venerdì 19 dicembre 2008

Mons. Amato (non Benedetto XVI): «In Spagna avanza la statolatria» (Coricelli)


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«In Spagna avanza la statolatria»

Monsignor Amato : intrusioni su educazione ed etica

DI MICHELA CORICELLI

In Spagna – ma anche nel resto d’Europa – «avanza la statolatria che, apparentemente eliminata, rientra dalla finestra».
A lanciare l’avvertimento è monsignor Angelo Amato , prefetto della Congregazione delle cause dei Santi, che in un’intervista al mensile Il Consulente RE affida le preoccupazioni per le tendenze anticristiane del Vecchio Continente e per le persecuzioni denunciate in altre parti del mondo.
Dopo l’approvazione di alcune delle più radicali riforme del governo di José Luis Rodriguez Zapatero (dal matrimonio omosessuale alla ricerca con gli embrioni), il dialogo con la Chiesa e l’elettorato cattolico ha vissuto note difficoltà. Ma monsignor Amato si sofferma su un altro tema spinoso: la Educación para la ciudadania (Educazione alla cittadi- nanza), una sorta di “educazione civica” (in teoria), condita con elementi che stanno suscitando un aspro dibattito in Spagna.
Il timore è che attraverso questa disciplina si introducano insegnamenti ideologici laicisti e si impongano punti di vista contrari alle convinzioni delle famiglie (come il matrimonio fra persone dello stesso sesso). «In tutta l’Europa si sta introducendo la categoria della cosiddetta biopolitica – spiega monsignor Amato nell’intervista –. Lo Stato cioè entra sempre più nella vita personale di ognuno: obbliga le famiglie a scegliere determinate scuole con determinate materie, non di istruzione ma di indottrinamento Ma nel Paese iberico, assicura, la voce cattolica si fa sentire. «Ovviamente qui a Roma noi sappiamo bene di questo grave problema. Fortunatamente possiamo contare su una Chiesa spagnola che ha approfondito seriamente il problema e ha dato una risposta pubblica e chiara, in base al principio cattolico della difesa della libertà religiosa e dei principi della dignità della vita e di ogni persona». Nonostante il fenomeno della «statolatria» – che è in avanzata – «la Chiesa in Spagna è molto reattiva, sta reagendo molto bene con grande dignità e grande fermezza ad un’intrusione statale assolutamente illegittima sul tema dell’educazione dei propri giovani». Sono già migliaia i genitori che hanno optato per l’obiezione di coscienza contro la Educación para la ciudadania: un problema che riguarda soprattutto le scuole pubbliche.
In attesa della prossima riforma della legge sulla libertà religiosa – annunciata dal governo spagnolo – a pochi giorni dal Natale si sono riaccese le polemiche. Un paio di giorni fa è finito nell’occhio del ciclone un piccolo presepe allestito nell’atrio della Procura Generale dello Stato: una giudice ha reclamato la rimozione delle statuine in nome della libertà religiosa. Alla fine di novembre una sentenza di un magistrato di Valladolid aveva obbligato un istituto pubblico ad eliminare i crocifissi dalle aule. Oltre all’educazione dei giovani spagnoli, nell’intervista il prefetto della Congregazione delle cause dei Santi tocca altri temi caldi come la persecuzione anticristiana in alcuni stati dell’India e in alcuni Paesi arabi. Quanto all’Italia, monsignor Amato ritiene che non sia esente da un processo di persecuzione, «attraverso norme di legge, sentenze della magistratura, comportamenti irridenti». Eppure i Dieci Comandamenti «sono dieci parole di amore, come ha rilevato il Santo Padre».

© Copyright Avvenire, 19 dicembre 2008

Parole sacrosante quelle di Mons. Amato che personalmente approvo in pieno e mi congratulo con Sua Eccellenza per il coraggio e la chiarezza.
Restano pero' parole di Mons. Amato.
Stamattina alcuni giornali rimarcano lo stretto rapporto fra il prelato ed il Papa. A che pro?
Anche il cardinale Ratzinger e Giovanni Paolo II erano molto amici, ma le interviste del primo non ricadevano sul secondo.
O sbaglio?
Puerile e sciocco il comportamento di chi, stamattina, cerca di gettare su Benedetto XVI la responsabilita' di cio' che Mons. Amato ha giustamente detto.
Molto infantili le foto (del Papa) che campeggiano in mezzo agli articoli
.
R.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Un certo pennivendolo il cui nome inzia con p e termina con o sostiene che ... probabimente il prelato esprime ad alta voce concetti, che sa pienamente condivisi da Papa Ratzinger ...
Wow!!!ù
Alessia

Anonimo ha detto...

e quando avvenire chiama "clinica della morte" il posto dove dovrebbero portare eluana, è giornalismo migliore?

Raffaella ha detto...

E' la pura verita'!
Eluana non e' una malata terminale e la clinica in cui andra' (a brevissimo tempo) l'aiutera' a morire.
Il linguaggio non e' politicamente e mediaticamente corretto?
Urta?
Era ora! Ne leggiamo fin troppi di articoli appiattiti sul pregiudizio comune contro la Chiesa.
R.

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 11.45,

e quando Veronesi ieri su Rep. definisce Eluana "involucro in disfacimento" dice la verità?

Luigi

Anonimo ha detto...

anche il linguaggio di lerner urta, però lui dice delle balle, vero?
non sarà mica che la verità sta solo da una parte?

Raffaella ha detto...

No, non urta...mi fa solo scuotere la testa!

Anonimo ha detto...

Raffaella, ti consiglio la lettura del pezzo di Rodari sul suo blog.
Pare, tra l'altro, che nel paese di Bambi l'intervista sia stata completamente ignorata.
Alessia

Anonimo ha detto...

Caro Luigi questa espressione è riprovevole!
"involucro in disfacimento"
Grandioso! Da adesso in poi, tutti coloro che sono nelle stesse condizioni di Eluana e non solo , non sono più esseri umani ma, solo involucri in disfacimento di cui liberarsi.
Pensate che razza di considerazione hanno certi
" luminari " della scienza, dell'essere umano! Questa è conquista sociale?