sabato 13 dicembre 2008

Un Crocifisso ligneo attribuito a Michelangelo acquistato dallo Stato italiano: quelle linee che ricordano la Pietà (Osservatore Romano)


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Un Crocifisso ligneo attribuito a Michelangelo acquistato dallo Stato italiano

Quelle linee che ricordano la Pietà

Nella mattinata di venerdì 12 a Palazzo Borromeo, sede dell'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, è stato presentato un Crocifisso ligneo attribuito a Michelangelo. L'opera è stata appena acquistata dallo Stato italiano e sarà mostrata a Papa Benedetto XVI nel corso della visita a Palazzo Borromeo che si svolgerà sabato 13.
Alla conferenza hanno partecipato l'Ambasciatore Antonio Zanardi Landi, il direttore generale per i Beni architettonici del ministero italiano per i Beni e le attività culturali Roberto Cecchi, il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, gli storici dell'arte Vittorio Sgarbi e Carlo Arturo Quintavalle, e il Sovrintendente del Polo museale fiorentino Cristina Acidini
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di Cristina Acidini

Il tema del crocifisso, caro agli scultori fiorentini del quattrocento fin dal celebre confronto tra i due di Brunelleschi e Donatello nel primo ventennio del secolo, aveva introdotto nell'arte il motivo della perfetta proporzione umana, espressa nel canone per eccellenza del corpo maschile nudo, cui Leonardo e Francesco di Giorgio all'inizio dell'ultimo decennio avrebbero conferito visibilità creando la celebre icona dell'Uomo vitruviano. D'altro canto il Savonarola aveva impostato la propria e altrui devozione sul Cristo in croce, incoraggiando la moltiplicazione di crocifissi di medie e piccole dimensioni per cappelle o per uso domestico.
Michelangelo, che crediamo autore del crocifisso ligneo di Santo Spirito nel 1492-1494, potrebbe aver eseguito in quel tempo e in quei frangenti anche crocifissi di piccole dimensioni, come si faceva in diverse botteghe fiorentine (e in specie da parte di Benedetto da Maiano e di Baccio da Montelupo): e questo Cristo, di recente acquistato dallo Stato italiano, manifesta caratteristiche artistiche di tale rilevanza, da meritare l'attribuzione all'ancor giovane ma già grande maestro.
La figura è ricavata da un blocco di legno formato di pezzi incollati. Un piccolo cuneo, inserito nella parte sinistra della testa, serve ad accentuarne l'estrema inclinazione: si tratta di un originale "pentimento" o ripensamento strutturale che, nel forzare la verosimiglianza del dato naturale, sceglie la via dell'espressività patetica. La posa frontale del corpo nudo (privo del perizoma che aveva in origine) accoglie un fremito di rotazione, puntualmente riflesso dalla modulazione dei volumi. La correttezza dell'anatomia presume studi direttamente condotti, quali appunto quelli che il Priore di Santo Spirito permetteva al giovane Michelangelo. Le forme snelle e la dolcezza dei tratti fanno presentire in questo Cristo la somiglianza con quello della Pietà della Basilica Vaticana (1497-1499); ma insieme l'animazione del torso tramite cavità e sporgenze, che creano profili vibranti e un modellato fortemente chiaroscurato, suggerisce anticipazioni del più tardo e tanto più grande David marmoreo di Firenze.
A lavorare il legno Michelangelo si dedicò di nuovo nell'estrema vecchiaia, lavorando ancora una volta a un Cristo (destinato al nipote Lionardo nel 1563), che si crede sia la piccola scultura di Casa Buonarroti, anch'essa in posa frontale con la testa bruscamente reclinata.
Scaturiti dalla tormentata intensità della meditazione sul sacrificio del Redentore, i crocifissi michelangioleschi sono toccanti preghiere d'artista, termini d'un colloquio tra l'uomo e Dio espressi nel linguaggio sublime della bellezza.

(©L'Osservatore Romano - 13 dicembre 2008)

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