sabato 6 dicembre 2008

Morto il patriarca della rinascita russa. Il messaggio di Benedetto XVI (Il Giornale)


Vedi anche:

Il Card. Silvestrini sulla morte di Alessio II: il disgelo con il Vaticano non si fermerà (Tornielli)

Giuseppe Stabile intervista Vittorio Messori: "Perchè credere non è roba da cretini"

Messaggio di Benedetto XVI al Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa: "Ricordo la buona battaglia di Alessio II per la difesa dei valori umani ed evangelici"

Attenti a cosa ci fa mangiare la rete (Osservatore Romano)

Alta politica. Il Ratzinger-pensiero condensato in cinque precetti (Magister)

Card. Ruini: "Un libro ancor più importante per la lettera inconsueta di Benedetto XVI al suo autore"

L'enciclica sulla dottrina sociale può aspettare. Ma non la scommessa sui paesi poveri (Magister)

Giuliano Ferrara: Onu e Ue nemici del Vaticano (Panorama)

Il Papa alla Commissione Teologica Internazionale: "La virtù fondamentale del teologo è di cercare l’obbedienza alla fede, che lo rende collaboratore della verità"

Morte di Alessio II: le reazioni (Sir)

LA MORTE DI ALESSIO II: ARTICOLI, COMMENTI, REAZIONI...

Il direttore di Liberazione propone lo sciopero dell'Ave Maria: esilarante editoriale di Santambrogio (Libero)

Folena: "Vaticano anti-Onu ? Una patacca". Riflesso pavloviano di alcuni giornali. Si salvano solo "Il Giornale" (Tornielli e Brambilla) e "Il Foglio"

Il dialogo secondo Benedetto XVI: Il terreno concreto del confronto culturale (Lucetta Scaraffia per l'Osservatore Romano)

Vaticano e omosessualità, la ''strega'' Chiesa è azzittita: illuminante articolo di Bruno Mastroianni (Metro)

Onu e omosessualità: aleggia l’eco dell’incredibile e addirittura violenta disinformazione operata da una parte della stampa italiana

Il testo che l'Unione Europea presenterà all'ONU per la depenalizzazione universale dell'omosessualità

Morto il patriarca della rinascita russa

di Redazione

Il patriarca se n’è andato all’improvviso, alla vigilia del possibile incontro con Benedetto XVI. Alessio II, il capo della Chiesa ortodossa russa, è morto ieri mattina. Alla fine dell’estate aveva fatto sapere con una comunicazione riservata al Vaticano che i tempi per un incontro con il vescovo di Roma erano ormai maturi e si stava lavorando perché l’abbraccio potesse avvenire l’anno prossimo, in territorio «neutro», durante uno dei viaggi papali.
Alessio II era malato da anni, soffriva di cuore. Ma nulla faceva presagire una fine così rapida. Giovedì, poche ore prima di morire, aveva celebrato la divina liturgia al Cremlino. Poi, in serata, il malore. Ieri il patriarca si è spento nella sua residenza nel villaggio di Peredelkino.
Alexei Mikahilovich Ridiger, questo il nome di Alessio II, era figlio di un sacerdote emigrato da San Pietroburgo a Tallin, in Estonia. Nato nel 1929, a vent’anni aveva fatto ritorno nella città di origine del padre, divenuta ormai Leningrado per entrare in seminario. Dopo essere diventato prete, aveva scelto di farsi monaco. Era diventato prima vescovo di Tallin, quindi dal 1986 al 1990 vescovo di Leningrado e Novgorod. Nel giugno del ’90 era stato proclamato quindicesimo patriarca di Mosca e di tutte le Russie succedendo a Pimen. Nella sua figura e nella sua capacità di riportare la Chiesa sulla scena pubblica era rappresentata la rinascita dell’ortodossia russa, come fenomeno religioso ma anche come appartenenza identitaria da riscoprire dopo gli anni del comunismo. Il patriarca aveva sostenuto prima Boris Eltsin e poi Vladimir Putin.
Spesso critico nei confronti della Chiesa cattolica, accusata di fare proselitismo tra i fedeli russi, Alessio II aveva chiuso ogni porta ai tentativi di Giovanni Paolo II che sognava la possibilità di un viaggio a Mosca dopo la caduta del regime sovietico. Il cambiamento di pontificato e l’arrivo del Papa teologo tedesco avevano ammorbidito notevolmente le posizioni, soprattutto dopo la decisione di Benedetto XVI di promuovere in Bielorussia l’arcivescovo di origini polacche Tadeusz Kondrusiewicz, mandando al suo posto, alla guida dell’esigua comunità cattolica moscovita, l’italiano Paolo Pezzi. Papa Ratzinger aveva scritto molte volte al patriarca. Lo scorso gennaio, Alessio II aveva lanciato l’idea di studiare piani pastorali comuni tra ortodossi e cattolici. In maggio il cardinale Walter Kasper, «ministro dell’ecumenismo» di Papa Benedetto, aveva recapitato a Mosca una lettera del pontefice dedicata al cammino da percorrere per la piena comunione tra le due Chiese. L’ultimo scambio epistolare è avvenuto lo scorso ottobre, quando il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, aveva recapitato ad Alessio II una lettera autografa nella quale Benedetto XVI esortava a offrire al mondo una testimonianza comune nel rispetto della pace. Il patriarca di Mosca aveva risposto con un’altra lettera nella quale si sottolineava lo sviluppo positivo delle relazioni.
Nell’agosto 2007, Alessio II aveva detto al Giornale: «L’incontro tra il Papa e il patriarca di Mosca deve essere ben preparato e non deve assolutamente rischiare di ridursi a un’occasione per scattare qualche fotografia o sfilare insieme davanti alle telecamere». In quell’occasione, il patriarca aveva manifestato il suo sostegno all’iniziativa di Ratzinger di riabilitare l’antica liturgia preconciliare: «Il recupero e la valorizzazione dell’antica tradizione liturgica è un fatto che noi salutiamo positivamente».
I funerali dovrebbero tenersi martedì a Mosca. Il capo del Cremlino Dmitri Medvedev ha annullato l’incontro previsto per oggi a Bari con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

© Copyright Il Giornale, 6 dicembre 2008 consultabile online anche qui.

Il messaggio
Il Papa: «Ha difeso i valori umani ed evangelici»


di Redazione

In un messaggio inviato al Santo sinodo della Chiesa ortodossa russa, Papa Benedetto XVI ha espresso la sua «profonda commozione» per la «triste notizia» della morte di Alessio II, e ha ricordato l’impegno del patriarca per la ricostruzione della Chiesa russo dopo «la dura oppressione ideologica». «Ricordo - dice Benedetto XVI - anche la buona battaglia per la difesa dei valori umani ed evangelici che egli ha condotto in particolare nel continente europeo, auspicando che il suo impegno produca frutti di pace e di autentico progresso umano, sociale e spirituale». «Possa la memoria di questo servitore del Vangelo di Cristo essere sostegno per quanti ora sono nel dolore e di incoraggiamento a quanti ne raccoglieranno l’eredità»

© Copyright Il Giornale, 6 dicembre 2008 consultabile online anche qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il dogma dell'infallibilità papale fu definito con la costituzione dogmatica Pastor Aeternus.

Questo è il testo tradotto in italiano dell'ultima parte della Pastor Aeternus, dove si trova la definizione del dogma:
« Richiamandoci dunque fedelmente alla tradizione, come l’abbiamo assunta dalle prime epoche del Cristianesimo, noi insegniamo, ad onore di Dio, nostro Salvatore, per gloria della Religione Cattolica e per la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del sacro Concilio, e dichiariamo quale dogma rivelato da Dio: ogni qualvolta il Romano Pontefice parla ex cathedra, vale a dire quando nell’esercizio del Suo Ufficio di pastore e Maestro di tutti i cristiani, con la sua somma Apostolica Autorità dichiara che una dottrina concernente la fede o la vita morale dev’essere considerata vincolante da tutta la Chiesa, allora egli, in forza dell’assistenza divina conferitagli dal beato Pietro, possiede appunto quella infallibilità, della quale il divino Redentore volle munire la sua Chiesa nelle decisioni riguardanti la dottrina della fede e dei costumi. Pertanto, tali decreti e insegnamenti del Romano Pontefice non consentono più modifica alcuna, e precisamente per sé medesimi, e non solo in conseguenza all'approvazione ecclesiastica. Tuttavia, chi dovesse arrogarsi, che Dio ne guardi, di contraddire a questa decisione di fede, sarà oggetto di scomunica. »

(Pastor Aeternus, 18 luglio 1870)