sabato 14 marzo 2009

Bertone e i vescovi: il Papa non è solo (Fabrizio)


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LETTERA DI PAPA BENEDETTO XVI AI VESCOVI CATTOLICI SULLA REMISSIONE DELLA SCOMUNICA DEI QUATTRO VESCOVI CONSACRATI DA MONS. LEFEBVRE: LO SPECIALE DEL BLOG

La bufera dei Lefebvriani Dopo la pubblicazione della lettera in cui Benedetto XVI denuncia ostilità e persino odio contro la sua persona

Bertone e i vescovi: il Papa non è solo

«Tutti i suoi più vicini collaboratori sono lealmente fedeli al pontefice e profondamente uniti a lui»

Nina Fabrizio

CITTÀ DEL VATICANO

Dopo la bufera della revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani, culminata nella pubblicazione della lettera in cui il Pontefice denuncia ostilità e persino odio contro la sua persona, la Chiesa si stringe ora attorno a Benedetto XVI e i vescovi di mezzo mondo rinnovano affetto e fedeltà al successore di Pietro.
Eppure delle crepe si sono aperte, hanno pesato non poco, lasciando segni, se persino il segretario di Stato vaticano, il card. Tarcisio Bertone, il primo tra i collaboratori del Papa, nella sua appassionata difesa del Pontefice compiuta proprio ieri mattina, non ha potuto non definire «stonature», alcune delle voci vescovili che si sono levate nell'ambito della vicenda dei lefebvriani.
«Il Papa non è solo, tutti i suoi più vicini collaboratori sono lealmente fedeli al pontefice e profondamente uniti a lui», ha affermato intervenendo a un convegno in Vaticano proprio mentre riceveva dalle mani di mons. Claudio Maria Celli una lettera di vicinanza al Papa firmata da un centinaio di vescovi, una delle tante giunte ieri a Ratzinger.
«Benedetto XVI – ha aggiunto Bertone – in questi momenti ha sentito anche la comunione di molti vescovi, nonostante – ha osservato, rimarcando il punto dolente – qualche voce stonata».
Il porporato non ha finito di parlare che arrivano i messaggi dei vescovi francesi, svizzeri, tedeschi.
Proprio quegli episcopati da cui, nei giorni caldi dell'"affaire" Williamson, si erano levate voci di dissenso verso la decisione del Pontefice. «Il Papa non è solo», affermano anche loro.
Contemporaneamente nei Sacri Palazzi, Ratzinger riceveva Antonio Canizares Llovera, il "ministro" per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, pronto ad esprimergli «fedeltà immutata».
La Chiesa dunque si ricompatta attorno a Ratzinger, alla ricerca di una nuova unità ma la ferita c'è stata e ora sarà necessaria una cura.
«Qui si tocca un nervo scoperto» della Chiesa, scrive, con parole che pesano, il card. Camillo Ruini sull'Osservatore Romano a proposito dell'intera vicenda. Perché, denuncia il porporato, nella Chiesa si sta sperimentando «l'indebolirsi e a volte praticamente l'estinguersi, del senso di appartenenza ecclesiale».
Mentre, ammonisce l'ex vicario di Roma, bisogna essere grati «di far parte della Chiesa cattolica».
Sul da farsi, osserva Ruini rivolto ai confratelli, ora «occorre invece ricostruire dentro di noi quella convinzione di fede che ha caratterizzato il cristianesimo fin dal suo inizio, secondo la quale il senso della Chiesa è parte essenziale della nostra appartenenza a Cristo».
Intanto, un suggerimento per la futura gestione della Curia arriva mons. Loris Capovilla, ex segretario personale di Giovanni XXIII, che ricorda come debba esserci sempre stretta collaborazione tra il Papa e la segreteria di Stato vaticana per un buon governo della Chiesa.

© Copyright Gazzetta del sud, 14 marzo 2009 consultabile online anche qui.

Ribadisco: io non possiedo occhiali con le lenti rosa!
R.

1 commento:

euge ha detto...

Cara Raffaella neanche io possiedo occhiali con le lenti rosa e l'idea che mi sono fatta in questi giorni difficili, rimane tale.

Il fatto che adesso ci si spertichi a raccontare a tutti i giornali che il Papa non è solo e che la curia gli è fedele, è la dimostrazione plateale di quanto si cerchi disperatamente di metterci la classica pezza riparatoria. Troppo tardi!!!!!!! Ci volevano i fatti, quando era il momento.