mercoledì 11 febbraio 2009

Il Papa: "Le passioni non sono cattive in sé, lo diventano se se ne fa un uso cattivo" (Sir)


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“Le passioni non sono cattive in sé, lo diventano se se ne fa un uso cattivo”. Lo ha detto il Papa, soffermandosi oggi – dopo la fine del ciclo di 20 catechesi dedicate alla figura di S. Paolo – sulla figura di san Giovanni Climaco sulla sua opera più famosa, “La scala”, definita da Benedetto XVI “il più importante trattato di strategia spirituale che conosciamo”. I 30 gradini descritti nell’opera, ha detto il Santo Padre, si sviluppano in tre fasi successive che caratterizzano il cammino del monaco. La prima è quella dell’“infanzia spirituale”, della “rottura col mondo al fine di ritornare allo stadio dell’infanzia evangelica”, e che trova le “tre basi e tre colonne” nelle virtù di “innocenza, digiuno e castità”, che caratterizzano “tutti i neonati in Cristo”. “Il distato dalle persone e dai luoghi cari – ha spiegato il Papa – permette all’anima di entrare in una comunione più profonda con Dio, e questa rinuncia sbocca nell’obbedienza, via dell’umiltà”. La seconda fase è quella del “combattimento spirituale contro le passioni”, in cui “ogni gradino è collegato con una passione principale, con l’indicazione della terapia e la proposta della virtù corrispondente”. “La lotta contro le passioni – ha puntualizzato però il Pontefice – in san Giovanni Climaco non rimane una cosa negativa”, ma è “una lotta per trasformarsi alla positività che ha voluto il Creatore” .
L’ultima fase della “scala”, ha detto il Papa, riguarda la “perfezione cristiana”, e comprende “gli ultimi sette gradini” che rappresentano “gli stadi più alti della vita spirituale, per arrivare alla pace interiore”. “Semplicità, umiltà e discernimento” sono le tre virtù corrispondenti,di cui per san Giovanni “è più importante l’ultima, la capacità d discernere”,perché “tutto dipende dalle motivazioni profonde che bisogna vagliare”. Di qui l’importanza di “risvegliare nel cristiano il senso spirituale, il senso del cuore”. “Come guida e regola dobbiamo seguire la nostra coscienza”, scrive san Giovanni Climaco. In questo modo, “si raggiunge l’esichìa, la quiete dell’anima”. In cima alla scala, c’è infine “la suprema trinità delle virtù: la fede, la speranza e soprattutto la carità”, di cui san Giovanni Climaco, “parla anche come éros, figura dell’unione matrimoniale dell’anima con Dio”. “La forza dell’amore umano può essere riorientata a Dio”, il commento del Santo Padre, che ha fatto notare come per san Giovanni Climaco “un’intensa esperienza dell’éros fa avanzare l’anima assai di più della dura lotta contro le passioni, perché più importante della lotta contro le passioni è l’éros, la positività del nostro cammino”. Importante, in san Giovanni Climaco, è anche la “preghiera semplice, costituita “dall’invocazione del nome di Gesù”, che “diventa il nostro respiro”.

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