venerdì 6 marzo 2009

Durissimo botta e risposta fra vescovi tedeschi e lefebvriani. Padre Schmidberger: i vescovi ritrattino le accuse infamanti di antisemitismo


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Clicca qui per leggere la traduzione in italiano del comunicato finale dei vescovi tedeschi.

Clicca qui per leggere (in inglese) o qui (in tedesco) il comunicato finale dei vescovi tedeschi.
Clicca qui per leggere (in inglese) o qui (in tedesco) la nota di risposta della sezione tedesca della Fraternita' San Pio X
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R.

LEFEBVRIANI: CON VESCOVI CATTOLICI E' GUERRA APERTA IN GERMANIA

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 6 mar

E' durissima in Germania la polemica tra i vescovi cattolici e la lefebvriana Fraternita' Sacerdotale San Pio X, ai cui quattro vescovi papa Benedetto XVI ha recentemente revocato la scomunica. Il superiore della Fraternita' in terra tedesca, p. Franz Schmidberger, uno dei piu' stretti collaboratori dell'arcivescovo scismatico mons. Lefebvre, accusano la Conferenza episcopale tedesca di voler ''bloccare il dialogo ancora prima del suo inizio'', di ''non operare in uno spirito di fratellanza'', di lanciare ''accuse infamanti di sentimenti antigiudaici e antisemiti'', di ''rifiutare subdolamente l'autorita' papale''. P. Schmidberger reagisce con la sua nota, pubblicata oggi, al comunicato finale dell'Assemblea generale della Conferenza episcopale tedesca, che e' stato diffuso ieri.
Nel loro comunicato, i vescovi della Germania affermano che la Fraternita' lefebvriana ''non e' in comunione con la Chiesa, perche' si e' posta al di fuori della tradizione cattolica e ha rotto la l'unita' con il papa'' e deve accettare integralmente i documenti del Concilio Vaticano II, ''che appartengono alla tradizione cattolica e non possono essere divisi'', compresi quelli sulla ''liberta' religiosa, relazioni con le religioni non cristiane, ecumenismo, rapporto della Chiesa con il mondo moderno e collegialita' dei vescovi in relazione all'autorita' papale''. Inoltre, ricordano che ''anche dopo la revoca della scomunica'', i vescovi e i preti della Fraternita' ''non possono celebrare la messa e gli altri sacramenti'', con riferimento in particolare alle numerose ordinazioni di preti effettuate illecitamente quest'anno dai lefebvriani.
I vescovi tedeschi ricordano anche il ''deprimente'' rifiuto dell'Olocausto da parte del vescovo lefebvriano Richard Williamson, ''e le corrispondenti correnti anti-semite nella Fraternita' San Pio X''.

Quest'ultima affermazione, risponde p. Schmidberger, e' una ''accusa infamante'' che i vescovi tedeschi devono ''ritrattare'' al piu' presto. ''I vescovi - scrive - sono tenuti a rispettare l'ottavo comandamento, che recita ''Non pronuncerai falsa testimonianza'''.

''Sul caso Williamson - aggiunge - i superiori della Fraternita' hanno reagito immediatamente'', condannando ''immediatamente'' e ''senza ambiguita''' le ''dichiarazioni atroci'' di Williamson. Lo stesso Schmideberger, pero', in una circolare inviata per il Natale 2008 agli amici e agli affiliati della Fraternita', scriveva che ''gli ebrei di oggi partecipano della colpa di deicidio, fino a quando non prenderanno le distanze dai loro predecessori credendo nella divinita' di Gesu' Cristo''.
Il superiore dei lefebvriani in Germania accusa poi i vescovi tedeschi di ''rifiutare subdolamente l'autorita' papale'', citando, ad esempio, il fatto che la Conferenza episcopale tedesca avrebbe ignorato il desiderio del Vaticano di riformulare la preghiera per la consacrazione durante la messa, gli ostacoli in Germania all'applicazione del Motu Proprio che liberalizza la messa in latino, le critiche di alcuni teologi tedeschi al documento ''Dominus Jesus' dell'allora card. Ratzinger e alla nuova versione della preghiera ''per la conversione degli ebrei' nella messa tridentina, i dubbi sulla enciclica ''Humanae Vitae'' di Paolo VI e persino il dialogo con le comunita' protestanti.
''Apparentemente - scrive Schmidberger - vogliono la completa eliminazione di tutti gli atteggiamenti conservatori nella Chiesa. Questa opposizione al papa e', per il momento (ancora) non completa ma e' da tempo presente in modo subliminale in molte dichiarazioni''.
Sul Concilio Vaticano II, per i lefebvriani ''i vescovi tedeschi non vogliono discutere i punti controversi dei Concili ma voglio costituire delle aree tabu'''.

© Copyright Asca

E' un momento delicato e dobbiamo essere RIGOROSI!
Questa affermazione:

"Lo stesso Schmideberger, pero', in una circolare inviata per il Natale 2008 agli amici e agli affiliati della Fraternita', scriveva che ''gli ebrei di oggi partecipano della colpa di deicidio, fino a quando non prenderanno le distanze dai loro predecessori credendo nella divinita' di Gesu' Cristo''"

non e' esatta.
Dal blog "Messainlatino.it":

La FSSPX e l'antisemitismo

Una gentilissima lettrice abitante in Germania ci manda questa notizia sulla non sopita controversia tra la Fraternità San Pio X e la comunità ebraica tedesca, traducendo per noi un documento del distretto germanico della Fraternità, particolarmente interessante poiché compendia la posizione sulla religione ebraica e sulla condanna del razzismo antisemita.

In www.osservatorioantisemitismo.it ho trovato il seguente articolo:

In una lettera aperta della sezione tedesca della fraternità sacerdotale San Pio X ai vescovi cattolici tedeschi per chiedere il riconoscimento da parte della Chiesa cattolica delle critiche tradizionaliste al Concilio vaticano II, il leader padre Franz Schmidberger scrive che gli ebrei "sono corresponsabili dell'omicidio di Dio nella misura in cui non hanno preso le distanze dalla colpa dei loro avi attraverso il battesimo e il riconoscimento della natura divina di Cristo". Il vicepresidente dell'associazione ebraica tedesca 'Zentralrat der Juden' ha replicato immediatamente che la la fraternità San Pio X "sparge veleni" e ostacola ogni "percorso di comprensione e riconciliazione tra cattolici ed ebrei". L'ufficio stampa della fraternità San Pio X ha cercato di ricomporre la situazione, dichiarando che Gesù Cristo, "il fondatore della nostra religione, è ebreo, rabbino, nato, cresciuto e morto in Israele, sua madre era ebrea, così come tutti i suoi primi discepoli, tra i quali quello scelto per guidare la Chiesa: Pietro, il primo Papa". "Un cattolico non può essere in nessun modo antisemita, a meno che non volesse distruggere l'origine e l'essenza della sua religione". La fraternità San Pio X si è scissa dalla Chiesa cattolica negli anni Ottanta ed il Vaticano si sta sforzando di farla rientrare.
Fonte: Internet Virgilio APCOM

In www.fsspx.de, sito ufficiale in Germania della Fraternità S. Pio X, nella pagina "Posizioni ufficiali", ho trovato la seguente comunicazione di cui riporto la traduzione:

Nel documento "Le bombe a orologeria del Concilio Vaticano II" Padre Franz Schmidberger, superiore della Fraternità S. Pio X in Germania, risponde alla domanda riguardo al "deicidio" con questi termini:

1. L'affermazione che gli attuali ebrei portino la colpa dei loro avi si limita a quegli Ebrei che approvano l'uccisione di Gesù Cristo. Sfugge alla mia conoscenza se gli ebrei di oggi così facciano.

2. Gesù Cristo, Dio divenuto carne, è il Salvatore e l'unica via di salvezza anche per gli Ebrei di oggi: "Io sono la via, la verità e la vita. Solo per mezzo di me si va al Padre." (Gv 14,6). Non esiste per loro una diversa via di salvezza. Per questo motivo san Pietro, il primo Papa, un ebreo, chiama i suoi uditori a convertirsi e a lasciarsi battezzare nel nome di Gesù Cristo (cfr. At 2,38). Qui ritroviamo l’invariabile Magistero della Chiesa lungo i secoli.

3. Nostro Signore Gesù Cristo secondo la sua natura umana è un ebreo, la sua santissima Madre è un'ebrea, gli Apostoli tutti sono ebrei. Già per questo nessun cristiano può essere antisemita.

Stoccarda 20 gennaio
Padre Franz Schmidberger
Superiore distrettuale

Riceviamo e pubblichiamo una precisazione:

Padre Schmidberger, in una lettera ai vescovi tedeschi dell'ottobre 2008, ha scritto che gli ebrei di oggi sono “correi” di “deicidio”, diffondendo una precisazione, quella che abbiamo pubblicato, solo dopo le polemiche degli ebrei tedeschi (e prima del caso Williamson).
Si veda a questo link.

R.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

che proprio i vescovi tedeschi parlino di tradizione e ubbidienza è una cosa da accapponare la pelle.

a.s. ha detto...

Cara Raffaella,

sono Alessandro Speciale, vaticanista dell’ASCA e autore del pezzo che citi sulla polemica vescovi cattolici tedeschi-FSSPX.

Sfortunatamente mi tocca confermare quanto scrivo, anche se con una piccola correzione. Schmidberger lo ha scritto nell’ottobre 2008 in una lettera inviata a tutti i vescovi cattolici tedeschi, per ribadire le posizioni della Fraternità. La lettera – a quanto pare – è stata rimossa dal sito del distretto tedesco della Fraternità (fsspx.info) ma è stata lì a lungo, come confermano numerosi link a questo indirizzo: http://www.fsspx.info/media/pdf/Begleitschreiben.pdf.

Il testo è comunque facilmente reperibile online, su numerosissimi siti, tra i quali scelgo – perché non certo tacciabile di ostilità verso la Fraternità – kreuz.net. Questo il link: http://www.kreuz.net/article.8312.html. L’articolo, come si nota, è del 10 dicembre 2008, ovvero di molto precedente a tutta la polemica su Williamson e la revoca della scomunica.

Questo il passaggio incriminato:

„Mit dem Kreuzestod Christi ist der Vorhang des Tempels zerrissen, der Alte Bund abgeschafft, wird die Kirche, die alle Völker, Kulturen, Rassen und sozialen Unterschiede umfasst, aus der durchbohrten Seite des Erlösers geboren.
Damit sind aber die Juden unserer Tage nicht nur nicht unsere älteren Brüder im Glauben, wie der Papst bei seinem Synagogenbesuch in Rom 1986 behauptete.
Sie sind vielmehr des Gottesmordes mitschuldig, so lange sie sich nicht durch das Bekenntnis der Gottheit Christi und die Taufe von der Schuld ihrer Vorväter distanzieren.
Im Gegensatz dazu behauptet das Zweite Vatikanum, man könne die Ereignisse des Leidens Christi weder allen damals lebenden Juden ohne Unterschied noch den heutigen Juden zur Last legen.
Stimmt dies überein mit der Lehre des ersten Papstes, des Heiligen Petrus, der den Juden unterschiedslos zuruft, sie hätten den Urheber des Lebens getötet (vgl. Apg 3,15)?
Die gläubigen Juden des Alten Testamentes, Abraham, Isaak, Jakob, diese sind unsere älteren Brüder im Glauben.
Wir Christen sind ihre geistigen Söhne, denn wir glauben an den Messias, der mitten unter uns aufgetreten ist und in seiner Kirche unter uns wohnt und an dessen Kommen Abraham, Isaak und Jakob geglaubt haben, das sie erhofften und ersehnten.
Wir sehen mit Trauer Papst Johannes Paul II. und nun auch Papst Benedikt XVI. in eine jüdische Synagoge gehen”.

Traduco il passo chiave (Damit sind aber die Juden unserer Tage nicht nur nicht unsere älteren Brüder im Glauben, wie der Papst bei seinem Synagogenbesuch in Rom 1986 behauptete. Sie sind vielmehr des Gottesmordes mitschuldig, so lange sie sich nicht durch das Bekenntnis der Gottheit Christi und die Taufe von der Schuld ihrer Vorväter distanzierei): “Quindi gli ebrei dei nostri giorni non solo non sono i nostri fratelli maggiori nella fede, come il papa ha detto nella sua visita alla Sinagoga di Roma nel 1986. Sono piuttosto correi nel deicidio, finché non si distanziano con il riconoscimento della divinità di Cristo e il battesimo dalla colpa dei loro antenati”. Trascuro di tradurre che Schmidberger constata “con dolore” che sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI si sono recati in visita in sinagoga…

La “posizione ufficiale” di p. Schmidberger che tu riporti è successiva, del 20 gennaio, ed è stata diffusa in risposta proprio alla lettera ai vescovi tedeschi, che aveva suscitato le proteste degli ebrei tedeschi. Di questa polemica aveva parlato, già in dicembre, il canale tedesco della Radio Vaticana (http://www.radiovaticana.org/tedesco/tedarchi/2008/Dezember08/ted10.12.08.htm) riportando sempre il passo “incriminato”.

Non a caso, sul sito del distretto tedesco della Fraternità, la presa di posizione (http://www.fsspx.info/distrikt/stellungnahmen/offizielle_stellungnahmen.php) è presentata proprio come una risposta alla domanda sul deicidio nella “Bomba a orologeria del Concilio Vaticano II”. Si tratta di una lezione di p. Schmidberger del 1989, data alle stampe dalla stessa Fraternità e da allora più volte ripubblicata e aggiornata. È facile pensare che fosse l’ossatura della lettera ai vescovi tedeschi dell’ottobre 2008. Si può leggerla qui (http://www.medrum.de/files/Zeitbomben_des%20Konzils.pdf). Il passo incriminato è a pagina 11.

Quindi, in conclusione, ahimè p. Schmidberger ha scritto proprio che gli ebrei di oggi sono “correi” di “deicidio” e lo ha fatto per 20 anni, diffondendo una precisazione solo dopo le polemiche (e prima del caso Williamson).

Grazie e buon lavoro,

alessandro

Anonimo ha detto...

già hanno una bella faccia tosta........

Anonimo ha detto...

Mi piace sopratutto questa parte della nota di risposta:

"6. The SSPX on the contrary detects within the German Episcopate a subtle rejection of papal authority. The attitude towards papal decrees of the recent past in this context is relevant:
a. The desire of the Pope to translate correctly the falsely rendered words of consecration, was ignored by the German bishops previously ignored.
b. The motu proprio for the liberation of the old Mass is implemented by some bishops so restrictively that it almost remains ineffective.
c. The Good Friday prayers of the Pope were also erroneously described by some theologians in Germany as antisemitic.
d. The clear position of the Pope about the ecclesiastical understanding within Protestant communities was made in Germany overwhelmingly misunderstood.
e. Despite repeated calls, the German bishops do not withdraw the Königstein Declaration which makes the encyclical "Humanae Vitae" of Pope Paul VI ineffective.
f. Finally, the declaration "Dominus Jesus" was strongly criticised by German theologians because it only talked about the unique path to salvation offered by the Church"

Angel

Anonimo ha detto...

In effetti ai miei occhi i vescovi tedeschi hanno perso quasi ogni credibilità.

Antonio

Raffaella ha detto...

Grazie ad Alessandro Speciale :-)
R.