mercoledì 4 febbraio 2009

La Merkel chiede chiarezza ma sui negazionisti il Papa ha già detto tutto. Da leggere ed incorniciare anche per saperne di più sui vescovi tedeschi


Vedi anche:

Sembra continuare la "distensione" sul fronte francese. Card. Vingt-Trois: "La Chiesa non apre la porta solo a chi è perfetto" (Le Monde)

Lefebvriani, la Merkel attacca Benedetto XVI: "Il Vaticano chiarisca" (Tornielli)

Attacco al Papa dal fronte tedesco: Angela Merkel e il cardinale Karl Lehmann esigono le scuse sul caso Williamson (Rodari)

Così il cardinal Siri tentò di evitare lo scisma lefebvriano (Bordero)

Anticipazioni su un'intervista a Mons. Fellay (Traduzione in italiano)

Incontro con Monsignor Fellay (da Famille Chrétienne del 7 febbraio)

Lehmann: Il papa chiarisca che la Shoah è "catastrofe per sopravvissuti"

Il testo integrale della Dichiarazione di Padre Lombardi a proposito della nuove richieste di chiarimento circa la posizione del Papa sull'Olocausto

SHOAH, VATICANO RISPONDE A MERKEL: ABBIAMO GIA' CHIARITO

Era ora cari amici! Finalmente la Santa Sede reagisce: sempre condannato il negazionismo

Evvai!!! Ci si mette anche Famiglia Cristiana: Il recupero degli scismatici lefebvriani rischia di appannare l’immagine della Chiesa Cattolica

Mons. Grampa (Lugano): Il Vaticano II è una bussola, ma c'è da rallegrarsi del ritorno dei lefebvriani (Zenit)

Angela Merkel quoque! Questo giochino del "tutti addosso al Papa" inizia a stancare!

"Il risveglio dei Cattolici". Articolo "sibillino" di Le Monde sui Lefebvriani...in Francia si cerca di mettere una "pezza"?

Messaggio del Papa per la Quaresima 2009: "Gesù, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame"

Saranno irrogate sanzioni disciplinari a Mons. Williamson?

Il dossier segreto del Papa: Ratzinger vede una regia dietro il caso Williamson (Rodari)

Benedetto XVI, i lefebvriani e gli ebrei. C'è chi ha tirato i fili per dividere i credenti (Il Tempo)

Vescovo negazionista, un complotto contro il Papa: ricostruzione incontestabile di Tornielli. Un dossier circola nei Sacri Palazzi

UNA CATENA DI ROSARI DA OFFRIRE AL SANTO PADRE

Fellay: “Gli Ebrei sono i “nostri fratelli maggiori”. “Non c’è posto fra noi per l’antisemitismo” (traduzioni in italiano)

Le anime belle che oggi sbraitano per un atto di misericordia, sanno che una "gran fetta" di Lefebvriani è in comunione con Roma dal 2006?

Le surreali accuse a Benedetto XVI. La scomunica revocata e il polverone mediatico sul negazionismo (Brunelli)

BENEDETTO XVI REVOCA LA SCOMUNICA AI VESCOVI LEFEBVRIANI: LO SPECIALE DEL BLOG

Su segnalazione di Alessia leggiamo:

Il caso Williamson

La Merkel chiede chiarezza ma sui negazionisti il Papa ha già detto tutto

di Fabrizia B. Maggi

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha aperto un nuovo fronte nella polemica sulle dichiarazioni del vescovo negazionista Williamson. “I chiarimenti del Vaticano sono insufficienti”. E ancora: “Se una decisione del Vaticano fa emergere l’impressione che l’Olocausto possa essere negato questa deve essere chiarita. Da parte del Vaticano e del Papa deve essere affermato molto chiaramente che non ci può essere alcuna negazione”.

E’ comprensibile che il riaffiorare del negazionismo tocchi un nervo scoperto in Germania: negare l’Olocausto è un crimine e la magistratura ha già aperto un’indagine sulle frasi di Williamson, visto che l’intervista del vescovo è stata rilasciata nella città tedesca di Regensburg. La Merkel ha precisato che non è sua abitudine intervenire giudicando le decisioni di governi stranieri ma “il dibattito corrente può essere considerato una questione fondamentale”.
Basta questo a spiegare l’affondo della cancelliera? In passato, aveva mostrato di essere in sintonia con Benedetto XVI, per esempio quando dichiarò che si sarebbe battuta affinché fossero inserito il riferimento alla radici giudaico-cristiane nella nuova Costituzione Europea, oppure quando difese Papa Benedetto dopo il discorso di Ratisbona, che aveva scatenato le ire del mondo musulmano.

E allora come si spiega la dura presa di posizione delle ultime ore?
Una ipotesi potrebbe essere quella di cercare consenso nell’elettorato protestante.

La Merkel, figlia di un pastore luterano, forse vuole ricompattare la base evangelica tedesca in vista delle prossime elezioni. Per di più si è trovata anche a dover fare i conti con le gerarchie tedesche che hanno criticato pesantemente il Vaticano.
Il Cardinale Walter Kasper ha parlato di “fraintendimenti ed errori di gestione” da parte del Vaticano e degli assistenti del Papa nella questione Williamson. Secondo Kasper ci sarebbe stata una “mancanza di comunicazione”: andava spiegato meglio che la riabilitazione dei vescovi lefevriani è stata parziale e che i 4 sono ancora sospesi.
Il capo della Radio Vaticana tedesca, Padre Eberhard Gemmingen, ha parlato di “mancanza di professionalità” da parte della Curia romana, mentre Robert Zollitsch, il presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, ha aggiunto: “Non ci è stato chiesto nulla e non siamo stati informati in anticipo” sulla decisione di riabilitare i lefevriani.

Non è un mistero che sia gli evangelici che una larga fetta del clero cattolico tedesco reagiscano con preoccupazione ogni volta che si torna a parlare di “tradizione” e – in questa chiave – anche Benedetto XVI, con i suoi continui riferimenti alla difesa dell’identità cattolica – può apparire una figura scomoda, da festeggiare e riverire solo fino a quando mantiene un basso profilo, ma non quando parla di tornare a recitare messa in latino o di canti gregoriani.

La Chiesa evangelica tedesca punta a dei riti e a delle liturgie più moderne e vicine allo spirito del tempo, soprattutto per corteggiare quei credenti che non frequentano regolarmente la chiesa e non vanno spesso a messa. Per non parlare di quelle gerarchie cattoliche che in Germania si sono dette pronte a benedire le unioni omosessuali o il matrimonio per i preti, come l’arcivescovo di Friburgo Robert Zollitsch, convinto che il celibato non è una necessità teologica.

Per questi ambienti del mondo cattolico e cristiano la questione di Williamson è semplicemente un pretesto per criticare Benedetto XVI – in Germania, ma anche in Italia, dove “Famiglia Cristiana” è tornata a brandire il vessillo del Concilio Vaticano II, come se davvero il Papa volesse rimettere in discussione il recente passato della storia cattolica. Il ritiro della scomunica agli scismatici lefevriani, da questo punto di vista, viene interpretato come “un modo per appannare l’immagine della Chiesa Cattolica e del Vaticano II”.

La replica di Padre Lombardi, il portavoce della Santa Sede, alle dichiarazioni della Merkel non si è fatta attendere: “La condanna di dichiarazioni negazioniste da parte del Papa non poteva essere più chiara e dal contesto risulta evidente che essa si riferiva anche alle posizioni di monsignor Williamson e a tutte le posizione analoghe”.
Ancora una volta, Padre Lombardi ha dovuto elencare tutte le occasioni in cui Benedetto XVI è intervenuto per condannare la giudeofobia che attraversa l’Europa e il mondo occidentale, dal discorso nella Sinagoga di Colonia dell’agosto 2005 a quello nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau nel 2006, tanto per fare qualche esempio. “Auspico che la memoria della Shoah induca l’umanità a riflettere sulla imprevedibile potenza del male quando conquista il cuore dell’uomo. La Shoah sia per tutti un monito contro l’oblio, la negazione e il riduzionismo…”. Più chiaro di così…

La Conferenza Episcopale Italiana, infine, ha riaffermato la sua “adesione incondizionata” alla scelta del Papa di riaccogliere i lefevriani nel gregge cattolico, a patto che questi ultimi accettino il Vaticano II “nella sua interezza”. Secondo il cardinal Bertone, segretario di Stato vaticano: “La Fraternità di San Pio X ha preso le distanze da Williamson”, non bisogna cadere in una “visione catastrofica dei rapporti tra Vaticano e mondo ebraico” e infine va fatta una distinzione tra il provvedimento di clemenza voluto dal Papa e le “sciagurate affermazioni del presule in questione”. Ma a quanto pare tutto questo non basta.

© Copyright L'Occidentale, 4 febbraio 2009

Ma che bravi!!!
A proposito: la Chiesa Protestante ha fatto i conti con la sua alleanza con Hitler? Ha mai fatto mea culpa?
A questo punto e' necessario un rimbasto e non solo nella curia romana

Assordante comunque il silenzio dei vescovi italiani. Finora hanno parlato solo i cardinali Bagnasco e Tettamanzi e Mons. Crociata.
R.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che molti ebrei siano morti durante la seconda guerra mondiale non v'è dubbio, ma molte sono state le vittime del conflitto. Questo accanimento nell'ostinata ricerca di una peculiare caratterizzazione dei morti ebrei, quasi una loro elevazione ad un sacrificio comune, espiatorio e carico di portati religiosi, la Shoah, appunto, mi ha sempre lasciato alquanto dubbioso.
Un conto la triste storia delle morti di un conflitto e tutta la pietas cristiana nei loro confronti, un conto l'elevazione a atto sacrificale, con tutti i "riti" e le celebrazioni alle quali la shoah ci ha resi avvezzi.
Ritengo che questa sia la vera ragione di tanto accanimento del mondo politico, pressato comprensibilmente dalla coesa forza ebraica. Con tutta sincerità, io, se fossi ebreo convinto, farei lo stesso.
Sono convinto che il Papa sia perfettamente conscio della questione, è uomo di cultura e intelligente; prego ogni sera perchè lo Spirito Santo possa illuminarlo sui passi da seguire per aderire alle volontà di Dio, qualunque essa sia.
Forse questo articolo è illuminante al proposito:
fonte:
http://www.doncurzionitoglia.com/CasoWilliamson.htm
1°) Fede e Morale presuppongono storia e politica (che è ‘morale sociale’ e non ha nulla a che vedere con la ‘partitica’). Scindere Fede da politica è l’essenza del cattolicesimo liberale. Inoltre, i fatti storici sono alla base della Fede cattolica; ad esempio, se la nascita, morte e resurrezione di Gesù non fossero fatti storici, crollerebbe la nostra Fede. Gesù è nato sotto Augusto ed è morto sotto Ponzio Pilato. Così lo sterminazionismo sta alla base della religione olocaustica, che vuole rimpiazzare l’Olocausto di Cristo, Redentore dell’uomo, con quello del popolo ebraico.
2°) Non si può restaurare la Fede integrale senza restaurare la vita sociale o ‘politica’ (“Restaurare omnia in Christo”, era il motto di san Pio X) ed avere una conoscenza della storia che sia basata su fatti e non su miti, specialmente se questi sono strumenti per proporre una nuova concezione teologica (olocausto degli ebrei) e scardinare quella cattolica tradizionale (Olocausto di Cristo).
3°) L’olocausto è stato il trampolino di lancio per la nuova dottrina del concilio Vaticano II sul deicidio (“Nostra aetate”), la riforma di Paolo VI della preghiera del Venerdì Santo (NOM, 1970), la teoria de “l’Antica Alleanza mai revocata” di Giovanni Paolo II a Magonza (1981). Inoltre la “Teologia del silenzio di Dio” è nata proprio grazie alle riflessioni sull’olocausto, come è presentato dagli “sterminazionisti”. Alcuni teologi (seguendo le tracce di Hans Jonas e Giovanni Battista Metz) negano la Provvidenza, la Bontà di Dio e mettono in dubbio la sua esistenza, proprio a partire dal fatto che Dio ha permesso l’olocausto. L’olocausto è per il giudaismo talmudico un ‘assoluto meta-storico’, un atto sacrificale con valore salvifico. Dopo la distruzione del Tempio (70 d. C.), l’esegesi rabbinica ha rimpiazzato la Fede mosaica nel Messia personale con quella del “messia collettivo”, che è il popolo ebraico. Il cristianesimo non può accettare questa sacralizzazione dell’olocausto ebraico, pena il rinnegamento della propria identità e Fede: l’unico Olocausto è il Sacrificio di Cristo. Ammettere un altro “olocausto” salvifico e ‘meta-storico’ a fianco di quello di Gesù, sarebbe un atto di apostasia. Purtroppo la nuova teologia giudaizzante del concilio e post-concilio ha preso piede in ambiente cattolico progressista, speriamo non inquini anche quello legato alla Tradizione. È, pertanto, dovere del Pastore ammonire i fedeli.
4°) Non mi sembra un peccato, né una trasgressione esprimere la propria opinione sulla validità storica della vasta letteratura che riguarda la ‘rivisitazione’ (non ‘negazione’) delle tesi olocaustiche, iniziate da Gromiko in funzione filo-sovietica nel 1948. Molti storici, anche israeliti, sostengono che non vi è certezza storica di un piano programmato dal III Reich germanico di sterminare il popolo ebraico tramite camere a gas. Certamente vi sono state deportazioni nei campi di concentramento, ove molti israeliti vennero uccisi. Ora uccidere un innocente è un crimine e un peccato grave contro il quinto comandamento. Monsignor Richard Williamson lo ha espresso chiaramente nel corso dell’intervista, non ha detto nulla di contrario alla Fede e alla Morale, ha solo esposto una sua opinione che non discredita la dottrina cattolica integrale. Se il vescovo in quanto vescovo parla, con autorità ecclesiastica, di Fede e Morale ciò non significa che non possa parlare, senza autorità ecclesiastica, di storia o morale sociale. Inoltre se le posizioni o meglio opinioni di monsignor Williamson sull’olocausto non riflettono quelle della FSSPX, allora mi domando e dico: se in questo caso specifico per la Fraternità è lecito parlare di storia o politica, perché non lo è per monsignor Williamson?
5°) È perlomeno ingenuo illudersi che un piccolo “mea culpa” (con la morte di Giovanni Paolo II, si sperava che fossero finiti) possa placare l’ira e l’odio verso Cristo e la sua Chiesa del giudaismo. Infatti il rabbino capo di Roma ha detto subito che le scuse di monsignor Fellay (il quale ha parlato solo di “inopportunità”) sono del tutto insufficienti e improprie. Onde bisogna rivedere le vecchie posizioni teologiche anti-israelitiche che come diceva Jules Isaac (sminuendo l’olocausto), negano la libertà religiosa, l’ecumenismo, la negazione del deicidio, l’opportunità della Messa detta di san Pio V, come ha ribadito il rabbinato italiano nel 2007. Di Segni, quindi, chiede alla FSPX di non limitarsi a far tacere il singolo vescovo “negazionista” (che in realtà negazionista non è), ma di chiarire il proprio pensiero sulla dottrina del Vaticano II e del post concilio sull’ebraismo. Il problema vero, secondo Di Segni, è la posizione teologica della FSSPX sull’ebraismo, e sino a che non si fa chiarezza (ossia non si accetta il nuovo corso, dacché la posizione di monsignor Lefebvre sull’ecumenismo e il deicidio sono chiare), la questione resta aperta. Non ci si può illudere di calmare un leone che ci vuol sbranare, dandogli una polpetta di carne. Di Segni ci accuserà né più né meno di antisemitismo, come ha fatto con monsignor Williamson.
6°) Se Gesù Cristo non avesse fatto delle prediche inopportune: (“voi che avete per padre il diavolo”, Gv, VIII, 48), sarebbe morto a letto e non avrebbe fatto la volontà del Padre. San Paolo raccomanda di “predicare opportunamente e inopportunamente”. San Tommaso nella Somma Teologica scrive che “bisogna predicare la verità agli ebrei, senza aver paura di urtarli, come Gesù il quale insegnava pubblicamente la verità che essi odiavano e li rimproverava dei loro vizi, senza timore di offenderli” (S. Th., III, q. 42, a. 2). Gli Apostoli erano ‘felici di patire persecuzioni’ da parte del sinedrio perché predicavano Cristo crocifisso dai Sommi Sacerdoti e non temevano il discredito, anzi lo amavano.
7°) Il cardinal Bagnasco è stato più fermo e corretto, egli ha parlato di campagna orchestrata dai media. Non ha ri-scomunicato nessuno.
8°) Spero che questa faccenda non porti a nuove fratture. Forse una maggior fermezza dottrinale e una vera carità fraterna avrebbero salvato ciò che una certa durezza di cuore e una debolezza teologico-storico-politica sembrano aver compromesso. Il responsabile non mi sembra essere monsignor Williamson: padre Reginaldo Garrigou-Lagrange scriveva che: “I liberali sono larghi in dottrina, perché non credono fermamente, e spietati in pratica, perché non amano veramente”.
9°) Finalmente anche Benedetto XVI è intervenuto (questa mattina) a difesa, purtroppo, dell’olocausto e ha precisato che la normalizzazione dei rapporti con i “tradizionalisti” dipende dalla loro piena accettazione del Vaticano II. Forse tutta questa vicenda è servita a togliere ogni equivoco, i cattolici legati alla Tradizione sappiano che se non accettano “Nostra aetae” e il ‘giudeo-cristianesimo’ post-conciliare, per loro non c’è posto.
10°) Che Dio ci conceda il coraggio - in questo triste tempo di ‘apostasia universale’ - di mantenere la Fede nell’Olocausto di Cristo, unico vero Salvatore dell’uomo.
don Curzio Nitoglia
28 gennaio 2009

Anonimo ha detto...

Il passato serve a dare insegnamenti per un futuro migliore,ma vedo che l'uomo non ne trae molti di questi insegnamenti,perchè continua con gli stessi sbagli.Il Santo Padre ha ragione, in merito, ad insistere sul colloquio fruttuoso fra tutti.