venerdì 12 dicembre 2008
Accenni all’enciclica sociale nella presentazione del messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace (Sir)
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GIORNATA PACE 2009 - La forza della diplomazia
Accenni all’enciclica sociale nella presentazione del messaggio del Papa
Diritto alla vita, lotta all’Aids, guerra in Iraq, enciclica sociale, depenalizzazione dell’omosessualità. Sono alcuni dei temi toccati durante la conferenza stampa di presentazione in Sala Stampa della Santa Sede, del Messaggio di Benedetto XVI per la 42ª Giornata mondiale della pace (1° gennaio 2009) sul tema “Combattere la povertà, costruire la pace”, che si è svolta ieri, 11 dicembre.
Diritto alla vita.
“Pieno sostegno e prossimità” alla posizione del Granduca di Lussemburgo, “cattolico convinto che sente di non poter firmare la legge a favore dell’eutanasia”, sono stati espressi dal card. Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio giustizia e pace. “C’è un impoverimento etico-culturale nelle società che negano il diritto alla vita”, ha ribadito il card. Martino, riferendosi “ai tentativi di introdurre leggi che legalizzano l’eutanasia, come sta accadendo in Lussemburgo”. Il card. Martino, illustrando i vari punti del messaggio, ha ricordato anche “i 45 milioni di bambini non nati ogni anno, in nome della lotta alla povertà”, affermando che “la preoccupazione per le risorse non esiste, ma è l’amministrazione e la distribuzione delle stesse ad essere difettosa”. Rispondendo ad una domanda in merito al passo del messaggio in cui Benedetto XVI denuncia, riguardo alla diffusione delle malattie pandemiche tra cui l’Aids, “i ricatti di condiziona gli aiuti economici all’attuazione di politiche contrarie alla vita”, mons. Giampaolo Crepaldi, segretario del medesimo Pontificio Consiglio, ha precisato: “Ci sono grandi organismi internazionali che subordinano gli aiuti all’adozione di politiche di controllo delle nascite, o che accompagnano questi aiuti con condizionamenti vari. Molti di questi organismi sono nella società civile, ma c’è anche un legame con organismi governativi”. Entrambi hanno poi ribadito il “no” della Santa Sede all’uso del profilattico per prevenire la diffusione del virus, perché “non è un rimedio tuttofare e non è sicuro al 100%”. All’incontro i responsabili del dicastero vaticano hanno anche annunciato che l’enciclica sociale di Benedetto XVI potrebbe essere pubblicata agli inizi del nuovo anno e il messaggio per la pace ne è “un’anticipazione”.
Meglio la diplomazia della pace.
“Ciò che è possibile fare senza le armi bisogna farlo. La diplomazia della pace evita danni e calamità”: lo ha ribadito il card. Martino, in risposta ad un giornalista che chiedeva un commento sulla corsa agli armamenti nel mondo e la posizione del futuro presidente degli Stati Uniti Barack Obama sul ritiro delle truppe in Iraq e, al contrario, il rafforzamento dell’impegno militare in Afghanistan. Il card. Martino non ha voluto esprimere giudizi “perché ogni politico annuncia programmi ma nella realtà non fa sempre ciò che ha annunciato”. “Sappiamo bene, però – ha precisato – che Giovanni Paolo II ha tanto detto e fatto per evitare quel conflitto inutile in Iraq. Io stesso, appena arrivato a Roma dall’Onu, lo denunciai con forza nel tentativo di evitarlo, e tutto ciò che dicevo era approvato dal Papa”. Nel suo intervento il card. Martino ha messo in evidenza l’aumento della spesa militare mondiale del 6% nel 2007 (pari a 1339 miliardi di dollari) rispetto all’anno precedente. Addirittura del 45% rispetto al decennio 1998-2007. “Ognuno di noi spende in media 202 dollari pro-capite per comprare armi”, ha denunciato, ricordando che nel 2007 sono stati registrati 14 conflitti nel mondo e nel 2008 quello tra Federazione Russa e Georgia e nella Repubblica democratica del Congo.
Chiesa e depenalizzazione omosessualità.
“È fuori discussione che la Chiesa cattolica sia favorevole ad una legislazione che criminalizza l’omosessualità” ma “non condivide che tutti gli orientamenti sessuali vengano messi sullo stesso piano ed equiparati ad una famiglia tra uomo e donna”. Così padre Federico Lombardi, portavoce della Sala Stampa della Santa Sede, ha risposto alla domanda di un giornalista in merito alla posizione vaticana nel dibattito aperto dalla proposta francese all’Onu che chiede la depenalizzazione dell’omosessualità. “Prima di tutto bisogna chiarire di che documento si tratta – ha precisato – perché mi pare si stia parlando di un oggetto misterioso che non è stato presentato all’Assemblea dell’Onu, né penso sarà presentato. Per cui non è il caso di costruire polemiche su un oggetto non ancora chiaro”. Padre Lombardi ha ricordato quanto già espresso nei giorni scorsi da mons. Celestino Migliore, osservatore permanente all’Onu. “La Chiesa è contro ogni ingiusta discriminazione, anche degli omosessuali – ha detto – quindi è fuori discussione che sia favorevole a legislazioni che criminalizzano l’omosessualità. Ma una cosa è dire che non ci sia criminalizzazione, una cosa è aggiungere altri punti per cui gli orientamenti sessuali differenti vengono messi sullo stesso piano, per cui se ci si oppone si diventa avversari dei diritti dell’uomo”. “Se si dice che il matrimonio tra uomo e donna è il vero matrimonio e non si accetta il matrimonio tra persone dello stesso sesso – ha chiarito – si può rischiare di essere considerati come chi manca nel riconoscimento dei diritti”.
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