domenica 22 febbraio 2009

Lombardi: «Non tutto è attribuibile al Vaticano» (Bobbio)


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«Non tutto è attribuibile al Vaticano»

nostro servizio

Alberto Bobbio

Città del Vaticano

La precisazione è arrivata ieri in tarda mattinata con una nota firmata dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi.
Dice che quando la Santa Sede «intende esprimersi autorevolmente» lo fa usando «mezzi propri e modi consoni», cioè «comunicati, note e dichiarazioni».
Padre Lombardi non si riferisce a nessuna questione in particolare, ma è evidente che la nota è stata emessa dopo che ieri mattina tutti i quotidiani avevano attribuito «al Vaticano», come se fosse una posizione ufficiale della Santa Sede, le parole di monsignor Agostino Marchetto, segretario del dicastero per la pastorale dei migranti, sulla ronde, giudicate «un'abdicazione dello Stato di diritto».
Padre Lombardi critica i media che «non di rado attribuiscono "al Vaticano", intendendo con ciò la Santa Sede, commenti e punti di vista che non possono esserle automaticamente attribuiti» e ricorda che non tutti i pronunciamenti «hanno lo stesso valore». E annota che «anche di recente si sono verificate attribuzioni non opportune». Padre Lombardi non dice quali, ma nel mirino ci sono diverse affermazioni attribuite dai media alla Santa Sede. L'ultima è quella di monsignor Marchetto, ma nei giorni scorsi, durante la vicenda di Eluana Englaro, la stessa operazione era stata fatta per molte dichiarazioni del cardinale Barragan e prima ancora c'erano state le dichiarazioni del cardinale Martino su Gaza, che avevano irritato Israele.
Nel caso di Barragan alcuni media hanno correttamente attribuito il pensiero al responsabile del dicastero per la pastorale sanitaria, altri le hanno riferite genericamente come una posizione ufficiale vaticana.

La questione è assai delicata, anche perché in questo caso si tirano in ballo rapporti tra Stati sovrani, si innescano polemiche, che hanno bisogno di precisazioni.

La Santa Sede non ha un primo ministro e un governo con diversi ministeri. Per cui non è deontologicamente corretto attribuire alla Santa Sede una dichiarazione di un capo dicastero vaticano, come si fa in Italia quando si attribuisce genericamente al governo la posizione di un singolo ministro. Padre Lombardi aggiunge nella nota di ieri che la «Santa Sede, nei suoi organi rappresentativi, manifesta rispetto verso le autorità civili, che nella loro legittima autonomia hanno il diritto e il dovere di provvedere al bene comune». La frase evidentemente vale per tutte le autorità civili del mondo. È questa una tradizione della Santa Sede, che anche con governi con i quali le divergenze sono evidenti, non ha mai, da parte «dei suoi organi rappresentativi», utilizzato frasi senza «rispetto».

Sono i media ad essere invitati a rispettare le regole, attribuendo con onestà e correttezza a ciascuno il suo, per evitare confusioni e ricordando altresì il valore e il livello dei pronunciamenti.

© Copyright Eco di Bergamo, 22 febbraio 2009

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