giovedì 18 dicembre 2008

Il Papa: «La crisi può servire a riscoprire il vero Natale» (Chirri)


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«La crisi può servire a riscoprire il vero Natale»

Giovanna Chirri

CITTÀ DEL VATICANO

I valori del Natale, secondo il Papa, rischiano la noncuranza a causa del consumismo. Ma dalla crisi economica che mette in difficoltà «tante famiglie e l'intera umanità» può almeno venire la spinta a riscoprire semplicità e solidarietà del Natale.
Continuiamo a fare il presepe, che fa parte anche della nostra cultura e della nostra arte, per ricordarci che il Dio cristiano è sempre «vicino» all'uomo.

La minaccia del consumismo

Ultima udienza generale prima di Natale, gli zampognari intonano «Tu scendi dalle stelle» e Benedetto XVI, davanti a circa cinquemila pellegrini in aula Paolo VI, riflette sulla attesa di Cristo nel mondo contemporaneo.
Il Natale, argomenta il Papa teologo, «sotto la spinta del consumismo rischia la perdita di significato spirituale per ridursi a scambio di doni commerciali».
Ma forse le difficoltà economiche e la «crisi mondiale che tocca tante famiglie e l'intera umanità», ipotizza, «possono essere stimolo a ricoprire il calore, la semplicità, l'amicizia e la solidarietà, cioè i valori tipici del Natale».
E «il Natale, spogliato delle incrostazioni consumistiche e materialistiche è occasione per accogliere come regalo personale il messaggio di speranza che promana dal mistero della nascita di Cristo».

I bambini poveri o non accolti

Davanti alla grotta di Betlemme si è chiesto il Papa, «come non pensare ai tanti bambini che ancora oggi vengono alla luce in una grande povertà, in molte regioni del mondo? Come non pensare ai neonati non accolti e rifiutati, a quelli che non riescono a sopravvivere per carenza di cure e di attenzioni? Come non pensare anche alle famiglie che vorrebbero la gioia di un figlio e non vedono colmata questa loro attesa?».

«Il nostro è un dio buono»

«A Natale – ha detto ancora riflettendo sul «logos» e sul «verbum» nel prologo del Vangelo di Giovanni – ricordiamo qualcosa di assai concreto ed importante per gli uomini, qualcosa di essenziale per la fede cristiana, una verità che San Giovanni riassume in queste poche parole: «il Verbo si è fatto carne».
Il Dio cristiano, ha spiegato il Papa, è «un Dio buono, che non va confuso con un qualche essere eccelso e lontano, a cui non ci è dato di arrivare mai, ma un Dio che si è fatto nostro prossimo e ci è molto vicino, che ha tempo per ciascuno di noi e che è venuto per rimanere con noi».
Salutando zampognari e pellegrini italiani Benedetto XVI ha approfittato per incitare tutti a fare il presepe, «elemento importante non solo della nostra fede, ma anche della cultura e dell'arte cristiana».

«Gesù in mezzo a noi»

Immaginando che «nelle case si stia ultimando l'allestimento del presepe» ha chiesto che questo «continui a far parte di questa grande solennità: in fondo – ha aggiunto – è un semplice ed eloquente modo per ricordare Gesù che, facendosi uomo, è venuto "ad abitare" in mezzo a noi».

© Copyright Eco di Bergamo, 18 dicembre 2008

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