venerdì 13 febbraio 2009

Di Segni: "Un gesto opportuno". "Il contributo di Paolo VI in Terra Santa fu inesistente. Benedetto XVI si faccia ben consigliare..." (Bertasi)


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Di Segni: "Un gesto opportuno"

Alessandro Bertasi

Una dichiarazione che, oltre a distendere i rapporti tra Santa Sede e le comunità ebraiche, ha riaperto il dialogo anche con il capo Rabbino della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Di Segni.

Di Segni, oggi (ieri per chi legge, ndr) il Papa ha sostenuto che l'Olocausto è stato un crimine «contro Dio e l'umanità». Si può considerare questo gesto sufficiente per chiudere l'incidente causato dalle tesi negazioniste del monsignor Williamson?

«È stato un intervento necessario e opportuno che Benedetto XVI ha sentito di fare per ricucire uno strappo che purtroppo si è creato in questi ultimi giorni. Non potevamo accettare che la Chiesa Cattolica non si esprimesse o addirittura tollerasse simili affermazioni, né tantomeno che il Papa avesse tolto la scomunica a un uomo come Williamson che ha negato l'esistenza delle camere a gas e ha ridotto a 300.000 il numero degli ebrei uccisi. Un intervento comunque non innovativo sul piano dei rapporti tra il Papa e la comunità ebraica dato che già tre anni fa Benedetto XVI, ricevendomi, aveva condannato la Shoah riaffermando la volontà di collaborare».

Non le sembra interessante che la vicenda si sia chiusa proprio nella settimana in cui gli ebrei leggono i testi relativi ai dieci comandamenti, ovvero le tavole della legge che i cristiani hanno in comune con gli ebrei?

«L'uso del simbolismo è una cosa delicata. Non dimentichiamo che le tavole della legge sono anche il segno della rottura teologica tra le due religioni. E se poi volessimo dirla tutta, come dovremmo leggere simbolicamente il fatto che Williamson ha negato l'Olocausto proprio nel giorno della Memoria?».

Benedetto XVI ha comunicato che è pronto per andare a Gerusalemme. Pensa che sia un ulteriore gesto per rinsaldare il rapporti tra le due religioni?

«Il Papa andrà a Gerusalemme in una duplice veste. Quella di capo di Stato e quella di massimo esponente del cattolicesimo. Non so cosa succederà, anche se spero che possa diventare un momento importante. Ci sono stati altri due papi a Gerusalemme e le conseguenze di quei viaggi furono una l'opposto dell'altra.

Fa riferimento a Paolo VI e a Giovanni Paolo II?

«Sì. Paolo VI, nel 1964, fu il primo Papa a mettere piede in Terra Santa. Purtroppo il suo contributo alla causa fu inesistente, non riconobbe nulla agli ebrei. Non vorrei esagerare ma mi sembrò quasi una dichiarazione di guerra. Di tutto altro stampo il viaggio, nell'anno giubilare del 2000, di Giovanni Paolo II, che ebbe grande rispetto e fu visibilmente felice di riabbracciare quelli che definì i "fratelli maggiori". Confido che Benedetto XVI si faccia ben consigliare».

Crede forse che abbia cattivi consiglieri?

«Non ho detto questo. Io ho detto che spero sappiano consigliarlo bene».

© Copyright Il Tempo, 13 febbraio 2009 consultabile online anche qui.

Non ho parole e quindi tacero'...
R.

Vedi anche:

Int. a DI SEGNI RICCARDO - "MA ORA I LEFEBVRIANI ACCETTINO LA FRATELLANZA TRA CRISTIANI E EBREI" (Galeazzi)

Continuo a non avere parole...
R.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Il solito "simpaticone", eh?
Alessia

Anonimo ha detto...

Quanta spocchia...
Ma con chi crede di parlare?
NELLE SUE PAROLE SI SENTE UNA PRETESA SUPERIORITA' MORALE E CULTURALE CHE NON ACCETTO!
ABBIA RISPETTO PER GI ALTRI ALTRIMENTI NON PRETENDA UN RISPETTO CHE DA PARTE MIA ORMAI E' QUASI SCOMPARSO( e ne avevo sinceramente tanto)!
Antonio

euge ha detto...

Giaà caro Antonio questo sentirsi superiore a tutto ed a tutti sinceramente da fastidio anche a me!

Ma credo che questa sia purtroppo, una prerogativa generale.

Anonimo ha detto...

Ciò che lascia stupefatti è il grande cambiamento che da Toaff in poi è avvenuto nella comunità ebraica romana e italiana. Di Segni, quando senza mezzi termini "consiglia" al Papa di farsi ben consigliare, offende l'intelligenza di un uomo come Benedetto decimosesto che evidentemente non ha bisogno di farsi consigliare alcunchè. Non voglio sembrare catastrofista, ma la sua espressione sul fatto che non sà cosa succederà durantre la annuncuiata visita a Gerusalemme è inquietante e francamente getta una luce di meschinità in tutta la sua intervista. Forse a farsi ben consigliare dovrebbe essere proprio il Rabbino Capo di Roma. Meglio tardi che mai.

Anonimo ha detto...

Dire di "farsi ben consigliare" a un "gigante della teologia e del pensiero in generale come Benedetto XVI è quanto meno temerario....Non è la prima volta che il dr. Di Segni ha di queste uscite, chiamiamole così, "estemporanee"

euge ha detto...

Caro davide Toaff è una persona preparata con cui si poteva condurre un dialogo sensato senza le uscite estemporanee come le definisce Carla che estemporanee non sono. Anch'io non vedo di buon occhio questo viaggio in Israele proprio per niente; per il motivo che c'è troppa falsita da parte di taòuni verso Benedetto XVI. Attirandomi le critiche di molti credo, esorto che chi si occuperà dell'incolumità del nostro Pontefice durante non solo il viaggio in Israele ma, anche in Africa, lo faccia nel migliore dei modi. Perchè sicuramente se gli accadesse qualcosa credo che non sarei disposta a perdonarglielo.