venerdì 20 febbraio 2009

Osservazioni sul caso di mons. Wagner, il vescovo ‘rinunziatario’ (Messainlatino.it)


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Su segnalazione di Alessia riportiamo per intero e leggiamo l'intelligente riflessione degli amici di "Messainlatino.it" sull'annosa questione della "rinuncia" all'ufficio episcopale di Don Wagner.
R.

Osservazioni sul caso di mons. Wagner, il vescovo ‘rinunziatario’

Abbiamo già riferito (v. qui) del caso particolarmente spinoso ingenerato dalla sollevazione (ma rivolta sarebbe termine più appropriato) di buona parte del clero, cui si è accodata l’intera conferenza episcopale austriaca, per la nomina a vescovo ausiliario a Linz di mons. Wagner, del quale sono ormai noti a tutti i giudizi negativi su Harry Potter e le avventate affermazioni che lo tsunami e l’uragano Katrina sarebbero punizioni divine.
Non entriamo nel merito di quelle affermazioni, che non condividiamo. Quanto ai libri della Rowling, perché non vi vediamo nulla di specificamente anticristiano: anzi narrano l’eterna lotta contro il male, incarnato da un personaggio, Voldemort, la cui superbia lo porta a volersi rendere padrone della vita e della morte e a diventare "sicut Deus", seguendo l’atavica tentazione del Serpente che, difatti, è il suo simbolo. Si può al più deplorare in quei romanzi la ormai universale abolizione di ogni riferimento specificamente religioso: gli studenti a Hogwarts festeggiano Natale senza che in pratica si capisca perché; ma questo fanno ormai gli adolescenti di mezzo mondo; e se è per questo, ciò avviene anche nei cartoni della Disney. Quanto poi all’idea che una disgrazia sia una punizione divina, ci sembra che essa sia stata superata fin dai tempi del libro di Giobbe e, soprattutto, rifiutata da Gesù ("O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Siloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo", Lc. 13, 4-5).

Ma con tutto ciò, qualche dichiarazione sopra le righe si perdona a chiunque; soprattutto quando ne sentiamo in giro di tutti i colori (l’ultima? il card. Murphy o’ Connor che contesta l’interpretazione della Congregazione per la Dottrina della Fede del "subsistit in" del Concilio affermando che "la Chiesa cattolica romana non è totalmente autosufficiente, e che le ricchezze e i doni di altre chiese cristiane sono elementi che contribuirebbero alla sua pienezza": v. qui).

Di fatto, il vescovo Wagner è diventato in tal modo una bandiera, vista la quantità e qualità degli attacchi e le inaudite parole critiche dei vescovi austriaci (v. qui), i quali intimano al Papa di seguire le procedure e di acquisire il loro previo parere, in pratica vincolante, onde "dimostrare con sicurezza che i vescovi sono 'per' e non 'contro' una Chiesa locale" (il che per inciso significa accusare il Papa di aver scelto qualcuno "contro" la Chiesa locale).
La conseguenza di ciò è che a questo punto il Vaticano è obbligato a tener duro. Pur se il Papa non fosse personalmente entusiasta di mons. Wagner e delle sue dichiarazioni (è quanto ventila Damian Thompson, sulla base di generiche voci), un cedimento avrebbe effetti rovinosi: aprirebbe la strada a continue contestazioni, a rivolte mediaticamente sobillate, sarebbe un’abdicazione delle prerogative pontificie che, lungi dall’apparire una concessione alla collegialità tanto decantata, sarebbe in realtà una china precìpite verso l’anarchia e, nel lungo periodo, verso l’autocefalia delle chiese nazionali.

I vescovi austriaci, ed in testa il cardinale Schoenborn di Vienna, non hanno avuto remore nell’infiammare questa rivolta e nel rendere pubblica la loro reprimenda al Papa per la scelta di un vescovo senza consultazione.

Se tali vedute gallicane non verranno prontamente e altrettanto pubblicamente frustrate, quali le conseguenze? L’esecrabile comunicato dei vescovi austriaci fa capire chiaramente qual è la posta in gioco: di qui a breve, buona parte delle sedi episcopali austriache diverranno vacanti, ed essi vogliono dire la loro in modo vincolante per la nomina dei successori.

Come è stato icasticamente notato (qui), un cedimento non sarebbe altro che un appeasement, termine che ricorda la codarda capitolazione delle democrazie occidentali a Monaco nel 1938, allorché fu immolata ad Hitler la Cecoslovacchia, in cambio di un’effimera pace.

Ed anche Hitler proveniva da Linz, come questa sfida alla romanità della Chiesa.
E’ sotto gli occhi di tutti (e lo disse anche il card. Ratzinger) che la crisi nella Chiesa è in primo luogo una crisi nella selezione dei vescovi. Se migliorassero le "risorse umane" tutto andrebbe probabilmente al suo posto, come succede nelle aziende. Ma il compito è erculeo e le stalle di Augia smisurate. Cedere adesso significherebbe rinunziare in partenza al compito, quanto mai indispensabile (al pari della riforma delle conferenze episcopali, pachidermi burocratici che tendono a trasformarsi in un magistero parallelo, nelle mani di un’oligarchia episcopale).
Certamente, ragioni di opportunità che a noi sfuggono possono a questo punto consigliare di evitare uno scontro diretto con l’episcopato austriaco e quindi la nomina di mons. Wagner come vescovo ausiliare a Linz.

Ma nondimeno, la mossa riottosa austriaca dev’essere prontamente e risolutamente rintuzzata e frustrata, per prevenirne di peggiori. Ad esempio, chiamando l’interessato ad un posto prestigioso, a Roma od altrove.

Da Messainlatino.it

6 commenti:

Anonimo ha detto...

I giudici di Messainlatino hanno letto i condannati interventi di Don Wagner nella loro interezza o secondo la versione riportata dai media?

Raffaella ha detto...

Mi permetto di rispondere io...il punto non e' questo, ma la contestazione di una nomina legittima.
R.

Anonimo ha detto...

Per me le rivendicazioni sindacali dei Vescovi austriaci sono assurde e vanno rigettate nel merito e per non creare precedenti.

Anch'io non condivido l'accodarsi alla censura delle affermazioni di Wagner senza conoscerle nella loro interezza.
Com'ebbi già a dire, la Chiesa rigetta il principio di una retribuzione divina che punisca i reprobi su questa terra (a differenza ad esempio di molti protestanti), ma accetta il principio che al dilagare del peccato possano seguire dei mali nel mondo, che colpiscono buoni e cattivi (il giudizio e la retribuzione sono nell'eternità, non qua), così come alla conversione del mondo seguirebbe la pace.
Nessuno ha mai detto che la Madonna a Fatima scherzava e neppure nostro Signore Gesù Cristo, che in questo passo mette bene in luce la distinzione, negando la retribuzione personale del peccatore in terra, ma ribadendo la correlazione tra peccato e morte su scala generale:

Prendendo la parola, Gesù rispose: "Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo".
Lc 13,2-5

Anonimo ha detto...

E' vero che la crisi nella Chiesa è in primo luogo una crisi nella selezione dei vescovi.

Il comportamento dei vescovi austriaci in questo caso è inqualificabile.

Anonimo ha detto...

Continuo a sperare che questa "benedetta" nomina non venga revocata. Già esistono (e pretendono di restare) nella Chiesa gruppi, gruppini, gruppetti e gruppettari, progressisti, tradizionalisti, ultra conservatori (e chi più ne ha più ne mette)... ognuno con la sua bella verità. Ovviamente, se oggi la Santa Sede indietreggiasse sulla nomina di Wagner, domani ognuno di questi esigerebbe di potersi nominare i propri vescovi... A cosa si arriverebbe nel giro di tempi, di certo, non lunghi! Dove finirebbe la Chiesa "Cattolica"? Sarebbe ancora Chiesa "Cattolica"?... Mi fermo qui.
Povera Chiesa di Cristo, quante contraddizioni!

Anonimo ha detto...

Egregi Signori e Signore,

Sono convinto che i vescovi austriaci non avevano l'intenzione di ribellarsi contro il papa, ma di calmare la situazione e di barcamenarsi tra i pressure groups ultra-progressisti qui in Austria e il vaticano. Purtroppo, non sono padroni delle loro diocesi, ma prigionieri di gruppi come "Noi siamo Chiesa" che, pieni d'odio, negano il magistero e l'autorità del papa. Ma non si puo cercare un compromesso tra questi gruppi e la vera chiesa! Ubi petrus, ibi ecclesia. Si è molto parlato di persone intenzionate a lasciare la chiesa a causa della nomina del rev. Wagner come vescovo. Ma ci sono molte altre persone, proprio nella diocesi di Linz, che volevano accogliere il rev. Wagner a braccia aperte.

La situazione nella diocesi di Linz e da anni gravissima, con orribili abusi liturgici e con donne che fungono praticamente da preti. La "gioventù cattolica" della diocesi ha creato alcuni anni fa una CD-rom che è stata spedita a tutti i giovani della diocesi, contenente indirizzi di gruppi omosessuali e consultorii di gravidanza che non disapprovano del aborto. Un gruppo di cattolici ha poi deciso di pagare l'imposta per la chiesa (con cui fondi quella CD-rom fu finanziata) su un conto bloccato, chiedendo che le persone responsabili per la CD-rom fossero allontanate. A causa della nomina del rev. Wagner questo gruppo di cattolici conservatori ha deciso di mettere i fondi da loro raccolti a disposizione della diocesi, benche le persone responsabili per la CD-rom non sono mai state allontanate dalle loro posizioni.

Prego che il Santo Padre non accetti la rinuncia del rev Wagner.

Anonimo Viennese