giovedì 4 dicembre 2008

Avvenire compie 40 anni. Intervista con il direttore Dino Boffo (Sir)


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AVVENIRE, 40 ANNI - Il sapore di un giornale

Intervista con il direttore Dino Boffo

Oggi, 4 dicembre il quotidiano d’ispirazione cattolica “Avvenire” compie 40 anni. Un traguardo prestigioso e carico di prospettive per il giornale voluto da Paolo VI, una voce che ha accompagnato e orientato la storia non solo ecclesiale del nostro Paese. Sir dedica oggi diversi servizi a questa ricorrenza soprattutto tramite la voce di direttori delle testate della Fisc, la Federazione italiana settimanali cattolici. Si aprono con l’intervista rilasciata al Sir da Dino Boffo, direttore di Avvenire

Con quale immagine riassumere il ruolo di Avvenire nella Chiesa e nella cultura oggi, nel nostro Paese?

L’immagine più convincente ce la fornisce il profeta Amos: come lui, siamo coloro che tagliano i sicomori. Il sicomoro produce molti frutti, però insipidi; affinché acquistino sapore, è necessario inciderli poco prima della maturazione. Quell’incisione è il nostro lavoro di ascolto, racconto e interpretazione dei fatti. Papa Ratzinger, facendo sua l’immagine del sicomoro, sottolinea come «l'intervento necessario presupponga competenza, conoscenza dei frutti e del loro processo di maturazione, esperienza e pazienza»: è precisamente il modo in cui vogliamo interpretare il nostro mestiere di giornalisti. Così facendo, siamo convinti di risultare interessanti e utili per tutti, sia per la Chiesa sia per il vasto mondo della cultura.

Quale significato dare oggi alla frase "Per amare quelli che non credono" che si legge nella gerenza sotto la dicitura "Giornale quotidiano di ispirazione cattolica"?

Nella logica del mercato, lo sforzo di ogni prodotto, anche editoriale, è di farsi amare, desiderare e possedere dal consumatore. Noi sottolineiamo, non senza provocazione, l’esatto contrario: siamo noi ad amare innanzitutto chi, a volte solo all’apparenza, ci è più lontano. D’altronde è una scelta obbligata: un cattolico, chiamato a suo modo a svelare il Vangelo, non può che amare il proprio tempo nel quale si sente mandato in missione. Il proprio tempo, vale a dire gli uomini di tutto il mondo con le loro opere, le loro parole, i loro pensieri. Opere, parole e pensieri che possono essere buoni, ma anche cattivi; e tali li giudicheremo. Ma gli uomini no, mai. Quella frase esprime che cosa significa, per noi, fare un quotidiano cattolicamente ispirato.

Quali le sfide più impegnative e più ravvicinate che il giornale è chiamato ad affrontare?

Sul piano editoriale, in un momento in cui la grande maggioranza dei quotidiani perde lettori, e noi siamo tra i pochi che invece ne guadagnano, con un più 11,7 per cento negli ultimi sei anni, si tratta di insistere sulla strada intrapresa migliorando ulteriormente la qualità del giornale. Il sito www.avvenire.it è appena cambiato, diventando un vero quotidiano on-line. E il progetto Portaparola, che mira a formare gruppi di animatori della cultura e della comunicazione nelle parrocchie, procede a gonfie vele, segno che intercetta un’esigenza reale. Vogliamo, come ci è stato chiesto 40 anni fa, essere sempre più fedeli alla nostra missione, offrendo ogni giorno la “prospettiva cattolica” dei fatti.

C'è un'attesa particolarmente viva che Avvenire ha nei confronti della realtà cattolica?

Se un lettore cattolico cerca un giornale che gli dia sempre ragione, fino al punto di riconoscersi in ogni titolo e in ogni commento, temo che Avvenire non sia per lui. Ma se cerca un giornale che indaga attorno alla verità dei fatti a partire da una chiara visione della vita, ma senza pregiudizi, un giornale che lo provoca, un giornale che compie scelte che gli altri non compiono, allora possiamo davvero fare amicizia. Avvenire si propone come strumento indispensabile per quei cattolici e quelle comunità parrocchiali che amano il pensiero critico, avendo compreso che i mass-media sono i principali veicoli di cultura, ossia di modelli di pensiero e di stili di vita. E che, per essere cittadini liberi e cristiani con la spina dorsale, è decisivo saper comprendere il mondo e gli uomini di oggi.

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