domenica 14 dicembre 2008
Dal Papa un augurio di pace al «diletto popolo italiano» (Osservatore Romano)
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Un augurio di pace al «diletto popolo italiano»
Auguri di pace, autentico progresso umano, prosperità e concordia "all'intero diletto popolo di questa amata Penisola" sono stati rivolti da Benedetto XVI, nella mattina di sabato 13 dicembre, nell'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede. Un incontro con il personale e i familiari e la visita ufficiale, nei quali il Papa ha pronunciato due discorsi, hanno scandito l'avvenimento.
Il Papa è giunto verso le 11, accompagnato dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato; dagli arcivescovi Fernando Filoni, sostituto, Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati e James Michael Harvey, prefetto della Casa Pontificia; dal vescovo Paolo De Nicolò, reggente della Prefettura; dai monsignori Gabriele Caccia, assessore della Segreteria di Stato, Pietro Parolin, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati; Fortunatus Nwachukwu, capo del Protocollo; e Georg Gänswein, segretario particolare di Benedetto XVI.
Nella rappresentanza diplomatica è stato accolto dal ministro degli Affari esteri italiano, Franco Frattini; dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta; dall'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi, con la consorte; e dal cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini.
Lungo il percorso verso la cappella di palazzo Borromeo dedicata a san Carlo, Benedetto XVI ha incontrato il personale dell'Ambasciata - tra cui monsignor Marco Ceccarelli, consigliere ecclesiastico; Francesco Di Nitto, primo consigliere; Mauro Campanella e Maria Teresa Di Maio, primi segretari - e i familiari, con molti bambini.
Nel luogo di culto, restaurato di recente, ad attendere il Papa erano tra gli altri: il nunzio apostolico in Italia, arcivescovo Giuseppe Bertello, il segretario generale della Cei, il vescovo Mariano Crociata; il parroco della confinante Sant'Eugenio, don Miguel Diaz, con il vicario, e monsignor Francesco Camaldo, cerimoniere pontificio.
Dopo essersi inginocchiato in preghiera dinanzi al Santissimo Sacramento, il Pontefice ha ascoltato le parole di saluto rivoltegli dal sottosegretario Letta. Benedetto XVI ha risposto con il primo dei due discorsi previsti. Uscito dalla cappella, ha scoperto una lapide di pietra grigia a ricordo della visita. In ascensore è poi salito al primo piano dove, nella Sala delle Bandiere, si è intrattenuto con i ministri del governo italiano Altero Matteoli (Trasporti e infrastrutture) e Sandro Bondi (Beni culturali).
Nell'occasione il direttore dei Musei vaticani, Antonio Paolucci, e il sovrintendente del Polo museale fiorentino Cristina Acidini, hanno mostrato al Papa lo stupendo crocifisso ligneo attribuito a Michelangelo giovane, acquistato di recente dallo Stato italiano. L'opera era stata presentata alla stampa il giorno precedente nel corso di una conferenza svoltasi a palazzo Borromeo.
L'incontro ufficiale ha avuto luogo nel Salone dell'Ambasciata, dove il Papa ha assistito all'esecuzione del primo movimento del Quartetto n. 19 in do maggiore k. 465 di Mozart, detto "delle dissonanze", da parte del quartetto d'archi dell'orchestra Verdi di Milano, composto da Eriko Tsuchihashi, primo violino, Orges Caku, secondo violino, Gabriele Mugnai, viola e Luca Franzetti, violoncello.
Al termine ha ricevuto il saluto del ministro Frattini e ha pronunciato il secondo discorso. Tra i presenti, nel Salone, il senatore Andreotti, Maria Voce, presidente del movimento dei Focolari, una decina di ambasciatori, tra i quali il Decano del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede e gli ambasciatori di Stati Uniti d'America, Iraq e Angola, e i capi missione che negli ultimi anni hanno preceduto Zanardi Landi a palazzo Borromeo. Il Pontefice si è intrattenuto con alcune delle personalità intervenute, quindi, poco dopo mezzogiorno è rientrato in Vaticano.
(©L'Osservatore Romano - 14 dicembre 2008)
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