sabato 21 febbraio 2009

Il Papa: lo spettro dell'eugenetica torna minaccioso sul mondo (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere e speciale gratitudine pubblichiamo questo importante contributo alla riflessione scritto da Salvatore Izzo.
Bello il riferimento ad un particolare della vita personale del Papa, che in tanti sembrano volutamente ignorare, ed alla stima espressa da Benedetto XVI, anche in questa occasione, per la scienza
.
R.

PAPA: SPETTRO EUGENETICA TORNA MINACCIOSO SUL MONDO

(AGI) - CdV, 21 feb.

(di Salvatore Izzo)

E' reale nel mondo di oggi il rischio di un ritorno a forme di eutansia eugenetica che l'umanita' ha gia' conosciuto ad esempio nell'antica Roma, dove i bambini handicappati venivano gettati dalla Rupe Tarpea, e nella Germania nazista, dove fu soppresso anche un cugino del Papa perche' affetto da sindrome di down.

Di nuovo, ha denunciato oggi Benedetto XVI, si dimentica "l'uguale dignita' di ogni essere umano per il fatto stesso di essere venuto alla vita" e "si tende a privilegiare le capacita' operative, l'efficienza, la perfezione e la bellezza fisica a detrimento di altre dimensioni dell'esistenza non ritenute degne. Viene cosi' indebolito il rispetto che e' dovuto a ogni essere umano, anche in presenza di un difetto nel suo sviluppo o di una malattia genetica che potra' manifestarsi nel corso della sua vita, e sono penalizzati fin dal concepimento quei figli la cui vita e' giudicata come non degna di essere vissuta".
Nel discorso di oggi alla Pontificia Accademia della Vita, Papa Ratzinger non ha citato esplicitamente il caso di Eluana Englaro, ma le sue parole sono state chiarissime: "lo sviluppo biologico, psichico, culturale o lo stato di salute non possono mai diventare - ha scandito - un elemento discriminante.
E' necessario, al contrario, consolidare la cultura dell'accoglienza e dell'amore che testimoniano concretamente la solidarieta' verso chi soffre, abbattendo le barriere che spesso la societa' erige discriminando chi e' disabile e affetto da patologie, o peggio giungendo alla selezione ed al rifiuto della vita in nome di un ideale astratto di salute e di perfezione fisica".
Per il Pontefice occorre dunque "ribadire che ogni discriminazione esercitata da qualsiasi potere nei confronti di persone, popoli o etnie sulla base di differenze riconducibili a reali o presunti fattori genetici e' un attentato contro l'intera umanita'".

L'incontro con la Pontificia Accademia della Vita, che raccoglie scienziati, giuristi, esperti di bioetica e teologi, pero' e' stato per Papa Benedetto anche l'occasione di ribadire che la Chiesa guarda con simpatia alla scienza e in particolare ai grandi progressi della genetica, e questo anche perche' tale branca della medicina e' nata in casa sua.

Ma, ha spiegato, "la fiducia nella scienza non puo' far dimenticare il primato dell'etica quando in gioco vi e' la vita umana".
"Da quando, nella meta' dell'Ottocento - infatti - l'abate agostiniano Gregorio Mendel, scopri' le leggi dell'ereditarieta' dei caratteri, tanto da essere considerato il fondatore della genetica, questa scienza ha compiuto realmente passi da gigante nella comprensione di quel linguaggio che sta alla base dell'informazione biologica e che determina lo sviluppo di un essere vivente".
Ed oggi "la genetica moderna occupa un posto di particolare rilievo all'interno delle discipline biologiche che hanno contribuito al prodigioso sviluppo delle conoscenze sull'architettura invisibile del corpo umano e i processi cellulari e molecolari che presiedono alle sue molteplici attivita'".
E tuttavia anche nel campo della genetica ci sono rischi incombenti, come la sperimentazione sugli embrioni per produrre le cellule staminali: "se l'uomo viene ridotto ad oggetto di manipolazione sperimentale fin dai primi stadi del suo sviluppo, cio' significa - e' stato il monito del Pontefice - che le biotecnologie mediche si arrendono all'arbitrio del piu' forte".
In "un delicato momento storico come quello presente che vede un radicale cambiamento paradigmatico nei concetti fondamentali della vita", Benedetto XVI "con forza e profondita' speculativa ha richiamato al valore della vita sempre, dovunque e nonostante tutto", ha voluto sottolineare da parte sua il presidente della Pontificia Accademia della Vita, mons. Rino Fisichella esprimendo gratitudine al Pontefice "per avere sottolineato il valore del senso della vita sia nella sofferenza come nella morte, vissute sempre con la stessa dignita' che proviene dal fato di essere una persona immagine del Creatore".
"Il suo magistero - ha assicurato a nome degli scienziati membri dell'Accademia vaticana - e' per noi fonte di riflessione, ma nello stesso tempo e' di conforto e sostegno per il grande popolo della vita che in ogni parte del mondo in differenti modi testimonia il valore costitutivo, inviolabile e indisponibile che la vita personale possiede".
Da tutti dunque, per il "conforto e sostegno per il grande popolo della vita".

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