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Fuga di notizie, caccia al «servo di mezza tacca»
Gian Guido Vecchi
CITTA' DEL VATICANO
Il problema è trovare la falla. Stabilire chi sia il responsabile di quelle «fughe di notizie» che, nelle parole dell' Osservatore Romano, «si fatica a non definire miserande».
Un nome, per ora, non c' è.
Non lo sanno in Segreteria di Stato. Non lo sa il Segretario di Stato. «Ma lo stanno cercando», si fa sapere ai piani alti del Vaticano.
Una ricerca all' interno della Curia, ovvio: quell' organismo che «ha un dovere di esemplarità», ammoniva il quotidiano della Santa Sede.
«Tutti i più vicini collaboratori sono lealmente fedeli al pontefice», garantisce il cardinale Bertone. Ma anche lui sa, spiegano in Vaticano, che «basta un servo infedele di mezza tacca» a combinare guai. Magari per interesse o spinto da «mandanti».
Chi? Ci sono gli oppositori «storici» di Ratzinger. Ma ci sono anche, sul fronte filolefebvriano, quelli che considerano il Papa - a ragione - un uomo del Concilio. Il grande teologo che legge le assise in «continuità» con la tradizione e per questo è avversato dagli opposti estremisti. La questione è seria perché «strumentalizzazioni e manipolazioni», favorite dalle «cosiddette fughe di notizie», hanno danneggiato seriamente Benedetto XVI. Che ha meditato alcune delle pagine più importanti del suo pontificato.
Una lettera bella, personale, priva di veli. Un documento che ci si preparava a presentare al mondo con cura, perché fosse studiato e compreso, ma che alla vigilia è filtrato dalla Santa Sede.
Anticipazioni, testi in italiano e tedesco in Rete. Col rischio di alterare l' interpretazione o di far prevalere la polemica mediatica sul contenuto. Proprio com' è accaduto all' inizio, con la revoca della scomunica ai lefebvriani. Fino a danneggiare, paradossalmente, anche chi all' interno della Fraternità desidera sinceramente la comunione con Roma.
© Copyright Corriere della sera, 14 marzo 2009 consultabile online anche qui.
3 commenti:
Il servo ha sempre un padrone.
Il modo semplice per capire i mandanti e i mandati è fare attenzione ai nomi di quelli che sono attaccati (dal Papa in giù) sui giornali e prendere nota di quelli che non sono mai nominati o quasi. Questi ultimi perchè pur avendo avuto o avendo ancora posti di responsabilità più o meno alti non sono mai citati?
Luigino
Il termine mandanti è usato oggi anche da Melloni.Il che conferma che, se ci sono dei mandanti, ci sono delle fazioni. Una bellezza.
Solo che Melloni di fazioni ne vede una sola. Gli altri, quelli che criticano il papa sono mossi, ho dovuto leggerlo tre volte, perchè pensavo a un refuso , dall'amore per la Chiesa e per il papa e non dall'odio. Certo non tutti quelli che criticano il papa sono mossi dall'odio, voglio ben sperare, ma veramente in certi attacchi Melloni ci ha visto dell'amore?
Non so, mi sembra di sognare.
C'è senz'altro un livello soggettivo nella definizione della soglia del rispetto umano. Ma, in questo caso, a me sembrava evidente oltre ogni ragionevole dubbio , l'attacco personale, inciprignito, e cattivo , quasi una liberazione dal rancore.
E invece leggo che il movente è stato l'amore. Anche Kasper e Lehmann hanno ammesso che si è, in alcuni casi, superato il segno.
Il blogger più gettonato della Croix, si chiama Koz e parla di rimorso. Il cardinale Meisner ho letto nella rete che invita a chiedere perdono. Siamo tutti matti?
Credo che con calma vada detta tutta la verità.
E volete che ve la dica tutta?ho letto vescovi più animosi di Kung.
L'articolo di Melloni e' "spettacolare".
Soprattutto quando osa dire che il Papa, nella sua lettera, abbandona l'idea dell'ermeneutica della continuita' nella lettura del Concilio.
Ne parleremo domani mattina...
Approfitto per augurare una buona serata a tutti :-)
Un abbraccio ed un grazie sincero.
R.
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