domenica 1 febbraio 2009

Ecco la vera ragione della scomunica di Mons. Lefebvre, di Mons. de Castro Mayer e dei quattro vescovi da loro ordinati (Repubblica, 1/7/1988)


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Sempre grazie all'agente 007 Gemma, leggiamo un articolo molto istruttivo di Orazio La Rocca (che tuttora lavora per Repubblica) a proposito della scomunica comminata ai vescovi celebranti Marcel Lefebvre e Antonio de Castro Mayer e ai quattro vescovi da loro ordinati Bernard Fellay, Alfonso De Galarreta, Richard Williamson e Bernard Tissier De Mallerais.
E' un articolo pubblicato il 1° LUGLIO 1998
Come possiamo notare dalla lettura dell'articolo la parola "Concilio" non e' citata nemmeno di striscio!
Si dice in MODO INEQUIVOCABILE che la scomunica fu comminata in seguito alle ordinazioni vescovili senza mandato papale.
Dopo l'articolo il testo del decreto Dominus Marcellus Lefebvre della Congregazione per i vescovi che commina la scomunica ai sei presuli.
Vogliamo continuare a lungo con il teatrino?

R.

'SIETE SCOMUNICATI' ANNUNCIA IL VATICANO

Repubblica — 01 luglio 1988 pagina 2 sezione:
LO SCISMA DI ECONE

CITTA' DEL VATICANO

di ORAZIO LA ROCCA

Scomunica, subito. La Santa Sede ha risposto così al vescovo ribelle Marcel Lefebvre, non appena ieri a mezzogiorno da Econe è arrivata in Vaticano la conferma che il capo dei tradizionalisti cattolici aveva effettuato le quattro preannunciate consacrazioni vescovili senza l' autorizzazione del papa. Subito dopo il clamoroso gesto scismatico, con una inusuale tempestività, la sala stampa vaticana ha infatti diffuso il comunicato ufficiale nel quale ha spiegato i termini giuridici e canonici del provvedimento punitivo adottato nei confronti di monsignor Lefebvre e dei quattro sacerdoti tradizionalisti da lui consacrati illegalmente vescovi (lo spagnolo Alfonso De Galarreta, lo svizzero Bernard Fellay, l' inglese Richard Williamson e il francese Bernard Tissier De Mallerais). Il documento è stato illustrato ad una sala stampa gremitissima (presenti oltre un centinaio di giornalisti provenienti da tutto il mondo) dal portavoce del papa, Joaquin Navarro Vals, che ha esordito spiegando che la risposta vaticana a monsignor Lefebvre non andava letta come un gesto ulteriormente polemico, bensì come un atto di estrema chiarezza formulato in particolar modo per i fedeli e la comunità cattolica.

Il Vaticano, quindi, in un comunicato di appena ventuno righe ha dichiarato al mondo che il vescovo ribelle di Econe e i quattro neo-consacrati si sono posti da ieri al di fuori della Chiesa cattolica romana, in base al canone 1013 del Codice di diritto canonico, secondo cui nessun vescovo può consacrare un altro vescovo senza il mandato pontificio.
Di conseguenza, precisa la Santa Sede, le consacrazioni episcopali avvenute il 30 giugno per mano di monsignor Lefebvre, nonostante l' ammonizione del 17 giugno, sono state compiute espressamente contro il volere del papa.

Il vescovo di Econe, ha ulteriormente precisato il Vaticano, ha compiuto un atto formalmente scismatico essendosi rifiutato di sottomettersi al Sommo Pontefice e alla comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti.

Per cui, è sempre scritto nel comunicato vaticano, sia monsignor Lefebvre, sia i vescovi da lui consacrati, sono incorsi ipso facto nella scomunica latae sententiae (cioè immediata ndr) riservata alla Sede Apostolica.

La Santa Sede, inoltre, respinge lo stato di necessità (secondo quanto prevede il canone 1323 del Codice), invocato da Econe per giustificare in qualche modo le quattro nomine vescovili effettuate senza il placet papale.

Quella pretesa necessità specifica il comunicato del Vaticano è stata creata appositamente da monsignor Lefebvre per conservare un atteggiamento di divisione dalla Chiesa cattolica, nonostante le offerte di comunione e le concessioni fatto dal Santo Padre Giovanni Paolo II.

Dopo la lettura del comunicato, Navarro ha chiarito che il Vaticano non ha scomunicato l' anziano vescovo brasiliano Antonio de Castro Mayer, perché pur essendo ieri ad Econe non ha preso parte alla consacrazione. Incorreranno nella scomunica anche tutti gli altri sacerdoti lefebvriani e quanti (suore, religiosi, laici) seguono fedelmente la dottrina tradizionalista del vescovo ribelle? Per il momento, ha risposto Navarro, il provvedimento disciplinare riguarda solo monsignor Lefebvre e i quattro vescovi abusivi. In merito alla sorte degli altri, la Santa Sede oggi diffonderà un altro documento preparato dalla congregazione per la dottrina della Fede, l' ex sant' Uffizio. Fin qui il Vaticano. Ma sullo strappo di Lefebvre ieri sono intervenute tutte le componenti ecclesiastiche sia italiane che estere.
Tra le prime, la Conferenza episcopale italiana, che in un comunicato della presidenza ha espresso tutto il dolore dei vescovi italiani e delle Chiese che sono in Italia. La Cei, pochi minuti dopo il gesto scismatico di Lefebvre, ha fatto sapere di essersi unita in intima partecipazione alla sofferenza del Papa, pregando per l' unità della Chiesa e per la salvezza del vescovo ribelle e di tutti coloro che lo hanno seguito. Parole di solidarietà a Giovanni Paolo II, inoltre, sono state pronunziate dal prelato dell' Opus Dei, monsignor Alvaro Del Portillo. Senza il papa ha detto non c' è la Chiesa, ma una folla sbandata di credenti e il mondo resta al buio. Secondo il teologo Gianni Gennari, presidente del movimento italiano dei preti sposati, Vocatio, lo scisma di Lefebvre è un atto doloroso per tutta la Chiesa, ma forse porta chiarezza. Con il suo atteggiamento, si legge in una nota diffusa da Comunione e liberazione, monsignor Lefebvre ha fatto il gioco dei nemici della tradizione. Quello che è accaduto a Econe secondo Cl è una gravissima ferita all' unità del corpo di Cristo, di fronte alla quale impallidiscono tutte le ragioni addotte per spiegarlo. La conseguenza più grave di questo atto di ribellione compiuto per difendere i valori della tradizione conclude la nota ciellina è proprio quella di favorire gli avversari della vera tradizione, cioè gli avversari del papa e del prefetto della congregazione per la dottrina della Fede, cioè il cardinale Joseph Ratzinger. Infine le Acli, l' associazione di lavoratori cristiani, in una nota hanno espresso fedeltà al papa e reso noto di provare una immensa tristezza per lo scisma consumato da monsignor Lefebvre.

© Copyright Repubblica, 1° luglio 1988 consultabile online anche qui.

IL DECRETO DELLA CONGREGAZIONE PER I VESCOVI

Con il decreto Dominus Marcellus Lefebvre della Congregazione per i vescovi, del 1° luglio 1988, viene comminata la scomunica all’arcivescovo scismatico Marcel Lefebvre e ai suoi seguaci:

«Monsignor Marcel Lefebvre, arcivescovo-vescovo emerito di Tulle, avendo - nonostante l’ammonizione formale del 17 giugno scorso e i ripetuti interventi perché desistesse dal suo intento - compiuto un atto di natura scismatica mediante la consacrazione episcopale di quattro presbiteri, senza mandato pontificio e contro la volontà del Sommo Pontefice, è incorso nella pena prevista dal can. 1364 §1 e dal can. 1382 del Codice di diritto canonico.
Dichiaro a tutti gli effetti giuridici che sia il suddetto monsignor Marcel Lefebvre sia Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta sono incorsi ipso facto nella scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica.
Dichiaro inoltre che monsignor Antonio de Castro Mayer, vescovo emerito di Campos, avendo partecipato direttamente alla celebrazione liturgica come conconsacrante e avendo pubblicamente aderito all’atto scismatico, è incorso nella scomunica latae sententiae prevista dal can. 1364 §1.
Si ammoniscono i sacerdoti e i fedeli a non voler aderire allo scisma di monsignor Lefebvre, perché incorrerebbero ipso facto nella gravissima pena della scomunica».
Il Santo Padre con il motu proprio Ecclesia Dei del 2 luglio, auspica che “si metta in luce la continuità del Concilio con la Tradizione”.

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