mercoledì 18 febbraio 2009
Un colpo al cerchio ed una alla botte: dichiarazione del vescovo di Ratisbona sui Lefebvriani e sulla campagna mediatica contro il Papa
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Grazie al nostro Syriacus leggiamo la dichiarazione di Mons. Müller (di seguito il mio commento):
Dichiarazione del nostro vescovo Gerhard Ludwig Müller sulla revoca della scomunica a quattro vescovi della Fraternità San Pio X e sulla campagna contro il Santo Padre, papa Benedetto XVI.
Care sorelle e fratelli,
il Santo Padre ha revocato la pena della scomunica per quattro vescovi scismatici, che nel 1988 avevano ricevuto illegittimamente l'ordinazione dall'arcivescovo Lefebvre. I quattro vescovi avevano espressamente sollecitato dal papa la remissione. Al contempo essi hanno riconosciuto il primato del pontefice, promettendogli quell'obbedienza che tutti i vescovi cattolici prestano al papa, al fine di assicurare l'unità della Chiesa in tutto il mondo. Rimane tuttavia in vigore la sospensione a divinis di questi quattro vescovi. In tal modo si impedisce agli stessi di esercitare legittimamente il loro ministero episcopale.
Poco tempo dopo la revoca, venne resa nota un'intervista che uno di essi, di nome Williamson, aveva rilasciato alla televisione svedese, già nella metà di ottobre del 2008, nel seminario della Fraternità San Pio X presso Zaitzkofen.
In tale intervista è contenuto un discorso di incredibile insensibilità e cinismo a proposito del più orrendo crimine contro l'umanità: lo sterminio degli ebrei europei ed il sistematico genocidio perpetrato dai nazisti in nome del popolo tedesco.
L'indignazione per le rivoltanti dichiarazioni di un vescovo consacrato, il cui status non è tuttavia quello di piena comunione con la chiesa cattolica, era completamente giustificata. Ben presto però il messaggio veniva demagogicamente strumentalizzato da certa stampa, che stravolgendolo lo riportava sulle prime pagine dei giornali in questi termini: Il Papa riabilita un negazionista dell'Olocausto. Ma qui non si può assolutamente parlare di riabilitazione, perché ciò significherebbe approvare a posteriori il crimine di ordinazione illecita e tutta una serie di comportamenti erronei e fuorvianti.
Con queste false notizie è stata avviata un'inaudita campagna diffamatoria contro la persona di papa Benedetto XVI. Non è necessario ripetere in questa sede tutte le insinuazioni malvage che sono state propagate. Da parte mia, le respingo nella maniera più recisa e prego vivamente tutti i fedeli della diocesi di non lasciarsi in alcun modo confondere da esse.
Nei giorni scorsi sono stato ripetutamente interpellato in proposito da vari fedeli della nostra diocesi. Vorrei rispondere ai loro interrogativi come segue.
1. Si può ritornare „indietro“ a prima del Concilio Vaticano Secondo?
A questa domanda ognuno può facilmente rispondere da sé. Inequivocabilmente: No! Noi rimaniamo naturalmente in seno alla Chiesa e proseguiamo, nel solco da essa tracciato per la dottrina, la liturgia e la condotta di vita, il nostro cammino di buoni cristiani cattolici.
I quattro vescovi scismatici hanno riconosciuto il primato del pontefice. Ciò comporta anche il dovere di ogni cattolico di rispettare la massima autorità di magistero di tutti i concili, ed in particolare anche del Concilio Vaticano Secondo, inaugurato e confermato dai papi Giovanni XXIII e Paolo VI.
In proposito non ci sarà alcuna trattativa con la Fraternità dei „Lefebvriani“. Ma si potrà chiarire loro meglio il senso di questi testi vincolanti, in particolare per quanto concerne l'ecumene, il rapporto con gli Ebrei e la libertà di religione.
Se però i quattro vescovi scismatici dovessero fare una distinzione tra il riconoscimento del papa e quello del concilio, con la loro richiesta di revoca della scomunica essi si sarebbero resi colpevoli di dolo ai danni del Santo Padre. In tal caso si dovrebbe nuovamente infliggere loro una pena canonica.
Noi della diocesi di Ratisbona non ci lasciamo sviare da nessuno nella nostra fedeltà al papa e al concilio. La revoca della scomunica di quattro persone non ha nulla a che fare con una concessione del diritto di accoglienza a degli oppositori del concilio.
2. Cosa succede a questo punto?
I portavoce della Fraternità San Pio X, con insegnamenti errati o false interpretazioni del Concilio Vaticano Secondo, con accuse ingiuste nei confronti del papa e soprattutto dispensando e ricevendo illecitamente il sacramento dell'ordine, hanno inflitto un grave danno alla Chiesa. Se ora vogliono rientrare a pieno titolo nella comunità della chiesa cattolica, i quattro vescovi ordinati illegalmente devono rinunciare all'esercizio delle loro funzioni episcopali. A parer mio possono svolgere tutt'al più le mansioni di semplici sacerdoti.
Per quanto concerne il vescovo Williamson, secondo me è chiaro che, a causa delle sue inconcepibili esternazioni sull'Olocausto e del danno da lui coscientemente causato alla dignità del pontefice e di tutta la chiesa cattolica, egli debba spontaneamente o forzatamente essere rimosso dal suo stato di chierico.
Molti seguaci della Fraternità San Pio X non condividono l'atteggiamento aggressivo nei confronti del papa e del concilio, e prendono le distanze da ogni macchinazione antisemita. La loro partecipazione alle messe celebrate dalla Fraternità San Pio X è dovuta probabilmente solo alla preferenza per la vecchia forma liturgica. Faccio appello a tutti coloro che nella nostra diocesi simpatizzano forse in qualche modo con essa, di partecipare esclusivamente alle celebrazioni della santa messa della Chiesa cattolica, in piena comunione con il papa ed il vescovo. Esiste del resto la possibilità della forma liturgica straordinaria, come generosamente concessa dal Santo Padre un anno fa.
Cattolico nel vero senso della parola è soltanto colui che si mantiene fedele al papa e al suo vescovo e concorda con essi nelle questioni della dottrina religiosa e morale, della liturgia e dell'ordinamento della vita ecclesiastica.
3. Che cosa possiamo fare?
Ai nostri sacerdoti, insegnanti di religione e a tutti i collaboratori e collaboratrici pastorali rivolgo la preghiera di impegnarsi, con profonda sollecitudine pastorale, per illustrare a coloro che occhieggiano con tendenze critiche nei confronti del concilio, i passi centrali delle deliberazioni del Concilio Vaticano Secondo. Si tratta soprattutto di spiegare a chiare lettere che il Concilio non rappresenta una frattura con la grande tradizione cattolica, sia per quanto riguarda la dottrina che la liturgia. Si tratta al contrario di uno sviluppo intimamente coerente della dottrina ecclesiastica sotto la guida dello Spirito Santo e di una giusta risposta agli interrogativi dell'umanità odierna e futura.
Per noi tutti è importante evitare che si formino delle fazioni. Opinioni estreme, di tipo tradizionalista o modernista, ai margini della Chiesa, finiscono spesso per sfiorarsi a vicenda. Invece di coltivare atteggiamenti aggressivi contro il papa ed i vescovi, quando non assecondano le arbitrarietà di gruppi marginali, ogni cristiano cattolico dovrebbe orientarsi secondo un „sentire cum ecclesia“, vale a dire un pensare, sentire ed agire in unità con la Chiesa.
Invito tutti Voi a pregare per il nostro Santo Padre, papa Benedetto XVI, per l'unità della chiesa e per il ritorno ad essa di tutti i suoi figli e figlie smarriti, che con falsi proclami se ne sono allontanati!
Ratisbona, 05. febbraio 2009
+ Gerhard Ludwig
Vescovo di Ratisbona
Dichiarazione disponibile online qui.
Bene la solidarieta' al Santo Padre.
Noto che c'e' un rifiuto preventivo di dialogo con la Fraternita' San Pio X e questo e' sconcertante.
Una Chiesa che vuole parlare con tutti (protestanti, ebrei, ortodossi, buddisti) rifiuta di aprire un dialogo con altri fratelli cattolici.
La cosa e' assai bizzarra.
Qualche giorno fa la sezione tedesca dei Lefebvriani ha chiesto ai vescovi della Germania di aprire un confronto sui temi del Concilio.
Ebbene la risposta dei vescovi tedeschi e' stata: con i Lefebvriani parli il Vaticano! Si veda questo articolo.
Questo non e' affatto un buon punto di partenza ed inizio a chiedermi dove risieda il vero integralismo.
Il vescovo di Ratisbona scrive un passaggio interessante:
...promettendogli quell'obbedienza che tutti i vescovi cattolici prestano al Papa...
Ecco! TUTTI I VESCOVI CATTOLICI prestano ubbidienza al Papa, non solo i Lefebriani!
Molti seguaci della Fraternità San Pio X non condividono l'atteggiamento aggressivo nei confronti del papa e del concilio, e prendono le distanze da ogni macchinazione antisemita. La loro partecipazione alle messe celebrate dalla Fraternità San Pio X è dovuta probabilmente solo alla preferenza per la vecchia forma liturgica. Faccio appello a tutti coloro che nella nostra diocesi simpatizzano forse in qualche modo con essa, di partecipare esclusivamente alle celebrazioni della santa messa della Chiesa cattolica, in piena comunione con il papa ed il vescovo. Esiste del resto la possibilità della forma liturgica straordinaria, come generosamente concessa dal Santo Padre un anno fa.
Ecco il punto! Il motu proprio...cari vescovi, togliete i paletti all'applicazione del documento papale...
Per noi tutti è importante evitare che si formino delle fazioni. Opinioni estreme, di tipo tradizionalista o modernista, ai margini della Chiesa, finiscono spesso per sfiorarsi a vicenda. Invece di coltivare atteggiamenti aggressivi contro il papa ed i vescovi, quando non assecondano le arbitrarietà di gruppi marginali, ogni cristiano cattolico dovrebbe orientarsi secondo un „sentire cum ecclesia“, vale a dire un pensare, sentire ed agire in unità con la Chiesa.
Unita' con il Papa. Rimando al magnifico articolo di Bux e Vitiello.
R.
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1 commento:
APPUNTO..
secondo "questo" l'apertura del conclio 2 alle altre religioni dovrebbe escludere il dialogo con i nostri veri fratelli in Cristo?
Non si rende conto di cio che sta dicendo?
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