lunedì 2 marzo 2009

Il Papa: impegno comune contro la crisi (Bobbio)


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Il Papa: impegno comune contro la crisi

Agli operai e impiegati in piazza San Pietro: la priorità va data ai lavoratori e alle loro famiglie

Il plauso dei sindacati: moratoria dei licenziamenti. Savino Pezzotta: Berlusconi prenda nota

Alberto Bobbio

Città del Vaticano

Non ha dubbi il Papa e avverte che nella crisi «la priorità va data ai lavoratori e alle loro famiglie». Parla dalla finestra del Palazzo Apostolico nel primo Angelus di Quaresima. Sotto in piazza San Pietro c'è una delegazione di operai e di impiegati della Fiat di Pomigliano D'Arco accompagnati dal loro parroco don Peppino Gambardella, una delegazione di sindaci del Sulcis Inglesiente e di lavoratori delle fabbriche tessili di Prato, aree dove la crisi economica ha colpito forte. E Benedetto XVI spiega agli altri pellegrini che affollano piazza San Pietro per quale motivo tanti lavoratori sono lì sotto la sua finestra.
Fa subito riferimento a quelli della Fiat di Pomigliano D'Arco, «venuti a manifestare la loro preoccupazione per il futuro di quella fabbrica e delle migliaia di persone che, direttamente o indirettamente, dipendono da essa per il loro lavoro». Poi parla dei lavoratori del Sulcis in Sardegna, di Prato in Toscana e di «altri centri in Italia e altrove», tutte situazioni «ugualmente difficili». Ma non è un generico saluto. Il Papa si associa ai vescovi e alle Chiese locali vicine alle famiglie e indica come si può uscire dalla crisi: «Desidero esprimere il mio incoraggiamento alle autorità sia politiche che civili, come anche agli imprenditori, affinché con il concorso di tutti si possa far fronte a questo delicato momento». E aggiunge: «C'è bisogno di un comune e forte impegno, ricordando che la priorità va data ai lavoratori e alle famiglie».
Commenta Savino Pezzotta, deputato bergamasco dell'Unione di Centro «Rosa per l'Italia»: «Il presidente del Consiglio prenda nota dell'appello del Papa». Per Pezzotta sono molte, nel giorno in cui Berlusconi ripete che per assegni di disoccupazione non ci sono soldi, le persone che «avrebbero bisogno di un sostegno al reddito da parte dello Stato» e ricorda le promesse fatte in campagna elettorale dal partito del premier sul quoziente familiare: «È arrivato il momento di iniziare a mantenere le promesse e non ci si può trincerare dietro la scusa che non ci sono i soldi. Il problema principale è che oggi le vere priorità sono quelle del lavoro e del sostegno alle famiglie di chi ha perso il lavoro ed è senza alcun reddito. Su queste priorità si deve agire trovando il denaro come si è fatto per altri interventi».
Le situazioni indicate dal Papa sono davvero tristi. Il parroco di Pomigliano don Gambardella ha spiegato alla Radio Vaticana che «accanto a 5.500 persone in cassa integrazione rischiano il posto altri 9 mila lavoratori dell'indotto Fiat». Da settembre chi è in cassa integrazione percepisce appena 750 euro al mese e il parroco ha rivelato che alla Caritas ogni giorno si rivolgono famiglie che non possono pagare le bollette e non hanno nulla da mangiare: «Noi abbiamo paura che questa situazione faccia crescere l'usura, i furti e la delinquenza. La camorra ne approfitta per assoldare nuovi adepti». Il parroco, insieme al vescovo di Nola Beniamino Depalma, è sceso in piazza con i lavoratori. Il vescovo, l'altro ieri al termine del corteo, ha scongiurato di «ascoltare il grido di questa gente, che non vuole oro e argento, ma solo pane e futuro». I 23 sindaci del Sulcis, dove l'Euralluminia ha previsto tagli alla produzione del 30%, hanno ringraziato il Papa e la stessa cosa hanno fatto gli amministratori di Prato, dove il settore tessile in crisi ha fatto perdere negli ultimi 8 anni oltre 9 mila posti con la chiusura di circa 2 mila aziende.
Anche il sindacato ha subito commentato, ieri pomeriggio, le parole di Benedetto XVI. Raffaele Bonanni (Cisl) sottolinea che il Papa ha ragione quando «mette in cima alla scala delle priorità la sicurezza delle persone». Luigi Angeletti (Uil) osserva che «la sensibilità del Papa è un grande incoraggiamento all'azione del sindacato» e chiede «una moratoria dei licenziamenti»: «Autorità politiche e imprenditori facciamo propria l'esortazione del Papa». Per Guglielmo Epifani (Cgil), le parole di Ratzinger sono «un richiamo importante al mondo politico e alle imprese e a chi rischia di sottovalutare la portata e la drammaticità della crisi».

© Copyright Eco di Bergamo, 2 marzo 2009

1 commento:

Anonimo ha detto...

Errata corrige! Solo su google, trattasi di anticipazione da Tempi.
Alessia