martedì 16 dicembre 2008

Giovanni M. Vian sugli attacchi ingiusti ed inaccettabili a Benedetto XVI: "Quando le critiche prescindono dalla realtà" (risposta indiretta a Politi)


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A questo punto, per puro dovere di cronaca e non per scelta, segnalo il link all'incredibile articolo di Politi:

Tutti i 'no' di papa Benedetto

Ed ecco l'editoriale di Vian:

Quando le critiche prescindono dalla realtà

Quarant'anni fa, in pieno Sessantotto, il libro sul Simbolo apostolico (una delle più antiche formulazioni della fede cristiana) di un giovane e brillante teologo tedesco si rivelò un sorprendente successo editoriale, che il trascorrere del tempo ha confermato e rafforzato. Un best seller inatteso e di lunga durata che ha conosciuto un'ulteriore diffusione dopo che il suo autore, Joseph Ratzinger, è stato eletto vescovo di Roma e ha scelto il nome di Benedetto XVI.
Proprio all'inizio della sua Introduzione al cristianesimo, per mostrare la difficoltà di parlare di Dio nel mondo di oggi l'autore si serve di un apologo narrato da Søren Kierkegaard. Un circo s'incendiò e a chiamare aiuto nel villaggio vicino fu mandato in tutta fretta un clown, "già abbigliato per la recita". C'era infatti il pericolo che s'incendiasse anche il villaggio. Ma i paesani "presero le grida del pagliaccio unicamente per un astutissimo trucco del mestiere", e lo applaudivano. "Il povero clown aveva più voglia di piangere che di ridere; e tentava inutilmente di scongiurare gli uomini ad andare, spiegando loro che non si trattava affatto d'una finzione, d'un trucco, bensì d'una amara realtà, giacché il circo stava bruciando per davvero. Il suo pianto non faceva altro che intensificare le risate: si trovava che egli recitava la sua parte in maniera stupenda". E quando il fuoco arrivò al villaggio era troppo tardi, cosicché circo e villaggio finirono distrutti.
Per il teologo Ratzinger tuttavia la questione di chi getta l'allarme non basta per risolvere il problema della credibilità della fede cristiana, che resta comunque l'unica salvezza dall'abisso. La questione non è infatti solo teologica in senso astratto, ma riguarda ognuno perché il villaggio evocato da Kierkegaard rischia davvero d'incendiarsi. Come avviene nella vita di ogni giorno tra difficoltà economiche, ingiustizie e uno smarrimento etico che arriva a dubitare della stessa natura dell'identità umana, messa in discussione e che anzi una parte del mondo scientifico vorrebbe manipolare o addirittura trasformare.
Da teologo e da pastore, per tutta la vita Ratzinger ha, senza stancarsi, cercato di allargare gli spazi della ragione e di rendere comprensibile la scelta cristiana alle donne e agli uomini di oggi, e questo compito ha assunto sin dal primo giorno del suo pontificato.

Benedetto XVI non alza la voce, ragiona pacatamente e invita a ragionare, chiedendo di essere ascoltato, mirando sempre all'essenziale e invitando alla concretezza. Rivolto ai cattolici e a quanti non lo sono, con risultati già molto positivi, come sta avvenendo, per esempio, nei confronti dell'ebraismo e dell'islam. Questo intento e questo sforzo continuo del Papa sono in genere riconosciuti, ma spesso si levano critiche.

Critiche discutibili se manifestano un disaccordo che, naturalmente, è più che legittimo; inaccettabili invece quando stravolgono l'immagine di un uomo che è sotto gli occhi di tutti: come quest'anno è avvenuto, oltre che nella vita quotidiana del vescovo di Roma, soprattutto nelle visite che ha compiuto negli Stati Uniti, in Australia, in Francia, e in particolare tra i giovani.

Visite che hanno cancellato la caricatura del "grande inquisitore", un'etichetta applicata malamente al cardinale Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
Ora la caricatura ritorna con l'immagine di un Papa che sarebbe chiuso in raffinate elaborazioni intellettuali, intenzionato a ripetere sempre no, con spietatezza, sordo alla modernità, ostile alle altre religioni, capace solo di avere ripristinato la messa preconciliare in latino e riformato le uniformi della sua gendarmeria.

Se questi giudizi non si fossero letti su un diffuso quotidiano italiano sembrerebbero battute, e vanno respinti perché possono fare opinione, prescindendo dalla realtà in modo irresponsabile.

Benedetto XVI è criticato perché non solo sostiene la visione cristiana della vita umana ma perché la dichiara ragionevole e condivisibile anche da molti che cristiani non sono, levando alta e pacata la voce in difesa di ogni essere umano.
E questo a molti non piace.

g. m. v.

(©L'Osservatore Romano - 17 dicembre 2008)

Straordinario! Sono proprio contenta che finalmente qualcuno reagisca!
A Politi dico solo una cosa: i giornalisti avevano per le mani un gioiello di Papa! Lo ricordiamo tutti a Les Combes: rispondeva a tutti i cronisti, non lesinava battute, interveniva su questioni cruciali.
E poi? E poi ci fu Ratisbona, caro Politi!
Si ricorda di quella lectio?
Poi ci fu il viaggio in Brasile stravolto da una risposta sull'aborto data in aereo. E ci ricordiamo tutti come nacque quella risposta...
Il Papa non ha stima della stampa? FA BENE!
Benedetto e' una persona buona e generosa che i media si divertono a denigrare e sminuire! Questa e' la verita'!
Perche' il Pontefice, questo Pontefice, e' cosi' inviso ai media? A mio avviso per due motivi: innanzitutto perche' il suo carisma prescinde dagli ammiccamenti ai giornali ed alle tv e questo per certuni e' incomprensibile oltre che inaccettabile.
In secondo luogo perche' Benedetto non e' mediaticamente etichettabile e non parla per slogan.
I suoi discorsi non possono essere ridotti in due parole e questo e' fastidioso per certi giornalisti.
Sono piu' che felice di questo editoriale del Prof Vian perche' e' tempo di reagire, e' tempo di rispondere alle critiche faziose e cattive
.
E' tempo di darsi tutti una bella svegliata, a partire da chi lavora in Vaticano!
Direi che il mio post sul rapporto fra il Papa ed i media per l'anno 2008 diventa sempre piu' "pepato".

Personalmente posso dire che Benedetto XVI mi ha insegnato molto: mi ha fatto riscoprire la gioia del Cattolicesimo, mi ha mostrato che la fede non e' antitetica alla ragione, mi ha spinto ad approfondire tematiche che mai, prima, avrebbero attirato la mia attenzione. So che la mia esperienza e' la stessa di molte altre persone e lo dimostrato tutti i blog, i siti ed i forum nati dopo l'elezione di Joseph Ratzinger.
Un Pontificato immobile? No, caro Politi, un Pontificato piu' vivo e brillante che mai
.
Questo articolo viene trasferito in "Papa Benedetto XVI: gli speciali del blog" (sezione analisi del Pontificato) perche' resti a futura ed indelebile memoria!
R.

24 commenti:

Anonimo ha detto...

Certi quotidiani non meritano nulla, forse neppure il disprezzo è troppo. Loro e i loro giornalisti faziosi e parziali meritano solo di essere ignorati! E' la punizione peggiore e più giusta!
Ps.: credo che pochi abbiano dimenticato e perdonato certi articoli post-Ratisbona.
Alessia

Anonimo ha detto...

l'articolo di quel politi è incredibile.
è solo grazie a ratzinger se io sono ancora cattolico.
se lo ricordi!

Anonimo ha detto...

Sono anni e anni che considero Joseph Ratzinger mia guida e mio maestro. La lettura dei suoi scritti e i suoi discorsi hanno rafforzato una fede, la mia, spesso vacillante, hanno medicato le mie delusioni. Non mi ha mai delusa. E' facile immaginare i miei sentimenti quando, inaspettatamente, è stato eletto Papa. Un fardello, il pontificato, che NON desiderava. Ma chi altri, di questi tempi, avrebbe potuto farsene carico, nonostante tutte le ostilità e l'inimicizia interna e esterna? Chi altri può condurre, con l'aiuto di Dio, una barca che "fa acqua da tutte le parti" verso lidi sicuri. Dobbiamo pregare per lui, come ci ha spesso domandato, perchè non fugga di fronte ai lupi.
Alessia

Raffaella ha detto...

Cara Alessia, credo proprio che tu abbia centrato il problema: non avrei segnalato l'articolo di Politi se Vian non vi avesse fatto riferimento pur senza citarlo.
Penso che proseguiro' sulla stessa linea: segnalare articoli faziosi solo se necessario e ignorarli del tutto quando si passa il limite.
Detto questo, stasera posso dire di essere sollevata perche' finalmente qualcuno ha messo a nudo certe falsita'.
Purtroppo non si puo' dire lo stesso di vescovi e cardinali che dovrebbero essere in prima linea quando si tratta di sostenere il Papa.
Mi chiedo piuttosto: a chi giova (leggi: a quale "fazione" della curia) l'articolo di Politi?
R.

euge ha detto...

Ormai carissimi sappiamo tutti cosa pensa l'inossidabile Politi e i suoi degni compagni di penna. Non è certo una novità ma, era giusto che finalmente qualcuno reagisse a quel cumulo di falsità che oramai siamo abituati a leggere da tre anni a questa parte. Papa Benedetto XVI, non ha bisogno dell'approvazione della stampa anche perchè temo che pochissimi siano in grado di capirlo veramente! tanti non ci si sprecano neanche troppa fatica e troppe verità che non combaciano con il modello del Papa ideale che questi giornalisti vorrebbero sempre pronto a sottostare ai voleri di quello o di quell'altro oppure a tacere quando è giusto parlare. Beh questo non sarebbe un Papa ma, soltanto una marionetta in mano a coloro che si sentono dispensatori di verità ma, che di vero non dispensano proprio un bel nulla. Nanche Giovanni Paolo II gli stava bene nonostante, il suo enturage l'abbia fatto apparire una persona capace solo di scherzare, giocare e mettersi in mostra ma, il vero Giovanni Paolo II era quello scritto nelle Encicliche che probabilmente, questi solerti signori dalla penna facile non hanno mai letto. Difesa della vita, della famiglia, del matrimonio. Papa Benedetto XVI, sta continuando magistralmente questa sacrosanta difesa e lo fa a suo modo; parlando al cuore della gente, usando termini chiari precisi senza mezze misure anche a costo di attirarsi le ire non solo dei giornalisti, ma, come fu per Ratisbona, anche quelle dei musulmani; peraltro, scatenate dalle manipolazioni indegne che furono fatte alla Lectio Magistralis proprio dai soliti noti. Politi compreso.
Il Pontificato di Benedetto XVI, sta portando dei frutti che chi non vuole vedere per ottusità non vedrà mai. Ma coloro che hanno deciso di aprigli il cuore e la mente, sanno quale tesoro inestimabile racchiude una persona così determinata, senza doppie faccie e soprattutto, di una sensibilità e dolcezza fuori dal comune.
Se la stampa non ha capito questo o non vuole accettarlo, fa bene Benedetto XVI a non tenere conto di certa stampa. Non ne vale la pena. Hai ragione Alessia vanno ignorati.
Ma cari signori giornalisti e caro Politi si ricordi che chi disprezza compra ed a caro prezzo lo tenga a mente.

euge ha detto...

Santità,
voglio ringraziarLa di cuore, per tutto quello che sta facendo e farà per questa povera Barca di Pietro che come dice Alessia, fa acqua da tutte le parti.
Le saremo sempre vicini con il cuore e le nostre preghiere come è vicino Lei ai nostri cuori ed anche alla nostra fede tante volte barcollante e piena di dubbi.
GRAZIE SANTITA' - SEMPRE CON BENEDETTO XVI -

Anonimo ha detto...

beh... se non si riesce neanche a perdonare qualche giornalista fazioso...

io però mi chiedo cosa viene tolto a voi, al papa, alla vostra considerazione che avete di lui, se dei giornalisti più o meno in buona fede lo criticano. questo papa è sicuramente molto più colto di molti di questi giornalisti, per non parlare dei politici. il fatto è che tutti qiesti giornali fanno politica è trattano il papa e la chiesa come delle entità politiche, perchè il papa e la chesa con i loro discori, la loro dialettica influenzano molte persone, e per giornalisti, che magari non credono, questo è fare politica. dovreste aspettarvelo. io credo che agitarsi non seva a nulla, se il massaggio del papa è davvero superiore allora arriverà ovunque.
voi avete la fortuna di credere fortemente nelle parole di una persona, e secondo me non conviene nanche a voi metterla sul "noi contro loro"

Raffaella ha detto...

Le critiche vanno bene, ma non le accuse infondate ed il disprezzo.
In questo caso e' sacrosanto reagire perche' tacere e' acconsentire.
R.

Anonimo ha detto...

IO SONO LETTERALMENTE INCANTATA DA UN PAPA ,CHE SUGGERISCE LA RAGIONE PER APRIRSI ALLA FEDE,CHE NON SI UNIFORMA A CLICHE' FISSI,CHE NON AMMICCA ALLE TELECAMERE,E CHE CREDO ABBIA LA MENTE NEL CUORE

Anonimo ha detto...

leggo dall'articolo del signor politi:

Il pontificato di Ratzinger è fermo. Da anni il pontefice tiene nel cassetto una riforma delle nullità matrimoniali, che darebbe ai vescovi la facoltà di sciogliere il vincolo, risolvendo la situazione di milioni di cattolici divorziati e risposati che non possono accedere all' eucaristia. Nessun cambiamento notevole si è registrato al Sinodo per dare una reale partecipazione all' episcopato mondiale nel governo della Chiesa. E dinanzi all' enorme crisi di vocazioni il Papa non si decide ad affrontare il nodo dei «viri probati», l' ordinazione sacerdotale di uomini sposati, maturi e di provata moralità.

wojtyla ha modernizzato la chiesa?
wojtyla ha dato nuove regole al sinodo?
wojtyla ha aperto ai viri probati?
wojtyla ha snellito la procedura di nullità?
wojtyla ha unito i cristiani?
wojtyla ha impedito il crollo delle torri gemelle?
no no no no no
e allora politi di che parla?
c'è perfetta continuità fra i due papi solo che c'è una piccola differenza:ratzinger non pende dalla penna dei giornalisti.
in poche parole:se ne frega di quello che scrive la stampa.
impariamo da lui,amici miei.

Luisa ha detto...

Mariateresa dove sei?
Tu che sei la memoria di noi commentatori, forse confermeresti la mia intuizione che Politi ha regolarmente bisogno di scaricare il troppo pieno, da noi si chiama "vidanger", anche la bile ha bisogno di "vidange", insomma se ogni tanto non scarica la sua antipatia per Benedetto XVI, sta male, rischia l`intossicazione.
Certo che il suo articolo è un compendio di clichés triti e ritriti, di pregiudizi, di analisi contorte, di menzogne, niente di nuovo sotto il sole (si fa per dire).
Ci sono dei temi ai quali Politi è particolarmente sensibile, li conosciamo inutile di insistere.
Spero che questa "vidange" lo ha fatto stare meglio, e che si calmerà per un pochino, in vista delle Feste di Natale e dei pasti abbondanti, Politi dovrebbe prendere cura del suo fegato e della sua bile, gli suggerisco un anti-acido, anche una buona camomilla potrebbe aiutarlo .

mariateresa ha detto...

credo di capire cosa vuol dire Roberto. In linea teorica e ragionandoci sopra, c'è del vero. In generale, l' articolo di un somaro, resta l'articolo di un somaro e basta.
E' chiaro che sono le categorie della politica a guidare certe penne, ma diciamo che non è obbligatorio, per questo scopo, infarcire il tutto anche di balle, mancando di rispetto umano, infilando quando si può il solito interlocutore anonimo che sputa fiele, sentenziare con sicumera come fatti assodati delle opinioni che sono poi quelle della radazione. Ma questa tendenza a scambiare l'opinione delle redazioni per quella del paese, è una tendenza molto marcata su Repubblica e non solo sul papa.
A volte si perde la pazienza semplicemente perchè dietro al papa c'è un uomo e a quest'uomo noi vogliamo bene.

mariateresa ha detto...

ti leggo solo adesso, Luisa.
Sì ogni tanto qualche giornalista svuota il pitale ricolmo della propria bile, lo sappiamo, ma questa volta credo che abbia esagerato. Ha persino riabilitato Pio XII per dargli contro. Per compensare c'è anche il tocco di mandolino e violino sul fatto che è un grande teologo e predicatore, ma erano dichiarazioni da fare pena, come mettere un piatto di tortellini sopra un letamaio.
Ma adesso non parliamone più.
Non alteriamo nche noi i valori della nostra bile.

gemma ha detto...

non vorrei sbagliarmi, ma da quando ho finito di leggere l'articolo di Politi non posso fare a meno di chiedermi quale parte curiale stia dietro tutto ciò...
D'altronde, il "nostro amico" è sempre stato abilissimo nel riportare le impressioni di chiunque, a partire da alti prelati rigorosamente anonimi, fedeli nostalgici che si strappano le vesti..la meschina conta dei fedeli secondo la prefettura (peccato che quelli presenti siano sempre di più, proprio perchè è più facile che ad ascoltare Benedetto ci vadano gli outsider, i cani sciolti e non i parrocchiani organizzati).
Per tanti che esibiscono ciondoli nostalgici del passato al collo, posso portare se serve la mia testimonianza, di fedele spigolosa, non facile,talvolta ribelle, alla quale questo Papa dà tanto da pensare e su cui ragionare. La Chiesa che piace alla società e le dice sempre si sarebbe la negazione di se stessa e del suo ruolo. Non sapremmo che farcene di una Chiesa succube, che non riesce a farci riflettere sul diritto alla vita, sull'aborto, sull'indissolubilità del matrimonio inteso come progetto di vita e non come espressione di ogni nuovo innamoramento, sul fatto che quando viene abortito l'embrione è spesso ben più che un grumo di cellule, con un cuore che batte, che ciascuno di noi, unico e irripetibile avrebbe potuto essere stato solo materiale di ricerca e non un uomo o una donna. Non si è obbligati a pensarla allo stesso modo e non sarebbe giusto omologarsi. L'importante è creare movimento di pensiero, di idee, e non solo di corpi durante le schitarrate ai raduni. Per convincere qualcuno bisogna innanzitutto instillare il dubbio. Mai come di questi tempi si parla di Cristo e tanti si sentono in dovere di scriverne. E questo è poco?
Se la maggior parte di chi si professa cattolico non conosce i fondamenti della sua fede e non frequenta le chiese, non credo sia rilevante creare artifici mediatici in moschea. Di questo si occupino le diplomazie organizzando incontri di confronto culturale, di pace e tolleranza(come stanno egregiamente facendo, ma lasciamo rispettosamente a ciascuno i suoi dogmi e le sue convinzioni di fede.
Quando poi la divulgazione del pensiero di qualcuno funziona male, mi si permetta di dirlo, la responsabilità è spesso anche di chi la divulga. E non si può sempre piangere sui poveri collaboratori il cui ruolo è marginalizzato dalla centralità pietrina, quando la maggior parte delle dichiarazioni che destano scalpore spesso non derivano dalla voce diretta del Papa.

Anonimo ha detto...

Posso dire solo una cosa: Ratzinger ha cambiato la mia vita: da credente tiepida mi ha portato ad una fede più consapevole e meditata, ha parlato alla mia mente ed al mio cuore. In una parola mi ha fatto capire quanto è bello essere cristiani e stare dentro la Chiesa. Una chiesa che sento madre ore e non matrigna come ha scritto qualcuno.
Quanto poi a Politi basti il fatto che scrive su Repubblica che è il giornale più laicista oggi in circolazione (ricordiamoci chi è il vero patron di Repubblica, colui che forse oggi incarna le forze più ostili alla chiesa in Italia), ciò detto se Politi non si prestasse a questo gioco probabilmente avrebbe già fatto le valigie, quanto poi al fatto che scriva quel che scrive in buona o malafede ne dovrà rispondere alla sua coscienza prima che ai lettori.

Anonimo ha detto...

Se un articolo ha scatenato tante reazioni astiose deve aver colpito nel segno .....

Raffaella ha detto...

E' esatto!
Diciamo che e' la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso!
Per quanto mi riguarda l'acqua aveva gia' allagato il pavimento da un pezzo.
Era ora che una voce cosi' autorevole si levasse a smascherare certi giochini.
R.

Luisa ha detto...

Caro ilsanta, la sua è psicologia da quattro soldi disponibile in supermercato.
L`articolo di Politi, acido, amaro, meschino, zeppo di menzogne e a priori, non ha colto nel segno nel senso che ha detto la verità come lei vorrebbe suggerire, ma ha ragionevolmente suscitato le reazioni di chi non accetta che un giornalista possa, solo perchè scrive in un giornale anticlericale e laicista, sputare veleno, il suo veleno, su Benedetto XVI.
Se qualcuno, caro ilsanta, attaccasse in modo ingiusto, menzoniero,meschino e ripetitivo una persona alla quale lei vuole bene, i suoi genitori, i suoi figli, sua moglie, i suoi amici, immagino che lei reagirebbe .
Ebbene è quello che fanno qui e altrove, coloro che vogliono bene e rispettano Bendetto XVI .

Resto comunque dell`avviso che ignorare in generale gli articoli di Politi sia una saggia decisione.
Salvo poi a reagire quando le frontiere della malafede sono olltrepassate in modo plateale, come per questo articolo.

Anonimo ha detto...

"Se qualcuno, caro ilsanta, attaccasse in modo ingiusto, menzoniero,meschino e ripetitivo una persona alla quale lei vuole bene, i suoi genitori, i suoi figli, sua moglie, i suoi amici, immagino che lei reagirebbe ."
Le persone care da lei citate non pubblicano encicliche, non fanno prediche in mondovisione, non vanno in giro per il mondo indicando agli altri il comportamento da tenere in ogni occasione della loro vita.
Il Papa lo fa, lo fa "per mestiere", lo fa a volte, sottileneo a volte, anche oltre il limite che riterrei opportuno.
Chi si espone deve essere in grado di sostenere le critiche, acide o prive di fondamento che possano sembrare.
Questo atteggiamento di continuo giustificazionismo nei confronti del Papa, l'assoluta granitica certezza che ogni sillaba che esce dalla sua bocca sia verità pura ed ispirata che alcuni ostentano, non solo quì, rende infruttosa ogni discussione, perchè, arrivati al dunque, se quel dunque non piace, si mette in campo la carta della fede di fronte alla quale nessun ragionamento vale.

"Resto comunque dell`avviso che ignorare in generale gli articoli di Politi sia una saggia decisione."
Io invece ritengo sia saggio ascoltare, leggere e ponderare anche opinioni diverse dalla mia, infatti eccomi qui a leggere e a scrivere.

"Salvo poi a reagire quando le frontiere della malafede sono olltrepassate in modo plateale, come per questo articolo."
Direi che è giusto, basta, come ho già scritto prima, non arrivare al giustificazionismo.

Raffaella ha detto...

Peccato che l'articolo in questione faccia riferimento ad un'intervista di Mons. Migliore, ad un documento della Congregazione per la dottrina della fede, ad un Sinodo ed a una riforma sulle divise che, francamente, credo che al Papa non interessi affatto.
Tutta colpa di Benedetto XVI?
E allora come mai, prima del 2005, si dava la colpa al cardinale Ratzinger?
Non c'e' una contraddizione?

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella, concordo con te e aggiungo che il Papa è inviso ai media e a certi laici semplicemente perchè quando parla è inconfutabile, la sua parola, basata sulla fede, è sempre sostenuta dalla ragione. Come dice il prof. Vian "ha reso la visione cristiana della vita umana .... ragionevole e condivisibile". chi non vuole ascoltarlo perchè è scomodo non ha argomenti logici per confutarlo e così non trova di meglio che offenderlo con falsità inaudite. Spero solo che i più ingenui e poco informati non abbocchino. Maria Pia

Luisa ha detto...

Caro il santa,il Papa si indirizza in primis a noi cattolici, alla nostra coscienza, parla ai nostri cuori e alla nostra mente, è il suo "mestiere",la sua missione, per la nostra coscienza di cattolici il Magistero del Successore di Pietro è formatore, il Papa è il Pastore che ci guida .
Fa parte della nostra famiglia, lo rispettiamo e gli vogliamo bene, è dunque normale che di fronte ad attcacchi meschini e bassi come quello di Politi, NOI, suoi fedeli reagiamo.
Chi non è d`accordo con il Papa, chi lo critica sistematicamente, anche in ambito cattolico, ha enormi spazi a sua dispozione per esprimersi, permetta ilsanta che esistino anche persone che, pur riflettendo, seguono con fedeltà e obbedienza il loro Pastore, ancor più un Pastore come Benedetto XVI che parla alle nostre menti come al nostro cuore, che ci domanda di sempre dare ragione della nostra fede.
Questo non è giustificazionismo, ma fiducia non cieca ma consapevole, la scelta ragionevole di seguire con fiducia il nostro Pastore.
Benedetto XVI non solo non addormenta le nostre coscienze ma al contrario le scuote obbligandoci a riflettere.
Se poi il suo discorso arriva anche alle coscienze di non cattolici, spingendoli ad interrogarsi su alcune questioni fondamentali, questo è un "più" benvenuto.

Anonimo ha detto...

Purtroppo, ahime, la VERITA' non fa vendere i giornali, per questo è più facile denigrare ed è quello che fanno la stragrande maggioranza dei giornali italiani nei confronti del PAPA. Io vivo all'estero e devo dire che sui quotidiani locali vige un grande rispetto per il Papa, anche quando non si condividono i Suoi pronunciamenti.
dg

P.S.
Se all'inferno ci va qualcuno, questi saranno sicuramente i giornalisti servi della menzogna, che scrivono bugie sapendo di mentire....

Anonimo ha detto...

Caro anonimo all'inferno non andranno neanche quei giornalisti perchè l'amore di Dio è grande.
Fare il Papa non è un mestiere vediamo di non dire fesserie ne sono già pieni i giornali!
Il Papa è il successore di Pietro ed un Capo di Stato come tale merita comunque rispetto. Semmai, i mestieranti sono proprio coloro che si prestano a certi marchingegni dettati dall'ideologia.