venerdì 12 dicembre 2008

Il Papa: «I diritti dell'uomo sono ultimamente fondati in Dio creatore» (Corriere)


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ROMA — I diritti dell'uomo sono «ultimamente fondati in Dio creatore» e «se si prescinde da questa solida base etica, rimangono fragili perché privi di solido fondamento».
Queste le parole di Benedetto XVI dopo il concerto in Vaticano per celebrare il 60esimo anniversario della Dichiarazione universale proclamata dall'Onu, che si è svolto alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano dei presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini e della Consulta Flick.
Al tempo stesso — ha affermato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone — non si possono far passare per diritti «semplici e spesso limitati bisogni contingenti», svincolati dalla «legge naturale », che finiscono per generare «quel degrado che in tante nostre società ha interesse a mettere in discussione l'etica della vita e della procreazione, del matrimonio e della vita familiare, come pure dell' educazione e della formazione delle giovani generazioni, introducendo unicamente una visione individualistica». Una polemica, seppur velata, con la stessa Organizzazione delle Nazioni Unite e in linea con le recenti prese di posizione vaticane sui gay e sulla salute riproduttiva dei disabili.
«La legge naturale, scritta da Dio nella coscienza umana — ha detto Ratzinger — è un denominatore comune a tutti gli uomini e a tutti i popoli; è una guida universale che tutti possono conoscere e sulla base della quale tutti possono intendersi», visto che tutti gli uomini sono stati creati dotati di «intelligenza e di libertà ». Per questo la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, secondo Papa Benedetto «costituisce ancora oggi un altissimo punto di riferimento del dialogo interculturale sulla libertà e sui diritti ». Ma la dignità di ogni uomo, ha aggiunto il Papa, «è garantita veramente soltanto quando tutti i suoi diritti fondamentali vengono riconosciuti, tutelati e promossi».
«Si constata — ha aggiunto Bertone, principale collaboratore di Benedetto XVI — che quando viene meno il riconoscimento del diritto alla vita e alla libertà religiosa anche il rispetto per gli altri diritti vacilla». Occorre, insomma, definire «l'esatta natura» dei diritti umani, «senza far dilagare la domanda di diritti in ogni direzione», senza cioè che vengano «arbitrariamente » costruiti «nuovi diritti, non meglio precisati nel contenuto e nella logica giuridica ».
Un Leitmotiv ha caratterizzato le tante celebrazioni e iniziative svoltesi in Italia: quanto finora fatto non è abbastanza; le violazioni sono ancora tante e ovunque. Il presidente Napolitano, in un messaggio, ha ricordato la necessità di garantire il primato della persona e della sua dignità su basi di libertà e di eguaglianza, sottolineando però «il profondo divario che ancora oggi separa le enunciazioni dei diritti dal loro effettivo esercizio ». «La doverosa constatazione dell'insufficienza degli sforzi sinora compiuti — ha aggiunto — impone un rinnovato e più forte impegno da parte delle istituzioni, delle associazioni e dei singoli» e il Parlamento «può dare certamente un impulso cruciale in tale direzione».

© Copyright Corriere della sera, 11 dicembre 2008

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