sabato 14 febbraio 2009

Ultima tappa del confronto di Avvenire con Repubblica


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Leggiamo l'editoriale del direttore di Avvenire in risposta ad un articolo di ieri del direttore di Repubblica che ha omesso una parola...la piu' importante!
Ci fa molto piacere che Avvenire abbia deciso di controbattere punto per punto agli articoli dei giornaloni, facendo nomi e cognomi dei giornalisti.
Ci sarebbe piaciuto che anche per il Papa si fosse usato lo stesso metro nelle ultime settimane.
Abbiamo amaramente constatato, purtroppo, che Benedetto XVI e' stato lasciato solo, troppo solo, anche dalla stampa cattolica
.
R.

Ultima tappa (speriamo) del confronto con Repubblica

Basta una parola

So che è stucchevole, ma la verità prima di tutto. Ci dispiace, infatti, segnalare ai nostri lettori un nuovo episodio che si è verificato ieri su Repubblica.
Vorremmo credere all’«errore di battitura», ma poiché tutta un’argomentazione si basa su quell’«errore» è difficile anche per noi che abbiamo sempre riconosciuto a Ezio Mauro abilità nel fare il mestiere di giornalista e quello ancor più difficile di direttore di giornale. Il fatto. Per non correggere un suo collega che aveva sostenuto che Avvenire avesse definito «boia» Beppino Englaro, il direttore di Repubblica ha citato un paragrafo del nostro editoriale di martedì scorso. Ma tagliandone la conclusione e una parola chiave. E così ne ha fatto deragliare il senso.

Ecco il brano integrale: «Eluana è stata uccisa. E noi vogliamo chiedere perdono ai nostri figli e alle nostre figlie. Ci perdonino, se possono, per questo Paese che oggi ci sembra pieno di frasi vuote e di un unico gesto terribile, che li scuote e nessuno saprà mai dire quanto. Con che occhi ci guarderanno? Misurando come le loro parole, le esclamazioni? Rinunceranno, forse per paura e per sospetto, a ragionare della vita e della morte con chi gli è padre e madre e maestro e amico e gli potrebbe diventare testimone d’accusa e pubblico ministero e giudice e boia? Chi insegnerà, chi dimostrerà loro che certe parole, che le benedette, apodittiche certezze dei vent’anni non sono necessariamente e sempre pietre che gli saranno fardello, che forse un giorno potrebbero silenziosamente lapidarli? Ci perdonino, se possono. Perché Eluana è stata uccisa».

Nella versione di Repubblica la chiusa è stata ignorata e la parola, il concetto, «madre» è sparita.

Che è, guarda caso, l’unico modo per poter sostenere ciò che non è. Per poter argomentare che un lungo, esplicito e inequivocabile interrogativo sulla famiglia, sull’amore, sulla confidenza, sul rapporto che si crea nella scuola e sull’amicizia – realtà presenti nella vicenda umana e giudiziaria riguardante Eluana – andava letto, invece, come una incredibile affermazione «allusiva» contro una singola persona: il padre di Eluana. Beppino Englaro sarebbe stato richiamato come «padre e maestro e amico» di sua figlia e definito, dunque, per allusione «boia». Basta cancellare la madre, basta cancellare un’ultima dolente domanda e si confeziona una «sentenza» da ritorcere su chi l’avrebbe data. Tanto più che si era ormai alla fine di una vicenda in cui Avvenire era andato 'scompostamente' contromano. Cosa di più facile che forzare per irriderlo? Ma questo non è solo falso è anche ingiusto. (db)

© Copyright Avvenire, 14 febbraio 2009 consultabile online anche qui.

4 commenti:

mariateresa ha detto...

cara amica, adesso vedo bene tutto il sito. Con questa segnalazione annullo la mail che ti avevo mandato.

Anonimo ha detto...

Che schifo,taroccano pure gli articoli degli altri.
E poi parlano di giornale democratico che vuole -testuali parole del direttore Mauro- "rappresentare la parte MIGLIORE del Paese".

Antonio(orgogliosamente fra i PEGGIORI)

Anonimo ha detto...

Capisco che il rischio di una causa per diffamazione abbia consigliato Avvenire a moderare i toni, ma il tentativo di giustificare l'articolo non è convincente.

Voluta o meno la dimenticanza della parola madre nella citazione l'epiteto di boia si associa comunque anche al padre.

L'articolo non è una generica riflessione, ma un atto di accusa di Avvenire per l'omicidio di Eluana, tesi del quotidiano della CEI.

mariateresa ha detto...

Bastardlurker , ehmbè?
Che cari questi di Repubblica.
Sempre vigili, come il Comitato di Salute pubblica nella Francia della Rivoluzione.
Se non ci fossero loro, la parte migliore del paese, questi ottimati, dove andremmo a finire?
Tutti se la fanno addossso sennò gli fanno una causa per diffamazione.
Che virili virtù civiche!
Ma mi facci il piacere (Totò)