sabato 7 marzo 2009
Editoriale dell'Abbé Alain Lorans (Lefebvriani): traduzione in italiano
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Cari amici vi propongo una mia traduzione in italiano dell'editoriale dell'abate Alain Lorans apparso oggi sul sito della Fraternita' San Pio X.
R.
Suzanne ed i due vegliardi
Il teologo progressista Hans Küng ha concesso un'intervista a "Le Monde" il 24 febbraio, nella quale egli propone le sue soluzioni al Papa per evitare che la Chiesa diventi "una setta".
Occorrerebbe, secondo lui, ammettere i divorziati risposati alla comunione, a "certe condizioni", affrontare la correzione dell'enciclica Humanae Vitae autorizzando "in certi casi" l'uso dei contraccettivi e soprattutto sarebbe necessario che Benedetto XVI dichiarasse: "Io abrogo la legge sul celibato dei preti"
Ci si puo' rassicurare, ad ogni buon conto considerando che questa teologia sovversiva e' marginale nella Chiesa.
Quella del cardinale Martini, arcivescovo emerito di Milano, lo è molto meno.
Egli afferma esattamente la stessa cosa di Küng nelle "Conversazioni notturne a Gerusalemme". Egli preconizza in effetti l'ordinazione di uomini sposati, l'accesso delle donne agli ordini che precedono il sacerdozio (in attesa di meglio!) l'accesso dei divorziati risposati all'eucaristia, l'appello ai diritti della coscienza individuale contro la disciplina dell'enciclica Humanae vitae.
Un esperto al Concilio Vaticano II diceva: "Teilhard de Chardin è un Lamennais che ce l’ha fatta", sottointendendo che egli aveva fatto evolvere la Chiesa dall'interno, senza fare uno scisma.
Da questo punto di vista, il cardinale Martini è un Küng che ha avuto "successo" nel seno della gerarchia ecclesiastica.
In realtà essi sono due ottuagenari contrari alla Chiesa che ha le promesse dell'eternita.
Abbé Alain Lorans
Originale francese consultabile qui.
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10 commenti:
All'Abbé Alain Lorans dico con rispetto e fermezza: date il buon esempio. Sottomettetevi a papa Benedetto e riconoscete, non in modo ambiguo, la sua autorità. Fate con slancio quello che vi chiede per il bene della Chiesa. Potrà sembrarvi una pazzia, e invece Gesù ve la chiede tramite il suo Vicario. Perchè tentennate? Perchè tergiversate cercando tante scuse?. Vi prego: abbiate coraggio e tornate dentro la chiesa, fatela lievitare dall'interno anche con il vostro apporto. Ma smettete di puntare il dito. Ora non siete nella posizione di farlo. Mi dispiace. Chi parla di obbedienza e non la vive in prima persona, è come chi volesse insegnare a volare, ma non ha le ali. La credibilità e i "motivi di credibilià", cari fratelli Lefebvriani, oltre alla necessaria verità, erano già richiesti ai tempi del Vaticano I a chi vuole sostenere la fede cristiana.
Guardate alla gioia dei fratelli tradizionalisti che prima di voi hanno abbracciato Pietro. Perchè aspettate?!
Approvo ed appoggio al cento per cento le parole di fr. A.R.
Chiedo ai Lefebvriani di accettare l'autorita' del Santo Padre e di rientrare in comunione con la Chiesa.
Non posso in tutta onesta' affermare di non essere d'accordo con le considerazioni odierne dell'Abbé Alain Lorans.
Il blog ha ospitato varie recensioni al libro del cardinale Martini tratte, soprattutto, dal sito di Sandro Magister.
Ha stuputo e stupisce ancora una volta il silenzio della stampa cattolica.
Eppure in quel libro si mette in dubbio molto...molto!
I Lefebvriani possono contribuire in modo determinante al dibattito interno nella Chiesa Cattolica (ora troppo "spostato" a favore di posizioni diverse dal Magistero), ma saranno molto piu' incisivi se accetteranno l'autorita' del Papa.
R.
A scanso di equivoci vorrei ricordare che sul sacerdozio femminile si è espresso in via definitiva ,e quindi con il carisma dell'infallibilità, Giovanni Paolo II con la Lettera Apostolica "Ordinatio sacerdotalis" del 22 Maggio 1994.
Riporto il testo nella parte conclusiva:
"Benché la dottrina circa l'ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini sia conservata dalla costante e universale Tradizione della Chiesa e sia insegnata con fermezza dal Magistero nei documenti più recenti, tuttavia nel nostro tempo in diversi luoghi la si ritiene discutibile, o anche si attribuisce alla decisione della Chiesa di non ammettere le donne a tale ordinazione un valore meramente disciplinare.
Pertanto, al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli (cfr. Lc 22, 32), dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa.
Invocando su di voi, venerabili Fratelli, e sull'intero popolo cristiano il costante aiuto divino, a tutti imparto l'Apostolica Benedizione".
Dal Vaticano, il 22 maggio, Solennità di Pentecoste, dell'anno 1994, sedicesimo di Pontificato.
IOANNES PAULUS PP. II
A buon intenditor poche parole....
Antonio
ah la fedeltà al Papa! Sulla carta oggi pare essere vincolante solo per i lefebvriani. Tutti gli altri, possono invocarla per gli altri, vedi esternazioni dei vescovi tedeschi, ma evidentemente discuterne quando vogliono
A parte questa considerazione, condivido in pieno il ragionamento di fr. A.R
Dopo aver letto il libro del cardinal Martini mi ero riproposto di scrivergli. Tre erano le cose che avrei voluto dirgli, ma, poi, ho lasciato perdere..
Mi fermo solo su una di queste tre, quella che mi ha scompigliato di più. E non riguarda il celibato (nonostante tutto non mi scandalizzerebbe un duplice “grado di sacerdozio” come nelle chiese ortodosse), ma riguarda un certo clima che si percepisce leggendo, un clima che mi è sembrato pervasivo in tutto il libro: un clima di assenza del sacro, del mistero, del “Divino”.
Ho avuto la sensazione che ogni affermazione, ogni “verità” fosse scritta in lettere minuscole, sconfinasse cioè dentro il recinto del “possibile”, dell’umano, sempre e comunque, molto “umano”, troppo “umano”, solo “umano”! Lettura scorrevole, contenuti, se vogliamo, amabili, anche condivisibili (così “zuccherati”, diluiti, possibili da divenire anche “piacevoli”)!
Certo se il testo fosse stato scritto da un giornalista, da un colto sociologo o altro, beh, mi sarebbe anche piaciuto! Ma stato scritto da un cardinale! Ecco è li che non mi sono più trovato!
Successivamente ho pensato alle sensazioni che ho riportato (e riporto, ancora con sempre nuovo stupore) ogni volta che ho letto (o leggo) i testi scritti dal cardinal Ratzinger (li sto leggendo tutti, uno dopo l’altro). Non sono semplici, non si leggono d’un fiato… ma che “vertigini”!!!
Insomma, leggendo Martini ho incontrato l’”umano”, ma avrei voluto il “divino”. Quando leggo Ratzinger lo incontro (l’ho incontrato anche questa mattina leggendo il ringraziamento al cardinal Arinze). Non trovo mai un concetto banale. Nella semplicità delle parole: la scoperta di cieli sempre nuovi! E da un sacerdote, un vescovo, un cardinale, un Papa voglio proprio questo: parole semplici, ma profonde, portatrici e rivelatrici di Verità!
Dimenticavo: Martini resta una grande figura. Sono convinto che (uso parole del suo libro), Cristo, che l’ha viziato, amato e che lo ama, sarà pronto a prendergli la mano, a fargli superare la paura, quando sarà il momento, e ad accompagnarlo, con un sorriso, al Padre.
Altra dimenticanza: I lefèbvriani abbassino un pò la cresta! Pensino un pò di più a Santa Madre Chiesa, non solo alle loro "convenienze"!
Sia lodato Gesù Cristo, ragazzi! Che comunione qua dentro! Sottoscrivo ogni vostra parola scritta fin qui, dalla prima all'ultima.
Raffa, hai letto l'articolo di Alberto Giannino? Sono stupita da questa analisi secondo me poco lucida.
Benedetto XVI, il card. Martini e i Lefebvriani
http://www.imgpress.it
Alessia
Concordo con te, cara Alessia.
Segnalero' l'articolo di Giannino insieme a quello di Libero di domenica.
R.
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