giovedì 19 marzo 2009

Dopo Williamson ecco il “caso condom”: la vecchia Europa contro il Papa (Rodari)


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Dopo Williamson ecco il “caso condom”: la vecchia Europa contro il Papa

mar 19, 2009 il Riformista

Ovunque vada, qualsiasi cosa faccia o dica, spacca, divide e, soprattutto, raccoglie critiche. È la dura vita di Papa Ratzinger il quale, ieri, appena uscito dalla bagarre denominata “caso Williamson” è dovuto entrarne in un’altra, quella dei condom. Ad attaccarlo questa volta niente meno che il cuore della vecchia Europa, ovvero i Governi di Francia e Germania, entrambi in forma ufficiale.

È vero, le cose non possono che andare in questo modo: Benedetto XVI non adegua il propio parlare al politically correct.

Egli, semmai, difende il pensiero della Chiesa e questo, se rettamente divulgato, porta nel mondo l’evangelica “spada” e non, innanzitutto, un ulivo. Eppure, a livello di comunicazione, sul piano della prevenzione delle cosiddette tempeste diplomatiche - o mediatiche che siano - qualcosa di più si può fare e, anche ieri, si poteva fare.

Andiamo con ordine. Ecco cosa è successo. L’altro ieri il Pontefice era sul volo che lo portava verso il Camerun, tappa iniziale del suo primo viaggio africano da quando è al soglio di Pietro. Con lui una cinquantina di giornalisti. Il Papa, come faceva già Wojtyla, ha concesso loro una breve intervista. Un’intervista guidata, nel senso che le domande poste al Pontefice erano solo alcune fra tutte quelle fatte pervenire precedentemente a padre Federico Lombardi, il capo della Sala stampa vaticana. Tra le domande scelte, quella di un giornalista francese il quale ha parlato dell’Aids ricordando che, al riguardo, la posizione della Chiesa viene considerata «non realistica e non efficace». Il Papa ha risposto che, «al contrario», una delle realtà più efficaci nella lotta contro la malattia è «proprio la Chiesa cattolica» la quale con i suoi movimenti e le se associazioni - la prima citata è stata la Comunità di Sant’Egidio che in Africa grazie al progetto Dream è all’avanguardia nella cura dell’Aaids - fa parecchio in merito. Ratzinger ha poi spiegato quale sia la visione della Chiesa sulla modalità tramite la quale contrastare la malattia: non «la distribuzione dei preservativi» che altro non fa che «aumentare il problema» quanto la messa in campo di una «umanizzazione della sessualità», cioè «un rinnovo spirituale e umano che porti con sé un nuovo modo di comportarsi l’uno con l’altro». Per il Papa, insomma, la prima urgenza è un rinnovamento dell’uomo dal suo interno, in modo che sappia comportarsi nel giusto modo «nei confronti del proprio corpo e di quello dell’altro».

Alle parole del Papa nessuno ha reagito, almeno nell’immediato. La bagarre è scoppiata ventiquattro ore dopo e cioè ieri.

Francia e Germania - da una parte il ministro degli Esteri francese Eric Chevallier, dall’altra le ministre tedesche della Salute e della Cooperazione economica dello sviluppo, Ulla Schmidt e Heidemarie Wieczorek-Zeul - hanno criticato pesantemente le parole di Benedetto XVI sul preservativo. «Se non spetta a noi dare un giudizio sulla dottrina della Chiesa riteniamo che frasi del genere mettano in pericolo le politiche di sanità pubblica e gli imperativi di protezione della vita umana», ha detto Chevallier commentando le parole di Ratzinger. «I preservativi salvano la vita, tanto in Europa quanto in altri continenti» e «una moderna cooperazione allo sviluppo deve dare ai poveri l’accesso ai mezzi di pianificazione familiare e tra questi rientra in particolare anche l’impiego dei preservativi; tutto il resto sarebbe irresponsabile», hanno detto Schmidt e Wieczorek-Zeul. Parole, queste ultime, avallate pure da un vescovo cattolico, l’ausiliare di Amburgo: si chiama Hans Jochen Jaschke e ha spiegato che «i preservativi possono proteggere, anche se spesso gli uomini li rifiutano».
La sua l’ha detta pure il direttore esecutivo del Fondo mondiale per la lotta contro l’aids, Michel Kazatchikine: «Queste parole sono inaccettabili. È una negazione dell’epidemia». E, in serata, è arrivata anche la Spagna: il governo iberico ha annunciato che si appresta a inviare un milione di preservativi in Africa per combattere la diffusione della malattia.

Si poteva prevenire questa nuova bagarre? In parte no: il Papa, infatti, ha ribadito un concetto che la Chiesa non può modificare.
Un concetto che, visti anche gli innumerevoli interessi che stanno a monte della distribuzione dei preservativi, non poteva che sollevare critiche. Tra l’altro critiche non dissimili piovvero addosso a Paolo VI prima e a Giovanni Paolo II dopo.

Eppure, va detto, la difesa vaticana non è stata delle migliori. La Santa Sede ha giustamente replicato difendendo le dichiarazioni del Papa. Ma, in modo davvero ingenuo, ha cambiato nel testo ufficiale dell’intervista del Papa diramato ieri sul bollettino della Santa Sede il termine «preservativo» con quello di «profilattico», togliendo pure il passaggio in cui si sostiene che i preservativi «aumentano i problemi».

Poi entrambi gli errori sono stati riparati, ma ormai l’impressione di aver voluto correggere il Papa era stata data.

A conti fatti, cosa resta? Un altro violento attacco al Papa in forme ormai incuranti degli incidenti diplomatici che possono generare, che è segno del clima culturale e politico di ostilità preconcetta nel quale si trova ad agire il magistero di Benedetto XVI.

E un tentativo di difesa della Curia incorso ancora in una gaffe, ma che rende poco plausibile l’accusa dell’Osservatore Romano ai media di «aver stravolto le parole del Papa».

© Copyright Il Riformista, 19 marzo 2009 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.

Bollo, controbollo, sottoscrivo ed abbraccio Rodari!
R.

8 commenti:

don Luca Peyron ha detto...

Mi permetto di farmi cascare le braccia - per l’ennesima volta - per come oggi qualunque ragionamento venga semplificato e mistificato. Però ho una speranza che viene dal mezzo che stiamo condividendo. La rete ci fornisce la possibilità di dire la verità e fare la verità anche contro tanti potentati ideologici ed economici che ci sovrastano. Sono vocine le nostre rispetto al grande vociare, ma vocine significative perché, ne sono convinto, il Signore saprà guidare orecchie attente ad ascoltare i sussurri di bene e di vero che seminiamo.

Anonimo ha detto...

Come diceva qualcuno, "se Cristo fosse stato politicamente corretto sarebbe morto a letto, a casa sua!!!"

Anonimo ha detto...

Caro don Luca, non si "faccia cascare le braccia!"
Il Santo Padre sa che può annunciare Cristo solo abbracciando la croce; ogni volta che parla, vedi Ratisbona, vedi viaggi nel mondo Musulmano, vedi caso Lefreviani, vedi viaggi a Lourdes, vedi visita all'università romana,....si scatena un attacco feroce, però la Provvidenza MUTA in un passo verso l'evidenza della verità e della chiarezza, si capovolge la situazione e cresce così la Chiesa!

Anonimo ha detto...

La nostra "vecchia" Europa, inacidita e stizzosa come una zittella senza futuro, piena di soldi, ma senza sani impulsi e ideali, sta invecchiando proprio male!! Adesso ci si mettono anche i rappresentanti di alcune compagini governative (dei soliti paesi): mestano nel torbido, contrabbandando qualche spezzone di idea con qualche misero voto!!!! Venderebbero l'anima (anzi l'hanno già venduta) pur di conservarsi i consensi!!

L'Africa, terra gioiosa, piena di energia come un giovane, senza soldi in tasca, maltrattato, ma pieno di vita, accoglie festosamente il Papa!
Anche in Australia e in Francia, nonostante tutto, non è andata diversamente! Polemiche prima, trionfo all'arrivo.
Spero che chi cerca voti in questo modo sbagli i conti. Ne perda più di quanti ne possa ricevere!

Anonimo ha detto...

adesso si decide se un continente è buono o no da come accoglie il papa.

gianni2

Anonimo ha detto...

per gianni 2: non stiamo giudicando un paese da come accoglie il Papa si sta solo facendo un confronto; e in questo confronto L'Europa con la sua civiltà da quattro soldi che vuole esportare a tutti i costi, non ci fa una bella figura.
Le reazioni di questi giorni, sembrano più atteggiamenti schizzofrenici di una zitella acida, che non di un paese aperto ad un modo diverso di affrontare i problemi.
Noi, che ci vantiamo di avere mentalità tolleranti ed aperte, in questo caso abbiamo dimostrato una ottusità ed una intolleranza senza precedenti.
Ma, forse questo era ovvio...... visto tutti coloro che sui problemi dell'Africa ci guadagnano da sempre fior di miliardi.

Anonimo ha detto...

"L'Europa con la sua civiltà da quattro soldi"

è la stessa civiltà alla quale si cerca in tutti i modi di dare radici giudaico cristiane?

da questi discorsi si evince che se apprezzi il papa sei bello gioiso e forte, se lo critichi sei logoro vecchio e da buttare.
per me qui ci vorrebbe un po' più di obbiettività

gianni2

Anonimo ha detto...

"se apprezzi il papa sei bello gioiso e forte, se lo critichi sei logoro vecchio e da buttare".

Non banalizzare i contenuti, Gianni2. Quello che tu affermi non mi appartiene. I sillogismi, se estremizzati, possono divenire barzellette! Non intendevo raccontarne, io!

L'oggetto della mia riflessione riguardava la stizzosità acida manifestata da alcuni rappresentanti di alcuni governi della “vecchia Europa” (vedi titolo dell’articolo di Rodari) nei confronti della posizione espressa dal Papa sulla distribuzione dei preservativi come "soluzione" del problema del contagio dall’Aids.
Dichiarazioni (di rappresentanti di governi) che manifestavano malafede prima di tutto perchè stravolgevano chiaramente le affermazioni del Papa, secondariamente perché ne banalizzavano i contenuti affrontando il tema della prevenzione dall’Aids, solo, in termini di: preservativi sì/preservativi no. Cosa che il Papa non diceva.
Sotto traccia, nel mio post, c'era anche il tema dell'incapacità, della “vecchia” Europa di affrontare i problemi dell'Africa con gli occhi degli africani, nell’interesse degli africani.
Non riesco a credere che a loro interessi essere "usati" da noi europei per le nostre battaglie e i nostri interessi, politici, economici o culturali.
Cosa dici poi di quella mentalità sottintesa nelle dichiarazioni (di questi rappresentanti di governo) che sembrano ritenere gli africani "incapaci" di controllare il loro corpo, le loro pulsioni e la loro sessualità?
Colonialismo economico e colonialismo culturale?

La sinteticità del mio post permetteva di leggere quello che tu dici e che io non intendevo dire? Se è così sono felice di precisare.