venerdì 19 dicembre 2008

Mons. Amato (non il Papa) critica le leggi "etiche" spagnole. La Santa Sede preoccupata per gli attacchi mediatici al Papa ed alla Chiesa (Bobbio)


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Severissime critiche di monsignor Amato alle leggi etiche del premier spagnolo: «Intrusione statale illegittima» Il Papa torna a condannare l'eutanasia. La Santa Sede preoccupata delle reazioni in Europa alle posizioni della Chiesa

nostro servizio

Alberto Bobbio

Città del Vaticano

Il Lussemburgo ci pensi bene ad approvare la legge sull'eutanasia, che è «malvagia», e la Spagna stia attenta ad andare avanti con «l'indottrinamento laico» e la «statolatria». Prima il Papa, parlando al nuovo ambasciatore del Lussemburgo, e poi il prefetto della Congregazione delle cause dei santi, monsignor Angelo Amato, ex-segretario di Ratzinger alla Dottrina della fede, sono tornati ieri su temi etici che preoccupano la Santa Sede. E Amato ha avuto parole critiche anche per l'Italia, evocando «sentenze della magistratura», riferimento diretto al caso di Eluana Englaro.
Benedetto XVI si è rivolto al Parlamento del Graducato per osservare che una legge per legalizzare l'eutanasia è «malvagia dal punto di vista morale e non può essere mai lecita». La proposta in discussione in Lussemburgo prevede anche il suicidio assistito e il Papa ne ha messo in risalto le contraddizioni con altre disposizioni «felici» che autorizzano lo sviluppo delle cure palliative «per rendere la sofferenza più sopportabile nella fase finale della malattia» e per garantire così «al paziente una assistenza umana adeguata». Il Papa ha definito il suo «un appello» al «popolo lussemburghese in tutte le sue componenti» perché «abbia sempre a cuore la grandezza e il carattere inviolabile della vita umana».
Ma è stato l'intervento di monsignor Angelo Amato, in un'intervista al mensile per il clero «Il Consulente Re», a rimarcare la critica della Santa Sede sui temi eticamente sensibili, in Spagna e non solo. Amato ha detto che «in tutta Europa si sta introducendo la categoria della cosiddetta biopolitica». Ha spiegato che «lo Stato entra sempre di più nella vita personale di ognuno» e, per esempio, «obbliga le famiglie a scegliere determinate scuole con determinate materie, non d'istruzione, ma di indottrinamento». Amato si riferisce alle «leggi etiche» del governo di Zapatero, tra cui l'introduzione nelle scuole dell'Educazione alla cittadinanza, già fortemente criticata dalla Conferenza episcopale spagnola.
Per Amato tutto ciò va rubricato sotto il nome di «statolatria», cioè un sistema ideologico che «apparentemente eliminato» sta «rientrando dalla finestra». Parole tra le più severe mai pronunciate da un esponente della Santa Sede verso la politica del governo socialista iberico. Il prefetto ha espresso soddisfazione per l'opera della Chiesa spagnola: «Sta reagendo molto bene con grande dignità e grande fermezza a un'intrusione statale assolutamente illegittima sul tema dell'educazione dei propri giovani».
Ma Amato è preoccupato anche di ciò che sta avvenendo in Italia «attraverso norme di legge, sentenze della magistratura, comportamenti irridenti il Vangelo, il Santo Padre, la Chiesa, la dottrina cattolica».

Non scende nei particolari il prefetto vaticano, ma è evidente ciò a cui si riferisce. Anche il direttore dell'Osservatore Romano Gian Maria Vian nei giorni scorsi aveva denunciato con un editoriale le «caricature» del Papa e dei suoi insegnamenti in alcuni giornali e nell'opinione pubblica.

Eppure, se c'è una preoccupazione generale circa l'accoglienza in Europa delle sollecitazioni della Chiesa sui temi eticamente sensibili, è la Spagna di Zapatero ad essere considerata il punto più sensibile.
Madrid si sta dibattendo in una forte crisi economica e il governo, anche per spostare l'attenzione dalla recessione, è tornato all'attacco della Chiesa. C'è stato il caso dei crocifissi e aleggia sui provvedimenti del governo la mozione approvata dall'ultimo congresso del Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) che prevede anche l'ipotesi di escludere la Chiesa dal «protocollo di Stato». E sullo sfondo continua il braccio di ferro su una serie di provvedimenti che riguardano bioetica e famiglia. Contro Zapatero si è schierata almeno metà della società spagnola, dove le tradizioni cattoliche sono forti. Così in Andalusia, governata dai socialisti, le processioni cattoliche a Siviglia, Cordoba e Granada vedono affluenze straordinarie.
A Madrid sono stati aperti dal Comune registri per rendere più semplice «lo sbattezzo», senza per altro alcun valore canonico, ma la Chiesa riempie le piazze per protestare contro la politica familiare del governo socialista. Dopo il grande successo della marcia della fine dell'anno scorso, una Messa dedicata alla famiglia è stata annunciata per il 28 dicembre, in piazza a Madrid, dal cardinale Rouco Varela. Intanto anche la Caritas spagnola ha criticato la politica economica di Zapatero invitando il governo ad avviare «un piano per aiutare i più bisognosi». La crisi ingrossa l'esercito dei nuovi poveri e la Caritas ha rivelato di aver avuto il 55% in più di richieste di aiuto rispetto allo scorso anno. Sono 900 mila ormai le famiglie alle quali la Caritas ha dato denaro per cibo e alloggio.

© Copyright Eco di Bergamo, 19 dicembre 2008

1 commento:

euge ha detto...

La Santa Sede si preoccupa solo ora degli attacchi mediatici? Forse con un tantino di ritardo. Gli attacchi mediatici sono arrivati da subito ma, purtroppo, si sono sottovalutati; a questi falsi venditori di verità è stato dato troppo spazio e soprattutto, si sono lasciati cadere nel vuoto episodi di una infamia e cattiveria che non hanno precedenti nella storia. Come mai solo ora la Santa Sede è preoccupata? Come mai solo ora ci si preoccupa per la figura del Papa? Meglio tardi che mai........! Questo è vero! Ma, sicuramente l'atteggiamento troppo morbido verso certi episodi, ha contribuito non poco alla situazione che ora abbiamo davanti.