sabato 13 dicembre 2008

Il Papa: la crisi alimentare è colpa della speculazione (Politi)


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Il Papa: la crisi alimentare è colpa della speculazione

"Milioni di aborti non hanno eliminato il sottosviluppo" Da sola è incapace di costruire la pace e, in molti casi, anzi, crea divisioni e conflitti Le risorse contro la povertà ci sarebbero anche se cresce la popolazione Se è appiattita sul breve e sul brevissimo termine, diviene pericolosa per tutti

MARCO POLITI

CITTÀ DEL VATICANO

Milioni di «non nati» cancellati senza che sia eliminata la povertà, operatori finanziari incoscienti come cicale, spese per gli armamenti che ingoiano risorse, popoli interi ridotti al margine dei mercati mondiali. Nel suo tradizionale Messaggio per la giornata della pace Benedetto XVI fustiga i protagonisti di una globalizzazione incapace di costruire strutture di pace e solidarietà.
Si avverte nelle severe parole del Papa l´eco della tradizionale dottrina sociale della Chiesa, ma anche il crescendo degli allarmi che gli arrivano dai vescovi di tutto il mondo e il riflesso delle opere di chi si è accorto che il «mercatismo» sfrenato ha fatto il suo tempo. E il pensiero corre a Giulio Tremonti, autore stimato da Ratzinger.
Serve, dichiara il pontefice, un nuovo quadro giuridico per l´economia.
Serve un governo della globalizzazione perché la povertà rappresenta una nuova questione sociale a livello mondiale e non è sostenibile un pianeta in cui il gruppo dei ricchi diventi una «casa dorata» in mezzo al «degrado e al deserto». I cristiani si assumano l´impegno di una «opzione preferenziale per i poveri».
Durissime sono le critiche di Ratzinger all´indirizzo degli ex eroi di Wall Street. «Una finanza appiattita sul breve e brevissimo termine - scrive - diviene pericolosa per tutti, anche per chi riesce a beneficiarne durante le fasi di euforia».
La crisi alimentare (in un mondo dove un miliardo di persone è ridotto alla fame) non è frutto di carenze ma delle «speculazioni». Sotto accusa è la finanza «autoreferenziale», che non si è concentrata sulla «creazione di nuove opportunità di lavoro e produzione nel lungo periodo».
Benedetto XVI chiede nuove regole internazionali, istituzioni efficienti, legalità e «lotta alla criminalità».
Altrettanto duro è l´attacco del Papa alle politiche di pianificazione delle nascite. Ratzinger parla di uno sterminio di «milioni di bambini non nati», condotto in nome della lotta alla povertà, che finirebbe per trasformarsi nell´«eliminazione dei più poveri tra gli esseri umani». Forte anche l´attacco alle istituzioni internazionali, che imporrebbero ai Paesi poveri il «ricatto di chi condiziona gli aiuti economici all´attuazione di politiche contrarie alla vita».
Nel vivo della crisi Benedetto XVI chiede a tutti una coraggiosa autocritica sulle cause di ingiustizia nel mondo e stigmatizza l´aumento delle spese militari, che sottraggono risorse allo sviluppo. «Combattere la povertà, costruire la pace» è il titolo del Messaggio, che in occasione del primo gennaio verrà inviato a tutti i capi di stato e di governo. La globalizzazione di per sé, insiste il pontefice, è incapace di costruire la pace e anzi, in molti casi, divisioni e conflitti. In questo senso lottare contro la povertà significa «mettere a disposizione della giustizia e della pace risorse finora impensabili». Garantendo a tutti i Paesi le «stesse possibilità di accesso al mercato mondiale, evitando esclusioni e marginalizzazioni». Il che vale soprattutto per gli stati africani fortemente dipendenti dalle esportazioni di materie prime.
In ultima analisi il pontefice ricorda che sviluppo e cooperazione non sono questioni tecniche, ma opzioni concrete ispirate a «fratellanza e solidarietà». Vivissima è ora l´attesa per la prossima enciclica sociale di Benedetto XVI. Il cardinale Renato Martino la preannuncia per i primi mesi del 2009. Ha collaborato anche il ministro Tremonti? «No comment», risponde sorridendo il porporato.

© Copyright Repubblica, 12 dicembre 2008 consultabile online anche qui.

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