martedì 16 dicembre 2008
La Chiesa reagì subito alle Leggi razziali del 1938. Alle accuse di Fini replicano gli storici Francesco Malgeri e Andrea Riccardi (Radio Vaticana)
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In attesa di una dura reazione ufficiale (e' il mio auspicio) leggiamo la trascrizione del servizio di Radio Vaticana:
La Chiesa reagì subito alle Leggi razziali del 1938. Alle accuse di Fini replicano gli storici Francesco Malgeri e Andrea Riccardi
Non è vero che la Chiesa italiana non si oppose alle Leggi razziali del 1938. Dal mondo cattolico arriva secca la smentita alle parole del presidente della Camera, Gianfranco Fini, che oggi a Montecitorio ha definito le Leggi razziali un’infamia verso la quale neanche la Chiesa cattolica manifestò resistenza. A Fini ha immediatamente risposto padre Giovanni Sale di Civiltà Cattolica, ricordando come la storia abbia visto contrapposti Mussolini e Pio XI, il quale sia contro il razzismo che contro le leggi razziali prese posizione di aperta condanna. Della stessa opinione è il professor Francesco Malgeri, docente di storia contemporanea alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università La Sapienza di Roma. Francesca Sabatinelli lo ha intervistato:
R. - Mi sembra un’affermazione eccessiva. Le reazioni ci furono e furono immediate, basti pensare all’articolo sull’Osservatore Romano nel quale si denunciava un provvedimento che innanzitutto veniva a colpire il Concordato. Si parla in questo articolo di vulnus al Concordato. E inoltre, tutta un’altra serie di interventi e di prese di posizione che certamente non condividevano il provvedimento che era stato adottato dal governo fascista.
D. - Perché vengono sempre messe in discussione le manifestazioni di resistenza o di reazione della Chiesa?
R. - Difficile rispondere. Direi che negli ultimi tempi si è particolarmente accentuata questa forma di giudizio, che non tiene conto poi della realtà storica. Penso a tutta la polemica che è sorta anche recentemente sulla figura di Pio XII di fronte allo sterminio degli ebrei. Forse bisognerebbe interrogare gli autori di queste polemiche per cogliere il senso e il significato dei loro atteggiamenti.
D. - Probabilmente ci si aspetta sempre, così come si riferiva probabilmente il presidente della Camera, delle aperte condanne...
R. - Anzitutto, la Chiesa deve muoversi su un piano legato anche alla sua collocazione sul piano diplomatico. In occasione della guerra, poi, doveva tener conto anche dei rischi che determinati atteggiamenti, particolarmente forti, potevano avere sul mondo cattolico, sulle popolazioni, sui complessi problemi che in quel momento erano al centro della vita internazionale. E, comunque, anche in occasione delle Leggi razziali, la Chiesa forse usò in un primo tempo un atteggiamento più prudente, ma non mancano indubbiamente prese di posizione da parte del clero, delle gerarchie ecclesiastiche, di condanna e comunque di presa di distanza molto ferma rispetto a quelle leggi.
Il prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e ordinario di Storia contemporanea presso la Terza Università degli Studi di Roma, ritiene che il discorso di Fini sia stato corretto per molti aspetti, non però per quanto riguarda le accuse alla mancata resistenza della Chiesa. Ascoltiamolo al microfono di Francesca Sabatinelli:
R. - Io ho letto il testo del presidente Fini e l’ho trovato un buon testo. E’ un buon testo in un momento come questo: un momento molto difficile, direi, un momento drammatico. Siccome l’Europa è un’Europa sperduta, è un’Europa spaesata, noi abbiamo una risorgenza di antisemitismo, di antigitanismo, di movimenti di destra: quindi, è un testo buono, una bella presa di distanza. C’è un punto, però, dove dice: “L’ideologia fascista non spiega da sola l’infamia; c’è da chiedersi perché l’Italia cedette”, e osserva: “Nemmeno da parte della Chiesa cattolica ci fu una resistenza”. Innanzitutto, la Chiesa cattolica, a suo modo, resistette. Resistette in due fasi. Resistette alle leggi razziali, questo va detto: abbiamo la dichiarazione di Pio XII sull’antisemitismo. Certo, resistette come una forza debole quale era la Chiesa in una realtà di regime autoritario. E poi, la Chiesa resistette durante l’occupazione tedesca con l’aiuto agli ebrei. Quindi, mi sembra che la Chiesa, a suo modo, resistette. Il vero, grande problema è che quello era il fascismo, una dittatura che non lasciava spazi e mortificava la libertà.
D. - Professor Riccardi, quello di cui parla Fini - e che possiamo anche in qualche modo riflettere sull’oggi - è quindi che spesso ci si aspetta dalla Chiesa un’aperta resistenza quando, al contrario, il modo di agire è completamente diverso…
R. - Sì. Ma poi va anche detto che qui si fa la storia con il senno di poi. Bisogna valutare le condizioni, le possibilità… La Chiesa del 1938, del 1943, non era la Chiesa di oggi. Inoltre, mi sembra che stiamo continuamente chiamando sul banco del correo la Chiesa per tutto, anche perché ormai nella crisi di tutte le istituzioni resta l’unica istituzione credibile e dunque vogliamo renderla imputata di tutto. Quindi, io sfumerei un po’ il discorso del presidente Fini che pure, nella sua sostanza e nel suo quadro, io apprezzo molto.
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Personalmente non apprezzo per nulla e vorrei che si reagisse con forza. Non e' possibile che chiunque si senta autorizzato ad attaccare la Chiesa. Porgere l'altra guancia non significa accettare anche le esagerazioni e gli stereotipi.
Si parli chiaro!
R.
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