mercoledì 11 febbraio 2009

Caso Englaro: i commenti di Marcello Pera e de "Il Giornale"


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La religione della costituzione

MARCELLO PERA

Per decidere sul caso Eluana e sui molti altri simili se sia lecito togliere alimentazione a un individuo in coma permanente tutti si sono appellati all’art.32 della Costituzione. Ho ragione di credere che non sia stato letto con attenzione, perché quell’articolo, assieme a quelli che lo sostengono, porta a concludere esattamente nel senso opposto a ciò che è accaduto. L’art.32 fissa tre punti. Primo: esiste libertà di scelta della terapia o di rifiuto delle cure: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario». Secondo: la libertà terapeutica può essere regolata per legge: «... se non per disposizione di legge». Terzo: qualunque legge sulla libertà terapeutica o di rifiuto delle cure ha limiti invalicabili: «La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona». A questi limiti invalicabili la nostra Costituzione dà più di un nome, tutti con significato equipollente: all’art.32 il nome del limite è la «persona umana», all’art.41 il nome è la «dignità umana». E poi c’è l’art.2, che apparentemente nessuno legge più. È così lapidariamente bello l’inizio di questo articolo che conviene citarlo: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo».
Sono parole e concetti pesanti. Se la Repubblica questi diritti li «riconosce», allora essa non li crea: esistono prima della Repubblica stessa, indipendentemente dallo Stato, anteriormente allo Stato. Se sono «inviolabili», allora nessuno li può toccare né può disporne: né il malato, né i suoi congiunti, né la magistratura, né il Parlamento. E infine se sono diritti «dell’uomo», allora competono a lui in quanto uomo, sono propri della sua essenza di uomo, innati nella sua natura umana.
Il problema che i casi Eluana ci pongono è: togliere alimentazione a un malato terminale viola il diritto intoccabile alla vita e alla dignità dell’uomo? Alcuni rispondono: no, non lo viola perché quella non è più vita e non ha più dignità. Ma è un errore. Il malato terminale, quell’individuo in coma permanente che non ha più plausibili speranze di riprendersi, è ancora una persona, ha ancora la sua intrinseca dignità. Perché è soggetto dell’attenzione di chi lo cura e assiste, il quale soffre con lui e per lui. Perché emana affetto, chiede pietà, reclama solidarietà, instaura una relazione di comunità fra sé e noi. Perché è un uomo simile a noi, anche se le sue condizioni sono disperate. Ma allora, se costui è un uomo, è protetto dall’art.2 della Costituzione sui diritti dell’uomo: il suo diritto alla vita è intoccabile e non gli si può negare alimentazione.
Altri dicono: togliere alimentazione è sì provocare la morte, ma questo lo si può fare per rispetto alla sua «libertà personale». Anche questo è un errore: togliere alimentazione è togliere la vita e togliere la vita è togliere il presupposto stesso della dignità dell’uomo. Ma questo è proibito proprio dall’art.2 della Costituzione. E poi: che razza di concetto è mai questo della «libertà individuale»? Che cosa vuol dire libertà? Vuol dire arbitrio, discrezionalità sconfinata, licenza capricciosa, gratuita, illimitata? Può esserci libertà senza responsabilità e perciò senza limiti? Ancora un errore.
Ecco allora che la Costituzione ci offre gli strumenti giuridici e culturali per trattare i casi Eluana. Non occorre invocare la religione, né rivolgersi alla Chiesa, né ancor meno occorre la supponenza di insegnare alla Chiesa come essere Chiesa. Ai laici autentici è sufficiente la religione dell’art. 2: tutti gli uomini sono uguali in dignità e hanno gli stessi diritti inviolabili rispetto alla loro dignità. Certo, i laici autentici sanno qual è il nome della religione dell’art.2 della Costituzione. È il cristianesimo.

E sanno che senza il cristianesimo non ci sarebbe mai stato l’art.2. I laici anticristiani si dimenticano invece sia il nome che la cosa. Perciò chiedono che sia autorizzata la morte, perciò sollecitano che sia interrotta l’alimentazione, perciò polemizzano contro la Chiesa. Altro grave errore.

Ai laici sinceri, ripeto, basta la religione dell’art.2, la sua intangibilità. Chi vuole disfarsi anche di questa pietra miliare per assecondare la «libertà individuale» non è solo fuori della pietà cristiana, è - e ciò per un Parlamento laico conta assai di più - contrario alla Costituzione italiana.

© Copyright La Stampa, 11 febbraio 2009 consultabile online anche qui.

Vedi anche:

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28 commenti:

A.R. ha detto...

Una sola precisazione: Eluana non era una "malata terminale", come sembra affermare Pera, era semplicemente una handicappata gravissima, sopravvissuta ad un incidente con una terribile invalidità che le impediva di essere cosciente (per quanto ne sappiamo). Non prendeva medicine particolari per sopravvivere, nè era attaccata a nessuna macchina.
Il problema è allora: possiamo sospendere nutrimento e idratazione a chi non riesce a procurarseli da solo?

Anonimo ha detto...

Capisco che i giornalisti non siano medici, ma almeno informarsi prima di fare i moralisti sarebbe il caso.
Il coma è cosa molto diversa dallo stato vegetativo permanente, ma pur di indurre il pietismo più becero ....

Raffaella ha detto...

Se ampliassimo il ragionamento potremmo affermare che anche i neonati non possono procurarsi il cibo da soli.
Il senatore Marino ha affermato che la sacca contenente gli alimenti per Eluana era un composto chimico che richiede prescrizione medica.
Ok, ma nulla vieta di preparare al proprio domicilio la stessa sacca frullando gli alimenti.
E' chiaro che e' piu' pratico usare una sacca gia' pronta.
Non parlo per sentito dire.
Un mio familiare e' stato nutrito, a casa, per due anni con una siringa e poi con un sondino.
R.

Anonimo ha detto...

"Non prendeva medicine particolari per sopravvivere, nè era attaccata a nessuna macchina."

No a parte farmaci contro l'epilessia e per evitare i trombi.
Inoltre vorrei sapere quali farmaci, secondo lei sono "particolari" e quali normali.

"Il problema è allora: possiamo sospendere nutrimento e idratazione a chi non riesce a procurarseli da solo?"

Ecco il punto e rispondo con una domanda.
Tutti coloro che sono contrari alla sentenza dicono che Eluana era viva e non attaccata alle macchine. Quindi se Eluana avesse avuto bisogno di una macchina per continuare a respirare sarebbe stato lecito staccarla? Cioè, far respirare una persona è un atto medico ma nutrirla no? L'esito della sospensione delle cure nei due casi (nutrizione e respirazione) non avrebbe portato allo stesso esito finale?
Sospendere i farmaci per la trombosi non avrebbe portato comunque alla morte?

"Se ampliassimo il ragionamento potremmo affermare che anche i neonati non possono procurarsi il cibo da soli.."

I neonati sono in condizioni molto diverse da quelle di Eluana, non so se lo ha notato.
Un neonato è cosciente e reagisce agli stimoli in modo coordinato, Eluana no, un neonato ha un'ottima aspettativa di vita, Eluana no, un neonato è destinato ad accrescere le sue capacità cognitive e motorie con il tempo, Eluana no, il neonato non ha espresso la volontà di non essere trattenuto in uno stato vegetativo permanente, Eluana si ... se vuole vado avanti.

"... nulla vieta di preparare al proprio domicilio la stessa sacca frullando gli alimenti ..."

Nella nutrizione enterale non vengono usati alimenti frullati, sono particolari preparati che nulla hanno a che fare con lo spezzatino con le patate.

"Un mio familiare e' stato nutrito, a casa, per due anni con una siringa e poi con un sondino."

Il suo familiare era forse cosciente o non aveva i problemi che possono avere altre persone.

Raffaella ha detto...

Ok, Lei sa tutto anche cio' che avviene a casa altrui...
R.

Anonimo ha detto...

Sono pienamente d'accordo con raffaella.

Volendo apertamente provocare: Quanti nutrono i neonati con posate e alimenti da adulti? Quanti invece si servono di una speciale bottiglia chiamata biberon? Anche questa è "alta tecnologia"?

brustef1 ha detto...

Vi segnalo questa intervista, una delle più meditate e razionali che ho letto:

"Corriere della Sera - NAZIONALE -
sezione: Primo Piano - data: 2009-02-11 num: - pag: 9
categoria: REDAZIONALE
Dal Comitato di bioetica
La liberal Caporale «Inaccettabile mandarla a morte su volontà presunte»


ROMA — «È stata mandata a morte sulla base di una presunta volontà, in mancanza di dichiarazioni esplicite, autentiche. E' inaccettabile ». Potrebbe essere la riflessione di un cattolico. Invece a parlare è una laica-liberale doc. Cinzia Caporale, vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica, per due volte a capo della commissione bioetica dell'Unesco, dunque avvezza alle diversità culturali.
Una vita ingiustamente soppressa quella di Eluana?
«Sì, è così. Essersi basati su una ricostruzione a posteriori del suo consenso all'interruzione di terapie dal mio punto di vista è stata una scelta oltre che inaccettabile, rischiosa e approssimativa ».
Quale è il rischio?
«E' stata percorsa una strada che mette in pericolo la libertà della persona. Il consenso del paziente va raccolto con procedure di estrema garanzia specie quando sono in ballo decisioni cliniche che riguardano vita e morte. Qui siamo di fronte a un consenso presunto, basato su conversazioni. Manca la certezza della volontà. Tutti noi alla luce di questo precedente potremmo subire scelte che non volevamo e non abbiamo espresso. Ma lei ha mai provato a mettersi davanti a un foglio bianco e scrivere il suo testamento biologico?».
Io no e lei?
«Io sì e mi è preso un colpo. Ho capito di trovarmi di fronte a un atto di responsabilità molto importante, per me stessa e per altre persone. Ho lasciato perdere. Questo per dire la differenza che passa tra un atto firmato e depositato e una testimonianza riportata. Sono convinta che il testamento biologico sia uno strumento necessario soprattutto per la dignità del paziente».
In questi lunghi mesi politica e società hanno discusso su idratazione- alimentazione sì o no. Abbiamo sbagliato mira?
«Il problema non è chiedersi se queste siano cure o sostegno vitale. In ambedue i casi dovrebbero essere messe nelle mani del paziente così come sono nelle mani delle persone coscienti. Chi ha piene facoltà di intendere e volere non è forse libero di fare lo sciopero della fame?».
Che insegnamento trarre da questa storia?
«Dopo il turismo procreativo provocato da una legge sbagliata sulla fecondazione artificiale, ora c'è pericolo che prenda piede il pellegrinaggio della morte. Inaccettabile che un cittadino possa morire in Friuli e non in Lombardia e viceversa. I diritti civili e sociali devono essere uguali in tutto il Paese. L'atto di indirizzo del ministro Sacconi ha avuto questo significato. Ora serve una legge. Rapidamente».
Margherita De Bac"

Anonimo ha detto...

"Ok, Lei sa tutto anche cio' che avviene a casa altrui..."

Veramente lei non legge quello che scrivo.
Ho detto che, tranne in casi particolari come non nego possa essere il suo, normalmente non si somministra cibo frullato a persone nello stato di Eluana. Se così non fosse le suore che hanno accudito Eluana avrebbero provveduto diversamente o vuole contraddire pure loro?

"Volendo apertamente provocare: Quanti nutrono i neonati con posate e alimenti da adulti?"

Non so se sono io a spiegarmi male o lei a non capire.
Il problema non è la tecnologia della nutrizione ma il diverso stato in cui versava Eluana e quello di un neonato.
Nelle condizioni di Eluana l'alimentazione serviva solo a mantenerla biologicamente in vita, nessuno si aspettava che mangiando si riprendesse o migliorasse.
Nei neonati è invece SCIENTIFICAMENTE PROVATO che l'alimentazione provoca uno sviluppo psico-fisico del "soggetto".
Non mi pare che sia difficile capirlo a meno di non essere in malafede.

"Quanti invece si servono di una speciale bottiglia chiamata biberon? Anche questa è "alta tecnologia"?"

Lei non sa distinguere la "tecnica" dall'utilizzo che ne viene fatto. Questo è grave visto il tipo di discussione.
Se dovessi seguire il suo illogico modo di pensare dovrei dire che l'idratazione forzata praticata da chi tortura con imbuto e secchio un malcapitato porta alla morte e che pertanto dovrebbe essere PROIBITA.

Anonimo ha detto...

ilsanta: "Lei non sa distinguere la "tecnica" dall'utilizzo che ne viene fatto. Questo è grave visto il tipo di discussione.
Se dovessi seguire il suo illogico modo di pensare dovrei dire che l'idratazione forzata praticata da chi tortura con imbuto e secchio un malcapitato porta alla morte e che pertanto dovrebbe essere PROIBITA."

Da ingegnere di tecnica e del suo utilizzo qualche nozione mi è stata impartita. Esistono decine di "tecniche" che possono essere utilizzate per la vita o per la morte. Dalla semplice corda di iuta (utilizzabile per salvare un soggetto da un dirupo e per condannare un uomo all'impiccagione) alle tecniche in campo nucleare (utilizzate per realizzare strumenti medici e bombe atomiche). Ora, se lei reputa che far vivere una persona tramite alimentazione "forzata" sia equiparabile, anche lontanamente, ad tortura cinese, allora chiederei a lei il limite di questa "tortura": 1 anno, 2 anni, 17 anni? Se i parenti di Terry Wallis avessero sospeso l'alimentazione dopo 17 anni di stato vegetativo, non avrebbero mai visto il suo risveglio da tale stato 19 anni dopo l'incidente stradale.

http://tuespetrus.wordpress.com/2008/07/24/usa-risveglio-dopo-19-anni-un-mistero-per-la-scienza/

http://www.theterrywallisfund.org/

Anonimo ha detto...

messaggio di servizio:
Scusa Raffella, non ti è arrivato il mio post sui disabili psichici? o c'è qualcosa che non va?

brustef1 ha detto...

Bellissimo l'ultimo post di Giovanni. Mi viene in mente un avviso esposto in una enoteca: "L'acqua uccide" e, più in piccolo: "se ne bevete 8 litri per volta"

Raffaella ha detto...

No, Sam...

Anonimo ha detto...

Strano si è perso. Forse un diavoletto... Alla fine sottolineavo che l'eliminazione dei disabili era un programma nazista, subito anche da un parente dal Papa. E che molti di quelli che si stracciano le vesti per Wiliamson, sembrano essersene di colpo dimenticati...
Lo riscriverò, ma sul tardi perchè ora devo andare. Magari nel frattempo ti arriva.. misteri della rete.

brustef1 ha detto...

Sì, è davvero curioso che la sinistra, più o meno radicale, opti per l'eliminazione del "diverso". Eterogenesi dei fini o fine dell'eterogenesi?

Raffaella ha detto...

Sam, era nel post su Loquenzi.
Lo riporto anche qui :-)
R.

Anonimo ha detto...

Eluana era una disabile grave. Sanissima di corpo, apparentemente incosciente nella testa. Era una disabile psichica, come i cerebrolesi dalla nascita... Ce ne sono alcuni in cosiddetto stato vegetativo, altri che emettono suoni, parole e movimenti più o meno disarticolati. E che dire dei malati di Alzheimer? Lì oltre all'inconscienza e alla dipendenza c'è una malattia terminale che pian pian conduce alla morte del corpo. Curare questi malati è un dramma familiare e, per chi sa cosa vuol dire, una gran scocciatura sul piano pratico, lo si dica senza ipocrisie. Solo la carità può dare un senso e un sollievo a queste lunghe e tormentate assistenze. Ma senza fede, speranza e carità qualcuno potrebbe esser tentato di seguire l'esempio di Beppino, tanto più che lui aveva potuto delegare la cura, ma molte famiglie non ne hanno la possibilità e quindi sono realmente esaurite sul piano materiale e morale. Con questo principio, per cui la vita degna e tutelata è solo quella cosciente e indipendente, si potrebbero far fuori migliaia di persone solo nel nostro paese. Qual'è il livello di incoscienza e di dipendenza che determina la candidatura alla morte? Di Eluana nessuno può affermare con certezza scientifica quale fosse il grado di coscienza.Per il resto basta non essere in grado di provvedere a se stessi, senza bisogno di alcun macchinario vitale attaccato.
Nei giorni scorsi ci hanno riempito la testa con il caso Wiliamson e tra loro molti che ora difendono l'uccisione di Eluana. Nella memoria dell'olocausto hanno dimenticato che far fuori i disabili era un preciso programma nazista, in cui fu eliminato anche un parente del Papa?
In questo baratro non ci resta che la preghiera e la nostra luminosa speranza: Cristo è risorto!

brustef1 ha detto...

A proposito, Raffaella, anche a me si è volatilizzato un post sull'ineffabile Sciortino, negazionista della realtà...

Anonimo ha detto...

Confermo anch'io la sparizione di un mio post.

Raffaella ha detto...

Se fosse possibile riscriverli mi fareste un favore...
R.

Anonimo ha detto...

Ci sono persone che si sono riprese dallo stato vegetativo,
mi sembra ragionevole concludere che siano vive.
Pensare che siano resuscitate dalla morte riesce difficile persino a me.
In qualsiasi ospizio ci sono migliaia di "Eluana", se iniziamo a guardare alla qualita' della vita a chi riesce a cavarsela da solo e chi no, a chi e' solo un peso e chi no, scivoliamo su di un piano inclinato molto pericoloso.

La morte di Eluana e' stata crudele, nemmeno ad un cane si fa' fare una fine simile, anche perche' andresti in galera..

euge ha detto...

Condivido Elena!

Anonimo ha detto...

Questa volta credo che il mio post si sia veramente volatilizzato ....

Riscrivo:

x Giovanni

Terry Wallis non era in stato vegetativo permanente come Eluana, una scala messa a punto dal professor Joe Giacino lo aveva classificato in «coma minimo», gradino superiore allo stato vegetativo.
Pertanto riconfermo che dallo stato vegetativo permanente nessuno si è mai ripreso trascorsi 10 anni dall'evento.

x Elena

"Ci sono persone che si sono riprese dallo stato vegetativo,
mi sembra ragionevole concludere che siano vive."

Come abbiamo visto nessuno si è mai ripreso dopo aver passato 10 anni in stato vegetativo permanente, figuriamoci dopo 17 anni ...

"Pensare che siano resuscitate dalla morte riesce difficile persino a me."

Le persone in coma non sono morte.

"In qualsiasi ospizio ci sono migliaia di "Eluana", se iniziamo a guardare alla qualita' della vita a chi riesce a cavarsela da solo e chi no, a chi e' solo un peso e chi no, scivoliamo su di un piano inclinato molto pericoloso."

La famiglia Englaro non la ha mai messa su questo piano, si voleva solo far rispettare la volontà della figlia, punto.


"La morte di Eluana e' stata crudele, nemmeno ad un cane si fa' fare una fine simile, anche perche' andresti in galera.."

Visto il paragone continuo sulla sua scia ..... nemmeno i cani si lasciano soffrire per 17 anni, in questi casi vengono uccisi dai veterinari ... anche se ripeto che il paragone da lei fatto mi pare offensivo ...

Anonimo ha detto...

Eccomi sono tornata. Sono andata a celebrare la giornata del malato nella memoria della Beata Vergine di Lourdes. Ringrazio Dio ogni giorno, e specialmente quando mi concede di aiutare persone sofferenti, per avermi donato la grazia della conversione e della fede. C'è così tanto dolore in questo mondo! Nessuno di noi lo vorrebbe. Ma è una conseguenza del male del mondo, che è una conseguenza della libertà umana, usata contro Dio e contro l'uomo. Ogni male produce conseguenze di male, che spesso pagano gli innocenti.
Eppure anche il dolore, quando è illuminato dalla fede, dalla speranza e dalla carità di Cristo, dall'amore più disinteressato e vero, può riempirsi di sorrisi, di dolcezza, persino di allegria e di gioia. Consiglierei ai nostri amici laicisti, almeno quelli in buona fede, di provare a vedere e toccare per credere.
Conosco situazioni - ve le risparmio - oggettivamente molto più drammatiche ed insostenibili di quella di Beppino ed Eluana, eppure su nessuno dei protagonisti ho mai colto quell'espressione congelata e vagamente assente di sofferenza senza remissione, di morte senza speranza, che vedo sul volto di Beppino nelle foto o in TV. Sembra che sia la sua anima in stato vegetativo. Per questo provo davvero compassione per quest'uomo, pur condannando e trovando spaventose e ingiustificabili le sue azioni.
Oggi ho fatto dire una S.Messa per lui. Direi che quanto abbiamo pregato per Eluana, dobbiamo continuare a farlo per questo padre disgraziato e lo dico non in senso offensivo, ma etimologico e pietoso.
Grazie Raffaella e scusa perchè avevo confuso il post. Ho visto che di là l'amico Il santa mi ha risposto per le rime. Ma ho anch'io le mie da dire e continuerò di là, sempre approfittando della tua cristiana accoglienza. (:-)>--+

Anonimo ha detto...

"C'è così tanto dolore in questo mondo! Nessuno di noi lo vorrebbe. Ma è una conseguenza del male del mondo, che è una conseguenza della libertà umana, usata contro Dio e contro l'uomo."

Mi risulta difficile capire cosa leghi un malato di SLA (malattia genetica è quindi non dipendente da comportamenti "sbagliati") alla libertà umana, forse è un limite mio .....

"Eppure anche il dolore, .... può riempirsi di sorrisi, di dolcezza, persino di allegria e di gioia."

Non ne dubito.

"Consiglierei ai nostri amici laicisti, almeno quelli in buona fede, di provare a vedere e toccare per credere."

Giusto, sempre che si rispetti anche la campana opposta. Che vi siano persone che possono essere felici nella loro condizione di malattia non esclude che altri possano non esserlo e ritengo che anche la loro posizione sia da rispettare.

"Conosco situazioni ... che vedo sul volto di Beppino nelle foto o in TV."

Siamo diversi e non tutti devono avere lo stesso modo di vedere le cose. Beppino Englaro voleva solo fossero rispettate le volontà della figlia senza sotterfugi, non ci vedo niente di male.

"Sembra che sia la sua anima in stato vegetativo."

A me sembra che lo sia l'intelletto di molti politici, come si vede "Quot capita, tot sententiae".

"Ho visto che di là l'amico Il santa mi ha risposto per le rime. Ma ho anch'io le mie da dire ..."

Corro di là a leggere!

Raffaella ha detto...

Grazie a tutti per i preziosi contributi :-)
R.

Anonimo ha detto...

Si e' puntato tanto sulla volonta' della figlia ma ci sono conversazioni private fatte proprio dal padre che dicono che e' cosi'..ma oramai e' inutile parlarne

In stato vegetativo si soffre? In che senso..perche' si e' coscienti della propria condizione?

Ho usato forse una iperbole forse troppo forte..Ma e' quello che penso dare la morte ad un essere vivente in quel modo non lo farei mai nemmeno per il mio cane. Se una essere lo si ritiene condannato alla morte, lo si tratta come tale con tutta la dignita' che le spetta, dal mio punto di vista far disidratare un essere vivente, sedandolo quanto voi, non lo e' e non lo sara' mai.

Anonimo ha detto...

Ho dimenticato un non
...dicono che non e' cosi'

Anonimo ha detto...

Il signor ilsanta ha dato la risposta che mi aspettavo. Dall'articolo ha estratto un rigo eludendo la risposta. Dimentica il signor ilsanta che nell'84 la diagnosi per Terry Wallis fu di stato vegetativo. Dimentica ancora, ed è più grave, che la scala del prof. Giacino non è una scala accettata in toto nel campo medico, non essendoci accordo in materia in nessun senso. Il prof. Giacino, oltre alla scala che il signor ilsanta ha citato, tra le altre cose sostiene che ci siano casi ben più eclatanti del risveglio dopo 19 anni. Quindi delle due l'una, o il prof. Giacino è un millantatore, e quindi la scala dei coma falsa mentre è vera la tesi del sign. ilsanta secondo cui non ci si risveglia dopo 19 anni di stato vegetativo (ma questo andrebbe in contrasto col risveglio di Terry Wallis), o il prof. Giacino è uno scienziato serio e quindi la definizione di "coma minimo" avrebbe senso in medicina e contemporaneamente Terry Wallis si sarebbe risvegliato dopo 19 anni di coma vegetativo (ma questo andrebbe in contrasto con la postilla del sign. ilsanta).
In conclusione si continua a non capire quando, secondo il signor ilsanta, bisognerebbe smettere di "torturare" un corpo con acqua, cibo e medicine.
A presto
Gianni