mercoledì 11 febbraio 2009

Giornata Mondiale del Malato. Intervista col cardinale Barragán (Radio Vaticana)


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Giornata Mondiale del Malato. Intervista col cardinale Barragán

Le celebrazioni per la Giornata Mondiale del Malato culmineranno oggi pomeriggio con la Santa Messa presieduta nella Basilica di San Pietro alle ore 16.30 dal cardinale Javier Lozano Barragán, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. Alla celebrazione eucaristica è stato invitato il personale di tutte le strutture sanitarie dello Stato della Città del Vaticano. Al termine della Santa Messa, alle 17.30 circa, Benedetto XVI scenderà in Basilica per benedire i malati.
Entrambi questi eventi saranno seguiti in diretta dalla nostra emittente. Le celebrazioni costituiscono un’ulteriore occasione per ribadire il diritto alla vita, dal concepimento fino alla morte naturale.
Anche nel messaggio per l’odierna Giornata, dedicata quest’anno ai bambini ammalati o vittime di abusi e violenze, il Papa sottolinea “l’assoluta e suprema dignità di ogni vita umana”, che va vissuta “in pienezza anche quando è debole ed avvolta dal mistero della sofferenza”. Sulle malattie, non solo fisiche, che affliggono molti bambini in diversi Paesi del mondo si sofferma, al microfono di Romilda Ferrauto, il cardinale Javier Lozano Barragán:


R. – I bambini sono la parte più debole dell’umanità e ci colpisce lo stato di abbandono, specialmente di tanti di loro ammalati fisicamente o spiritualmente. Ci colpisce anche il dramma di quei bambini che soffrono intensamente per la separazione dei loro genitori. Questo avviene in Italia, negli Stati Uniti, in Messico e ovunque. C’è poi il fenomeno dei tanti bambini soldato, dei tanti bambini massacrati nelle guerre, in Iraq, in Afghanistan e in altri Paesi. Ci sono i bambini sfruttati per il commercio sessuale e nel lavoro. Ci sono i bambini che si trovano nella povertà assoluta. Tutto questo ci spinge assolutamente a raccomandarli tutti al Signore, perché ricevano sostegno e perché il Signore abbia cura specialmente di loro.

D. – C’è qualche aspetto di questa giornata su cui vuole attirare l’attenzione?

R. – Penso in particolare a quei bambini orfani, con genitori affetti da Aids, i cui nonni non hanno potuto accoglierli. Mi riferisco ai bambini dell’Africa subsahariana. Penso specialmente a loro.

D. – Da sempre, la Chiesa è impegnata nel campo dell’aiuto, dell’assistenza ai malati. Quale è oggi la sfida principale che desta preoccupazione in questo campo?

R. – La secolarizzazione. Io penso che dobbiamo puntare l’attenzione sulla forma di assistenza ai malati che sia veramente cristiana.

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