mercoledì 3 dicembre 2008

Benedetto XVI all’udienza generale: la venuta di Cristo è “il fiume di bene” e di speranza che vince il male del peccato originale (Radio Vaticana)


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Benedetto XVI all’udienza generale: la venuta di Cristo è “il fiume di bene” e di speranza che vince il male del peccato originale

Al “fiume del male” introdotto nella storia umana dal peccato originale del primo Adamo, Dio ha opposto il “fiume di puro bene” con la venuta di suo Figlio, il “nuovo Adamo”.
E’ in quest’ottica - ha affermato Benedetto XVI nell’udienza generale di questa mattina - che va compreso anche oggi il senso del peccato originale, segno della libertà umana di optare per la violenza piuttosto che per l’amore. Davanti ai circa settemila fedeli di tutti i continenti in Aula Paolo VI, il Papa ha invitato gli Istituti bancari e di credito a essere solidali, in tempo di crisi economica, con le famiglie e le fasce deboli della popolazione e a sostenere l’attività produttiva. Il servizio di Alessandro De Carolis:


L’esordio della storia della salvezza passa per un supremo atto di infedeltà della creatura verso il suo Creatore. Un peccato, quello di Adamo, sul quale l’umanità di ogni epoca ha riflettuto cercando di capire questo insondabile mistero e molto spesso di rimuoverlo, in questo caso dimenticando - ha affermato Benedetto XVI - ciò che San Paolo ha invece insegnato sin dalla prima ora della Chiesa:

“Al centro della scena non si trova tanto Adamo con le conseguenze del peccato sull'umanità, quanto Gesù Cristo e la grazia che, mediante Lui, è stata riversata in abbondanza sull'umanità (…) Pertanto, il confronto che Paolo traccia tra Adamo e Cristo mette in luce l’inferiorità del primo uomo rispetto alla prevalenza del secondo”.

Ma, si è chiesto il Papa, che cos’è il peccato originale? E soprattutto: è un’idea ancora oggi sostenibile? C’è un “dato empirico” dal quale bisogna partire per comprendere la grandezza del successivo disegno d’amore di Dio:

“Il dato empirico è che esiste una contraddizione nel nostro essere. Da una parte ogni uomo sa che deve fare il bene e intimamente lo vuole anche fare. Ma, nello stesso tempo, sente anche l'altro impulso di fare il contrario, di seguire la strada dell'egoismo, della violenza, di fare solo quanto gli piace anche sapendo di agire così contro il bene, contro Dio e contro il prossimo”.

Tanto la visione antica precedente a Cristo, quanto quella atea successiva - ha spiegato il Papa - hanno in sostanza asserito e ripetuto che sia il male sia il bene sono forze che esistono da sempre e che l’uomo non può dominare ma solo subire. Ma, ha obiettato Benedetto XVI:

“È una visione in fondo disperata: se è così, il male è invincibile. Alla fine conta solo il proprio interesse. E ogni progresso sarebbe necessariamente da pagare con un fiume di male e chi volesse servire al progresso dovrebbe accettare di pagare questo prezzo. La politica, in fondo, è impostata proprio su queste premesse: e ne vediamo gli effetti. Questo pensiero moderno può, alla fine, solo creare tristezza e cinismo”.

Del resto, ha proseguito il Papa, le notizie di varia violenza che arrivano ogni giorno dal mondo sono una conferma “innegabile” di quello che, ha detto il Pontefice, è “il fiume sporco del male” entrato nella storia col peccato originale. Tuttavia, ciò che conta - e che San Paolo insegna - non è tanto quel peccato originario in sé quanto ciò che è accaduto dopo, dimostrazione che il male è una forza subordinata al bene che è Dio:

“Dio ha introdotto la guarigione. È entrato in persona nella storia. Alla permanente fonte del male ha opposto una fonte di puro bene. Cristo crocifisso e risorto, nuovo Adamo, oppone al fiume sporco del male un fiume di luce. E questo fiume è presente nelle storia: vediamo i santi, i grandi santi ma anche gli umili santi, i semplici fedeli. Vediamo che il fiume di luce che viene da Cristo è presente, è forte”.

L’Avvento, in fondo, è il supremo mistero d’amore che risponde al mistero del male. E questa consapevolezza ha fatto scaturire dal cuore di benedetto XVI questa preghiera spontanea:

"Vieni Gesù; vieni, dà forza alla luce e al bene; vieni dove domina la menzogna, l'ignoranza di Dio, la violenza, l'ingiustizia; vieni, Signore Gesù, dà forza al bene nel mondo e aiutaci a essere portatori della tua luce, operatori della pace, testimoni della verità. Vieni Signore Gesù!".

Dopo la sintesi della catechesi nelle diverse lingue, il Papa si è come di consueto dedicato ai saluti particolari dei gruppi presenti all’udienza generale. Oltre alla gratitudine verso la Federazione Italiana Panificatori e Pasticceri, che ha donato dei panettoni natalizi destinati alle opere di carità del Papa, Benedetto XVI ha rivolto questo pensiero alla delegazione della Banca di Credito Cooperativo del Lamentino:

“La vostra presenza, cari amici, mi offre l’opportunità per porre in luce, specialmente in questo tempo di difficoltà per tante famiglie, uno degli obiettivi primari degli Istituti bancari e di credito, e cioè la solidarietà nei confronti delle fasce più deboli e il sostegno all’attività produttiva”.

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