giovedì 5 marzo 2009

Gmg: Riscoprire il volto. Il messaggio di Benedetto XVI (Sir)


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GIORNATA DELLA GIOVENTÙ - Riscoprire il volto

Il messaggio di Benedetto XVI

“Una nuova evangelizzazione che aiuti le nuove generazioni a riscoprire il volto autentico di Dio”.
È la “missione impegnativa” che Benedetto XVI affida ai giovani nel messaggio, diffuso il 4 marzo, per la XXIV Giornata mondiale della gioventù, che quest’anno si svolgerà a livello diocesano, il 5 aprile, Domenica delle Palme. Tema della Giornata: “Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente” (1 Tm 4,10).
Di seguito una sintesi del documento seguita dal commento di don Eric Jacquinet, responsabile della sezione giovani del Pontificio Consiglio per i laici, e di don Nicolò Anselmi, direttore del Servizio Cei per la pastorale giovanile.

In cerca di una speranza affidabile.

Riparte dalla Gmg di Sydney (luglio 2008), Benedetto XVI, dalla messa conclusiva, all’ippodromo di Randwick dove esortava i giovani a lasciarsi “plasmare da Dio per essere messaggeri dell’amore divino, capaci di costruire un futuro di speranza per tutta l’umanità”. “La questione della speranza è, in verità, al centro della nostra vita di esseri umani e della nostra missione di cristiani, soprattutto nell’epoca contemporanea”, sottolinea il messaggio. “Avvertiamo tutti il bisogno di speranza, ma non di una speranza qualsiasi, bensì di una speranza salda ed affidabile. La giovinezza in particolare è tempo di speranze, perché guarda al futuro con varie aspettative”.

L’esperienza non basta.

Tuttavia, avverte il Papa, “l’esperienza dimostra che le qualità personali e i beni materiali non bastano ad assicurare quella speranza di cui l’animo umano è in costante ricerca. La politica, la scienza, la tecnica, l’economia e ogni altra risorsa materiale da sole non sono sufficienti per offrire la grande speranza a cui tutti aspiriamo”. Questa speranza “può essere solo Dio”: anche per quei giovani “feriti dalla vita, condizionati da una immaturità personale che è spesso conseguenza di un vuoto familiare, di scelte educative permissive e libertarie e di esperienze negative e traumatiche” che in alcuni sfociano in “comportamenti a rischio e violenti, verso droghe e alcool, e tante altre forme di disagio giovanile”. Eppure, aggiunge Benedetto XVI, “anche in chi viene a trovarsi in condizioni penose per aver seguito i consigli di cattivi maestri, non si spegne il desiderio di amore vero e di autentica felicità. Ma come annunciare la speranza a questi giovani?”.

Una nuova evangelizzazione.

La risposta alla domanda sta nell’impegno “primario di tutti” in una “nuova evangelizzazione, che aiuti le nuove generazioni a riscoprire il volto autentico di Dio”. Sull’esempio di San Paolo, il Pontefice esorta i giovani a fare spazio alla preghiera, partecipando anche a “gruppi e movimenti”, a prendere parte “alla liturgia nelle parrocchie”, a nutrirsi “della Parola di Dio e dell’Eucaristia”. “Se vi nutrite di Cristo, cari giovani, non potrete non farlo conoscere ed amare da tanti altri vostri amici e coetanei. La Chiesa conta su di voi per questa impegnativa missione: non vi scoraggino le difficoltà. Testimoniate il Risorto e fatelo conoscere a quanti, vostri coetanei e adulti, sono in cerca della grande speranza che dia senso alla loro esistenza”. “Fate scelte che manifestino la vostra fede; mostrate di aver compreso le insidie dell’idolatria del denaro, dei beni materiali, della carriera e del successo, e non lasciatevi attrarre da queste false chimere”, afferma il Pontefice. “Non cedete alla logica dell’interesse egoistico, ma coltivate l’amore per il prossimo e sforzatevi di porre voi stessi e le vostre capacità umane e professionali al servizio del bene comune e della verità. Il cristiano autentico non è mai triste, anche se si trova a dover affrontare prove di vario genere, perché la presenza di Gesù è il segreto della sua gioia e della sua pace”.

Messaggio di fiducia.

“Il tema della speranza – commenta don Eric Jacquinet – tocca molto da vicino le nuove generazioni e non solo adesso che viviamo in piena crisi finanziaria. Offrendo ai giovani San Paolo, apostolo delle genti, come esempio, Benedetto XVI ha voluto, ancora una volta, affidare loro il compito della nuova evangelizzazione. Ma questa è possibile solo attraverso la testimonianza di una vita di fede coerente, che rifugge da egoismi e carrierismi di ogni genere”. Il messaggio, dunque, “al di là del suo contenuto spirituale, affonda anche nel sociale, ovvero in quell’ambito in cui c’è più bisogno di scelte di vita fondate nel Vangelo. È una chiara esortazione ad andare controcorrente. È un cammino lungo da affrontare con coraggio, costanza, senza fretta”. Un messaggio di “fiducia nei giovani – afferma don Nicolò Anselmi – e in continuità con i messaggi di Sydney. Il Papa manifesta la sua grande fiducia nei giovani, affida a loro il grande compito della nuova evangelizzazione ma non li lascia soli, offre loro le coordinate per svolgere questo compito: li mette in guardia dai falsi maestri e li invita a trovare in Dio la forza per svolgere questo compito”. Il Papa, dice Anselmi, “va alla radice della vita, al senso profondo dell'esistenza che è un senso religioso: anche il cammino verso la Gmg di Madrid 2011 è scandito dalle tre virtù teologali, la speranza, la carità e la fede, cioè dall'iniziativa di Dio. Sono stato colpito dall'invito fatto ai giovani di un triplice impegno spirituale, apostolico e sociale e dalla grande forza con cui il Papa propone una spiritualità giovanile fondata sui Sacramenti”.

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