ma anche di molti giovani".
L'arcivescovo Mennini sottolinea che la tradizione ortodossa ricorda il quarantesimo giorno della scomparsa dell'illustre patriarca, che cade il 13 gennaio. "Questo - sottolinea monsignor Mennini - per un'associazione con il tempo trascorso da Gesù sulla terra dopo la Risurrezione, fino all'Ascensione".
Rispondendo alla domanda sugli echi in Russia dei ripetuti appelli di Benedetto XVI a una maggiore sobrietà in favore dei poveri che maggiormente sentono gli effetti negativi dell'attuale crisi economica, monsignor Mennini ha sottolineato che anche in questo grande Paese "la situazione economica sta peggiorando. Anche l'arcivescovo Cirillo ha recentemente parlato di questo, di come la Chiesa debba farsi carico delle attese soprattutto dei poveri.

(©L'Osservatore Romano - 7-8 gennaio 2009)

L'ultimo testo del Patriarca di Mosca scomparso

Alessio II e il lascito dell'unità

Mosca, 7.

"Questa unità, che ci è stata trasmessa dai santi antenati, bisogna salvaguardarla come bene prezioso e trasmetterla ai nostri discendenti": è una specie di testamento spirituale quello contenuto nel messaggio di Natale di Alessio II pervenuto alle diocesi della Chiesa ortodossa russa pochi giorni prima della morte del patriarca di Mosca e di tutte le Russie, avvenuta il 5 dicembre scorso. Nel messaggio, Alessio, ricordando il milleventesimo anniversario del Battesimo della Rus' di Kiev, celebrato alcuni mesi fa, e la sua visita nella capitale ucraina ("culla della nostra Chiesa"), sottolinea come in quell'occasione "abbiamo pregato i santi di Kiev e provato daccapo la forte unità dei popoli illuminati in uno stesso battistero".
Il "testamento" del patriarca è scandito da precisi riferimenti temporali, da ineludibili punti fermi riguardanti la comunità ortodossa. Parlando del concilio dei vescovi tenutosi a Mosca nel giugno 2008, durante il quale sono stati canonizzati "in quanto santi di tutta la Chiesa un gran numero di giusti di Dio venerati dal popolo di Dio", Alessio II spiega che quell'assemblea "ha completato l'insegnamento sociale della nostra Chiesa e preso decisioni che toccano numerose questioni importanti relative alla sua vita". E "nell'anno che si è concluso, a novant'anni dall'assassinio criminale dei martiri imperiali, durante i giorni della memoria - scrive il patriarca scomparso - migliaia di fedeli venuti sui luoghi della sofferenza hanno chiesto loro aiuto per il nostro popolo, per la sua rinascita spirituale, per la correzione del suo cammino storico. Siate fermi - dice rivolgendosi ai vescovi, ai presbiteri, ai diaconi, ai monaci e alle monache di clausura delle diocesi ortodosse - nella speranza che il Signore ci concederà di superare tutte le conseguenze delle tragedie, delle dispute e dei crimini del XX secolo, elevando la santa Russia di forza in forza".
I temi dell'unità, della pace, della riconciliazione pervadono l'intero messaggio. Se "Dio Verbo incarnato ha portato la pace a tutti coloro che credono in lui e lo seguono, prendendo la loro croce", allora perché attorno a noi - si chiede Alessio - "ci sono tanti conflitti, tanti litigi, dispute e vessazioni? Perché continua a esserci astio fra le generazioni, i raggruppamenti politici, fra i ricchi e i poveri? Perché i genitori si separano obbligando i propri figli a soffrire? E perché - si domanda ancora il patriarca scomparso - popoli, anche ortodossi, si sollevano gli uni contro gli altri?". Non possiamo rispondere a tali questioni con rettitudine e onestà se non gettiamo lo sguardo nel profondo del nostro cuore: "Non viviamo troppo spesso secondo la nostra propria volontà - si legge nel documento - dimenticando la volontà di Dio e i suoi comandamenti, poggiandoci esclusivamente sulle forze umane e scordando la forza divina? Non sostituiamo forse lo slancio verso la pace e la verità con la vanità peccaminosa che conduce inevitabilmente verso il vuoto che delude?".
Alessio II ricorda che la pace autentica "non è data che dal Signore" e che troveremo una vita piena di prosperità e di pace solo "seguendo la stella di Betlemme sul cammino di Cristo". La pace di Cristo, scrive il patriarca di Mosca scomparso, "trionfa sui conflitti di questo secolo", e solo acquisendo la pace nel suo cuore "l'uomo può resistere a tutte le tempeste di questo mondo e portare la riconciliazione a coloro che sono vicini e lontani, trasfigurando la vita con la fede, la verità, la purezza e l'amore". L'auspicio rivolto alla Chiesa ortodossa russa è che la pace di Cristo "ci prenda tutti, discepoli e seguaci, qualunque sia la nostra età, la nostra nazionalità, le nostre opinioni politiche e la nostra origine sociale", e che essa "si estenda anche sulle genti di altre fedi e convinzioni con le quali costruiamo la vita di uno stesso popolo".
Il messaggio di Natale di Alessio II è di speranza, nonostante il mondo sia "di nuovo nella discordia", nonostante in molti luoghi "sia versato sangue e le popolazioni soffrano". Ma "noi crediamo, noi, cristiani ortodossi, che il Signore ci aiuterà con il suo esempio e la sua azione piena di bontà a destare nei popoli la riconciliazione, una saggia e giusta soluzione di tutti i litigi e di tutti i disaccordi". La conclusione è affidata alle parole di san Paolo apostolo: "Per il resto, fratelli, state lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi" (Seconda lettera ai Corinzi, 13, 11).

(©L'Osservatore Romano - 7-8 gennaio 2009)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma nessuno di voi ha nulla da dire sulla trasmissione di oggi di Corrado Augias con ospiti i Fo'?

Raffaella ha detto...

Oh! Che peccato...non l'ho vista!
R.

Anonimo ha detto...

Un'elogio contenuto nei confronti dell'Arcivescovo di Milano e, guarda caso, una critica poco comtenuta nei riguardi del Pontefice!
Tra l'altro la Rame ha manifestato la sua nescenza circa i colori liturgici. Mi correggo: la sua ignoranza, infatti la non conoscenza per una donna come la Rame è un peccato non una svista.
Sempr che la rame sia credente!

Raffaella ha detto...

Tutto come da copione, quindi...
Continuero' a non vedere la trasmissione di Augias.
:-)
R.