giovedì 4 dicembre 2008

Vaticano e omosessualità, Dalla Torre, rettore della Lumsa, stigmatizza il malcostume di tanti media: "Questa è pura disinformazione" (Sir)


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OMOSESSUALITA' - A ruota libera

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a cura di Giovanna Pasqualin

“Credo si stia montando una polemica inconsistente; è ovvio che la Santa Sede non vuole difendere la pena di morte per gli omosessuali, ed è strumentale affermare il contrario”: Giuseppe Dalla Torre, rettore della Lumsa, commenta in questi termini al SIR l’acceso dibattito seguito alle dichiarazioni di mons. Migliore, osservatore della Santa Sede presso le Nazioni Unite, contrario all’iniziativa per la "depenalizzazione universale dell'omosessualità" che la Francia, in quanto presidente di turno dell’Unione europea, si accinge a presentare all'Onu a nome dell’Ue.
Nonostante alcune precisazioni vaticane, le organizzazioni omosessuali del nostro Paese annunciano un’ondata di proteste in tutta Italia contro la Santa Sede, e il 3 dicembre hanno chiesto al capo dello Stato Giorgio Napolitano una “risposta politica al Vaticano”, mentre un quotidiano nazionale ha invitato i cittadini a manifestare in Piazza San Pietro, vestiti di rosa, domenica prossima all’Angelus. Di tutta la vicenda abbiamo parlato con Dalla Torre.

In questi giorni la Santa Sede viene accusata di omofobia. Quali sono le motivazioni della posizione che ha assunto?

“La Santa Sede non è assolutamente contraria alla depenalizzazione dell’omosessualità nei Paesi in cui quest’ultima costituisce ancora un reato, ma non può esimersi da un giudizio etico e morale sul tentativo di alcuni, tramite questa proposta, di portare avanti, fino a legittimarla definitivamente, una certa ideologia a favore della teoria ‘gender’, secondo cui la differenza tra uomo e donna non è biologica ma solo di carattere culturale”.

Che cosa comporterebbe la “legittimazione” di tale convincimento?

“Questa affermazione costituisce un dato contrario all’evidenza ma, soprattutto, un fattore potenzialmente scardinante di alcuni istituti civili che possiedono anche un fondamento etico, quali ad esempio il matrimonio, fondato proprio sulla diversità di sesso dei due contraenti. La Santa Sede vuole insomma evitare che tale iniziativa costituisca uno dei tanti cavalli di battaglia con cui i sostenitori della teoria ‘gender’ si propongono di scardinare norme e istituti della società, erroneamente ritenuti rispondenti a posizioni culturali, mentre discendono dalla realtà stessa della natura. Sono questi i reali motivi del suo atteggiamento, ed è sconcertante che qualcuno possa attribuirle una presunta contrarietà all’abolizione della pena di morte per gli omosessuali”.

Come si spiega la polemica che è divampata?

“La violenta reazione all’intervento di mons. Migliore - tra l’altro veicolata stranamente da buona parte della stampa che non si capisce se non si renda contro delle conseguenze del suo operato o se invece cavalchi la stessa tigre – dimostra che si è toccata la verità delle cose, cioè che i sospetti e le preoccupazioni giustamente avanzati dall’osservatore della Santa Sede presso le Nazioni Unite sono ben fondati”.

Qual è il suo giudizio sul comportamento degli organi di informazione?

“Anche in questa circostanza, così come, se pure con diverse modalità, nella vicenda del discorso del Papa a Ratisbona, non posso che condannare il malcostume di tanti media: non rappresentare oggettivamente la realtà delle posizioni - pur facendo salvo il legittimo diritto di critica - e avanzare interpretazioni dei fatti lontane dai fatti stessi, estrapolando un’affermazione da un contesto ben più ampio e argomentato, come è in questo caso l’intervista rilasciata dal diplomatico vaticano, contrasta con la deontologia professionale ma anche con la correttezza della dialettica democratica. Questa è pura disinformazione e, così facendo, non si rende un buon servizio a nessuno”.

Secondo alcune fonti di agenzia, il segretario di Stato francese ai diritti umani Rama Yade avrebbe anticipato che la proposta verrà presentata all’Onu il prossimo 10 dicembre, in occasione del 60° anniversario della dichiarazione dei diritti umani…

“Anche la scelta della data conferma l’intenzione di forzare, facendo riferimento ad elementi simbolici quali questa significativa ricorrenza, quelli che sono i dati incontrovertibili della realtà. Un provvedimento di questo genere verrebbe a turbare i convincimenti, il sentire e gli assetti giuridici e culturali di una serie di realtà nazionali. Purtroppo si sta intravedendo il rischio di deriva e di degenerazione ideologica di istituzioni e organismi internazionali nati per garantire i diritti dell’uomo e per promuovere il progresso della civiltà e della società”.

Quindi la Chiesa è condannata a continuare ad essere al centro di polemiche e accuse?

“Compito della Chiesa, al quale per nessuna ragione può venire meno, è proprio quello di essere portatrice di un alto magistero morale. Magistero che disturba molti quando riguarda le questioni della vita, della persona e della famiglia, ma che riscuote approvazione e apprezzamento dagli stessi soggetti quando la Santa Sede si pronuncia in materia di pace, sviluppo e giustizia sociale”.

© Copyright Sir

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ma chi ci crede più ai giornali?
confido nell'intelligenza degli italiani.

mariateresa ha detto...

aggiungo che questa disinformazione è stata fatta su giornali ITALIANI.Possibile che nel resto del mondo tutti i giornalisti siano scimuniti?
In occasione del viaggio del papa in Baviera, vado a memoria, i giornali italiani ne scrivevano di così strambe che alcuni giornali tedeschi scrissero espressamente "ma perchè dite delle bugie su quello che dice il papa?". Ne fece un articolo Panorama che ora non trovo più.
Mi ricordo solo un articolo di Lerner (su repubblica)sulla possibilità che si creasse un asse del sacro tra Chiesa e Islam, ipotesi che lui, ma solo lui, aveva rinvenuto in una delle omelie.
E' solo un esempio.

gemma ha detto...

cara mariateresa, ricordo anch'io l'articolo di Lerner. Accusò il Papa di ipotizzare una specie di santa coalizione con l'Islam. Peccato che il giorno dopo Il Papa pronunciò la famoso lectio di Ratisbona. Purtroppo, a quel punto non ho riscontrato alcuna continuità logica nel ragionamento di Lerner rispetto alla ipotesi del giorno prima, che lasciò il posto alle accuse politicamente allineate di quei giorni di fomentare la guerra con l'Islam. Santa coerenza...

euge ha detto...

caro anonimo purtroppo per noi gli italiani non sono così intelligenti!