sabato 21 febbraio 2009

Il Papa: nella Chiesa troppa arroganza così rischia di diventare una caricatura (Nìcoli)


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«Si pensa che uno è migliore dell'altro, e si fanno polemiche distruttive»

Il Papa: nella Chiesa troppa arroganza così rischia di diventare una caricatura

Bisogna tentare di ritrovarsi insieme nell'umiltà della fede

Alessandro Nìcoli

Roma

Papa Benedetto XVI, in visita ieri sera al Seminario Maggiore di Roma, si è lamentato delle «polemiche distruttive» che purtroppo affliggono la Chiesa di oggi e rischiano di trasformarla in una «caricatura».
«Occorre fare un esame di coscienza», ha esortato nel suo discorso, puntando il dito contro «l'arroganza intellettuale» di taluni. Nessun nome, nessun caso specifico.
Ma sullo sfondo del discorso a braccio pronunciato da Ratzinger, con voce roca e grave, è difficile non vedere le critiche piovute su di lui e sulla Curia romana da parte di presuli e interi episcopati, dopo la decisione di revocare la scomunica ai lefebvriani e dopo la la nomina di un vescovo ultraconservatore in Austria.
«San Paolo – ha spiegato il Papa ai 103 seminaristi di Roma – rimproverava i Galati: vi mordete e attaccate a vicenda come delle belve; emergono le polemiche e uno morde l'altro. Vediamo bene che anche oggi ci sono cose simili. Con arroganza intellettuale si pensa che uno è migliore dell'altro, e si fanno polemiche distruttive. Così emerge una caricatura della Chiesa», ha sottolineato. Serve invece «un esame di coscienza, che ci aiuti – ha detto – a non pensare di essere superiori all'altro, ma a trovarci insieme nell'umiltà della fede. Così – ha rimarcato – si apre il grande spazio della verità e della libertà».
Il Papa ha poi ricordato come la libertà non possa mai divenire «l'assolutizzazione dell'io». Ciò – ha ammonito – sarebbe la degradazione dell'uomo. «Il libertinismo non è libertà ma il fallimento della libertà», ha aggiunto. «La libertà – ha proseguito – si realizza nel servire; ridursi alla carne, intesa come assolutizzazione di se stesso, mette l'uomo nella menzogna».
Se, nel discorso ai seminaristi, Benedetto XVI è sembrato seguire soprattutto i suoi pensieri sugli sbandamenti della Chiesa, ieri mattina invece, nell'udienza alla Pontificia Commissione per l'America Latina, il Papa ha parlato dei criteri di ammissione e selezione dei futuri preti. «Oggi più che mai – ha osservato il Pontefice – occorre che i seminaristi, con retta intenzione e al margine di qualunque altro interesse, aspirino al sacerdozio mossi unicamente dalla volontà di essere autentici discepoli e missionari di Gesù Cristo».

© Copyright Gazzetta del sud, 21 febbraio 2009 consultabile online anche qui.

Mah...il Papa ha parlato per la Chiesa, non per se stesso!
R.

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