martedì 9 dicembre 2008
La morte di Alessio II: lo speciale del Sir
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ALESSIO II - Partecipazione e dolore
Il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie si è spento il 5 dicembre, all'età di 79 anni
Il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II è morto nella sua residenza fuori Mosca, a seguito di una lunga malattia. È stato il segretario per la stampa del Patriarcato di Mosca, padre Vladimir Vigilyansky ad annunciarlo all’agenzia Interfax, specificando che il Patriarca si è spento verso le ore 11, ora di Mosca. Il giorno dei funerali verrà deciso domani, in una riunione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa. Durante la riunione, si legge in una nota del Patriarcato di Mosca, verrà designata anche la persona che assumerà il governo della Chiesa ortodossa russa durante il periodo di vacanza della sede patriarcale, fino all’elezione del nuovo Patriarca. La stessa persona guiderà anche la Commissione che organizzerà i funerali.
La biografia.
Figlio di un sacerdote ortodosso, Alessio II nacque a Tallinn il 23 febbraio 1929. Si diplomò al seminario di Leningrado nel 1949, venne ordinato diacono nel 1950 (e in seguito, prete e monaco) e si laureò all’Accademia Clericale di Leningrado nel 1953. Il 14 agosto 1961 venne scelto come vescovo di Tallinn ed Estonia; il 23 giugno 1964 divenne arcivescovo e il 25 febbraio 1968, a soli 39 anni, metropolita. Dopo la morte del patriarca Pimen I nel 1990, Alessio fu chiamato a succedergli come Patriarca della Chiesa ortodossa di Russia. Forti i legami che lo univano a papa Benedetto XVI, frutto di una lunga storia di dialogo tra le due Chiese. Più volte auspicato e fortemente atteso, l’incontro tra il Papa e il Patriarca Alessio II non c’è mai stato. L’ultimo scambio di missive è stato in ottobre, in occasione della visita a Mosca del card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli. Nella lettera al Papa, il Patriarca così scriveva: “Sono lieto per le crescenti prospettive di sviluppare buone relazioni e una positiva cooperazione fra le nostre due Chiese. La solida base di ciò sta nelle nostre radici comuni e nelle nostre posizioni convergenti su molte questioni che oggi affliggono il mondo”.
Il cordoglio di Benedetto XVI.
Un “instancabile ministro” del Signore, compagno nel “comune impegno sul cammino della reciproca comprensione e collaborazione tra cattolici e ortodossi”. Così Benedetto XVI definisce Alessio II, nel telegramma di cordoglio inviato al Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, al quale esprime “fraterno affetto” e assicura “spirituale vicinanza in questo momento di grande tristezza”. “Memore del comune impegno sul cammino della reciproca comprensione e collaborazione fra ortodossi e cattolici – scrive il Santo Padre - mi è gradito ricordare gli sforzi che il defunto Patriarca ha profuso per la rinascita della Chiesa, dopo la dura oppressione ideologica, che ha causato il martirio di tanti testimoni della fede cristiana”. Di Alessio II il Papa ricorda anche “la buona battaglia per la difesa dei valori umani ed evangelici che egli ha condotto in particolare nel continente europeo, auspicando che il suo impegno produca frutti di pace e di autentico progresso umano, sociale e spirituale”. “Nell’ora sofferta del commiato, mentre il suo corpo mortale viene affidato alla terra in attesa della risurrezione – la preghiera finale del Pontefice – possa la memoria di questo servitore del Vangelo di Cristo essere sostegno per quanti ora sono nel dolore e di incoraggiamento a quanti ne raccoglieranno l'eredità nel guidare codesta veneranda Chiesa ortodossa russa”. Cordoglio è stato espresso con un telegramma anche dal segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone.
Promotore del dialogo.
“Una grande personalità del mondo cristiano contemporaneo”. Così il Patriarca ortodosso romeno Daniel ricorda Alessio II, “testimone della fede ortodossa nei tempi duri del comunismo” e “promotore instancabile del dialogo e della cooperazione intercristiana e interreligiosa”. Mentre il segretario generale della Kek, rev. Colin Williams, ha espresso la gratitudine della Conferenza delle Chiese europee, organismo che racchiude le Chiese protestanti, anglicana e ortodosse d’Europa, per il lavoro che il Patriarca ha svolto al suo interno. “Siamo grati – ha detto Williams – al ruolo che Alessio II ha svolto nella costruzione della Kek come uno strumento ecumenico efficace sia negli anni della sua presidenze sia come Patriarca della Chiesa ortodossa russa”. Cordoglio anche da parte dell’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams. “È stato un leader di grande statura – si legge in un comunicato diffuso dalla sede della Comunione anglicana a Londra – con abbondante esperienza, determinazione e coraggio, che ha guidato la sua Chiesa con mano ferma lungo un periodo della storia Russia di profonde sfide e cambiamenti”.
Profonda tristezza.
In un messaggio il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, esprime “profonda tristezza”. “Egli – si legge – è stato strumento nel promuovere l’enorme crescita di diocesi, parrocchie, monasteri e istituzioni educative che hanno dato nuova vita a una Chiesa dolorosamente provata così a lungo”. “Ricordo i miei numerosi incontri con Sua Santità”, prosegue il card. Kasper, mettendo in luce “la sua buona volontà verso il Santo Padre e il suo desiderio di rafforzare la collaborazione con la Chiesa cattolica”. “Tristezza” per la morte del Patriarca Alessio II avvenuta questa mattina a Mosca è stata espressa anche dal card. André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza dei vescovi di Francia, che ricorda l’incontro avvenuto in Russia poco più di un mese fa e la “cordialità che aveva caratterizzato questo incontro”, come pure la visita “che Sua Santità il Patriarca Alessio II aveva fatto a Parigi nel mese di ottobre 2007, durante la quale egli aveva venerato le reliquie della Corona di spine nella cattedrale Notre Dame ed è stato ricevuto presso la sede della Conferenza episcopale di Francia”.
Punto di riferimento per la cristianità.
Alessio II “ha rappresentato un punto di riferimento per tutta la cristianità e ha operato attivamente nel promuovere il dialogo ecumenico, sostenendo quella tensione all’unità che realizza il comando del Signore”, ha scritto in un messaggio la Conferenza episcopale italiana, nella persona del presidente, il card. Angelo Bagnasco, e del segretario generale, mons. Mariano Crociata. “Consapevoli del suo alto magistero e del ruolo determinante nella crescita del suo Paese – proseguono i vescovi – grati per la sua ripetuta presenza in terra italiana, esprimiamo il nostro cordoglio alla Chiesa ortodossa russa, nella certezza che il Padre misericordioso ricompenserà il suo servo fedele”.
Personalità di primissimo piano.
In una dichiarazione al SIR, mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della Commissione episcopale Cei per l’ecumenismo e il dialogo, ricorda l’“intenso rapporto personale” che lo univa ad Alessio II. “Con la sua morte – rileva – scompare una personalità di primissimo piano del mondo cristiano. È stato un protagonista della vita travagliata della Chiesa russa nella seconda metà del Novecento, nei difficili anni sovietici dapprima, e poi in quelli della rinascita dopo la fine dell’oppressione comunista. Il suo patriarcato infatti ha guidato la Chiesa negli anni della riacquisita libertà, della ripresa della vita religiosa, del ristabilimento di una piena vita ecclesiale in Russia e negli altri paesi ex-sovietici”. “Protagonista del cammino ecumenico” nell’ultimo mezzo secolo, del Patriarca mons. Paglia ricorda le “parole di sincero e profondo apprezzamento per il Santo Padre, Benedetto XVI e per il suo insegnamento, che reputava essere un contributo fondamentale alla difesa dei valori cristiani nel mondo contemporaneo”.
Ha saputo tenere unita la Chiesa.
Alessio II “ha sempre mostrato attenzione, amabilità e comprensione verso la mia missione”, afferma il nunzio apostolico mons. Antonio Mennini. “Con l’arcivescovo Pezzi – annuncia Mennini – abbiamo deciso di celebrare in cattedrale domenica prossima alle 10 una messa in suffragio del Patriarca alla quale sono chiamati a partecipare tutti i fedeli e i sacerdoti cattolici come segno della nostra solidarietà” al mondo ortodosso. “Il Patriarca – precisa il nunzio – ha saputo tenere unita la Chiesa salvaguardandola dalla fughe centrifughe e dalla pressioni esterne. Ha lavorato per la ricomposizione della Chiesa ortodossa russa all’estero. Si può dire che come un pastore, ha curato l’unità del gregge di Cristo”. “I cattolici della Russia in fraterna concordanza con i nostri fratelli e sorelle ortodosse elevano preghiere per l’eterno riposo di Sua Santità nella dimora dei giusti, nella certa speranza che nostro Signore lo accoglierà quale servo fedele nel suo Regno”, dichiara mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca, esprimendo “la partecipazione e il dolore a tutto l’episcopato ai sacerdoti, ai monaci, alle monache e a tutti i fedeli del popolo di Dio della Chiesa ortodossa russa”.
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