giovedì 19 marzo 2009

Ieri, per Papa Ratzinger, un’«agenda» ricca di appuntamenti. E la calorosa accoglienza della popolazione (Muolo)


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Il Papa: "L’esempio e la parola del loro Vescovo è per i sacerdoti un aiuto prezioso per dare alla loro vita spirituale e sacramentale un posto centrale nel loro ministero, incoraggiandoli a scoprire e vivere sempre più profondamente che lo specifico del pastore è essere innanzitutto un uomo di preghiera e che la vita spirituale e sacramentale è una straordinaria ricchezza dataci per noi stessi e per il bene del popolo che ci è affidato" (Discorso del Santo Padre ai Vescovi del Camerun)

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Regina degli Apostoli: ieri, per Ratzinger, un’«agenda» ricca di appuntamenti. E la calorosa accoglienza della popolazione

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DAL NOSTRO INVIATO A YAOUNDÉ (CAMERUN)

MIMMO MUOLO

È festa per il Camerun.
Una festa popolare che anima le strade al passaggio della papamobile e segna l’atmosfera di tutti gli incontri che Benedetto XVI ha avuto ieri, nella sua prima giornata completa in terra africana. Ovunque la gente fa ala al Pontefice, aspetta ordinatamente lungo i marciapiedi e poi gli manifesta tutto il suo entusiasmo.
È successo anche nel corso degli spostamenti che hanno portato papa Ratzinger dalla nunziatura al palazzo del presidente Paul Biya, dove si è svolta la visita di cortesia con il capo dello Stato e poi nella chiesa di Cristo Re in Tsinga per l’incontro con i vescovi. Copione rispettato pure nel pomeriggio lungo i viali fino alla Basilica di Maria Regina degli Apostoli che ha ospitato i Vespri celebrati alla presenza dei sacerdoti dei religiosi e delle religiose, oltre che di rappresentanti evangelici e ortodossi. Il Papa è molto contento dell’accoglienza che sta ricevendo, ha fatto sapere il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi.
E in attesa di pubblicare (oggi nel corso della Messa allo stadio di Yaoundé) l’I«nstrumentum laboris» del prossimo Sinodo per l’Africa, ieri ha dettato ai presuli della Conferenza episcopale e a tutti i consacrati una sorta di decalogo pastorale, per aiutarli nell’annuncio del Vangelo e per «contribuire alla costruzione di un mondo più giusto in cui ciascuno potrà vivere dignitosamente ». Un messaggio di speranza, riconciliazione e pace, dunque. Due i discorsi pronunciati dal Pontefice nel corso della giornata. Ai vescovi ha raccomandato innanzitutto una «profonda comunione» tra loro. Li ha quindi esortati a «intrattenere relazioni di particolare comunione con i sacerdoti». E ha messo l’accento proprio sulla formazione dei preti.
«Vi invito – ha detto infatti – a vigilare con particolare attenzione sulla fedeltà dei sacerdoti e delle persone consacrate agli impegni assunti con la loro ordinazione e con il loro ingresso nella vita religiosa, affinché perseverino nella loro vocazione». Chiaro qui il riferimento all’osservanza dei tre consigli evangelici: castità, povertà e obbedienza. «L’autenticità della loro testimonianza – ha perciò aggiunto – richiede che non vi sia alcuna differenza tra ciò che essi insegnano e ciò che vivono ogni giorno».
Una parte consistente del «decalogo» riguarda poi il rapporto con i laici. «Preservate con determinazione i valori fondamentali della famiglia africana, facendo della sua evangelizzazione una delle principali priorità», ha raccomandato il Papa . Benedetto XVI, infatti, si è detto consapevole delle «difficoltà dovute in special modo all’impatto della modernità e della secolarizzazione ». Anzi, ha messo in guardia anche contro «lo sviluppo di sette e movimenti esoterici » e «la crescente influenza di una religiosità superstiziosa». Di qui la sua esortazione a «dare un rinnovato impulso alla formazione dei giovani e degli adulti, in particolare nel mondo universitario e intellettuale». Significativa appare anche la sottolineatura (che anticipa uno dei temi dei prossimi giorni di viaggio) del ruolo delle donne nella Chiesa e nella società africana, con l’invito a incrementare la loro presenza e il loro ruolo. Così pure il Papa ha spronato i vescovi curare in maniera adeguata la formazione dei catechisti, che «nell’evangelizzazione hanno avuto e hanno ancora un posto determinante». Infine un richiamo alla liturgia. Piacciono al Pontefice le «celebrazioni ecclesiali festose e gioiose », ma – raccomanda – «la gioia così manifestata non sia un ostacolo per entrare in dialogo e in comunione con Dio» interiorizzandone la Parola e i sacramenti. Al «decalogo» mattutino Benedetto XVI ha poi aggiunto alcune pennellate parlando nel pomeriggio ai sacerdoti e ai consacrati.
Arrivato nella Basilica mariana di Yaoundé sotto una pioggia scrosciante, il Pontefice è stato accolto con il consueto calore da circa 3500 persone. A tutti ha chiesto di vivere in una «imitazione radicale di Cristo» poiché «il sacerdozio richiede rinunce, ma è fonte di gioia», e in particolare ai capi delle comunità religiose ha voluto ricordare che «spesso un uomo di minor valore è posto al di sopra di gente migliore di lui e a volte succede che l’inferiore ha più valore di colui che sembra comandargli».
«Quando chi ha ricevuto una dignità comprende questo – ha aggiunto –, non si gonfierà d’orgoglio, ma saprà che il suo inferiore può essere migliore di lui, così come Gesù è stato sottomesso a Giuseppe».
In effetti la figura del casto sposo di Maria, del quale Papa Ratzinger porta il nome, e la cui festa ricorre proprio oggi, è stata evocata anche in altri momenti della giornata del Pontefice. Il presidente Biya durante l’incontro mattutino gli ha donato una statua del santo.
Quindi ha voluto essere presente, insieme con l’estrosa consorte, a tutti gli altri momenti pubblici della giornata del Pontefice. Sul colloquio privato tra il Papa e il capo dello Stato non è trapelato nulla. Ma nel contemporaneo colloquio tra il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, e il primo ministro è stata certamente affrontata la questione dell’accordo Stato Chiesa. Un accordo che la cordialità di questi giorni sembra avvicinare sensibilmente.

© Copyright Avvenire, 19 marzo 2009

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