venerdì 13 marzo 2009

Lettera del Papa: il grazie (!) di Vingt-Trois (Francia), Zollitsch (Germania) e Grampa (Svizzera)


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Il grazie dei vescovi al Papa per la lettera sui presuli consacrati da mons. Lefebvre. Con noi, il cardinale Vingt-Trois, mons. Zollitsch e mons. Grampa

Profonda gratitudine: è questo il sentimento che contraddistingue le reazioni dei vescovi alla lettera di Benedetto XVI sulla revoca della scomunica ai presuli della Fraternità San Pio X. Un documento che ha destato ampia eco, non solo nel mondo cattolico, e che viene definito da più parti senza precedenti. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Benedetto XVI non è solo. I vescovi sono con lui. Tutti sono concordi nel sottolineare lo stile inedito, umile e coraggioso, al tempo stesso franco e fraterno, utilizzato dal Papa nella lettera sulla questione dei vescovi lefebvriani. Il presidente della Conferenza episcopale tedesca, mons. Robert Zollitsch, che stamani ha incontrato il Papa, ha messo l’accento sulla straordinarietà del gesto del Santo Padre:

Ich habe ein Schreiben eines Papstes in dieser persönlichen Art …

“Non mi è mai capitato di leggere uno scritto di un Papa così personale e così aperto. E questo mi piace molto. E’ anche un segno della comunicazione, un segno del fatto che il Papa stesso desidera entrare in colloquio con i vescovi e spiegare a tutto il collegio episcopale quali sono state le ragioni che lo hanno spinto e come lui ha percepito tutta la situazione. Lo ha fatto perché ha avuto la sensazione di non essere stato compreso a sufficienza riguardo allo scopo ultimo del suo agire. Mi piace il fatto che il Papa abbia espresso il tutto in modo così personale”.

Lo stile inedito di questo documento viene evidenziato anche dal cardinale arcivescovo di Parigi, André Vingt-Trois, intervistato da Marie Duhamel della nostra redazione francese :

R. – Le style de cette lettre est tout à fait personnel. …

Lo stile di questa lettera è veramente personale. Penso che il Papa sia stato sensibile, penso che sia stato colpito dalla reazione di alcuni cristiani perché egli ha percepito che per alcuni – come egli stesso ha detto – questa è stata l’occasione di riportare alla luce ferite antiche, rancori, dispiaceri. C’e però anche la possibilità di esprimere un attaccamento profondo alla Chiesa. Per questo era necessario che il Papa rivolgesse un messaggio a questi fedeli. Stando alle prime reazioni che ho sentito, i commenti sono molto positivi e prendono in considerazione le spiegazioni e le riflessioni che il Papa presenta. La seconda riflessione che vorrei fare è che questo rapporto vivo tra la Sede di Pietro e le Chiese particolari è quello che forma il tessuto della vita della Chiesa; quindi, non ci si può meravigliare del fatto che questo tessuto sia vivo, che ci siano scambi sostanziali e ricchi tra il Papa ed i Vescovi: è l’essenza stessa del nostro rapporto!

Gratitudine viene espressa al Papa anche dall’episcopato austriaco, riunito in questi giorni nell’assemblea di primavera. In una nota, i vescovi dell’Austria sottolineano l’attenzione pastorale di Benedetto XVI, che ha voluto spiegare con ampiezza le ragioni che lo hanno portato a revocare la scomunica ai presuli lefebvriani.

Anche i vescovi italiani, attraverso una nota della Cei, esprimono apprezzamento e gratitudine per la parola chiarificatrice del Papa. E viva soddisfazione viene manifestata dai presuli svizzeri. Ai nostri microfoni, il commento di mons. Pier Giacomo Grampa, vescovo di Lugano:

“Abbiamo accolto questa lettera del Santo Padre con profonda commozione anche per i toni di umiltà, di fraternità che il Santo Padre dimostra. La lettera sottolinea uno stile di delicatezza. L’auspicio è che tale stile possa entrare nel governo ordinario della Chiesa. Rinnoviamo al Santo Padre la nostra solidarietà. Questa sua lettera è la riprova di quanto fossero ingiustificate le cattiverie rivolte infondatamente contro di lui, ma questo potrebbe anche rappresentare positivamente la riscoperta di dimensioni che ai più sfuggono di questo Papa”.

Dal canto suo, il superiore della Fraternità San Pio X, mons. Bernard Fellay, ha ringraziato il Papa per la lettera ed ha assicurato che non è intenzione dei lefebvriani arrestare la Tradizione al 1962, cioè prima del Concilio Vaticano II.

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No, non parlo...
Constato solo che il compito di far comprendere i gesti e le decisioni del Papa spetterebbe (il condizionale e' d'obbligo) ai vescovi.
Punto
.
R.

3 commenti:

mariateresa ha detto...

grrrrrr

Anonimo ha detto...

Ma che schifo ragazzi. Scusatemi.
Il Santo Padre ha dato a tutti una lezione di umiltà - lo riconoscono tutti - ma nessuno prova a mettere in pratica questa lezione. E' proprio come Cristo coi Farisei. Sentono e non comprendono. Ascoltano e non mettono in pratica.
Non uno che abbia fatto un mea culpa! E sì che ce n'era ben donde.
Tutti attaccati alla difesa della propria immagine, alla propria diplomazia.E così non capiscono che non fanno altro che perdere ogni credibilità.
Razza di sepolcri imbiancati.
Dio li converta e perdoni.
Il vescovo di Lugano auspica sempre umiltà e delicatezza nel "governo della Chiesa". Cosa intende? Sempre più umiltà e delicatezza dal Papa, dalla Curia Romana o anche da se stesso?
Sì, Mariateresa: grrrrrrrr!
Ricordo a me stessa il Salmo 37"Non irritarti", prendo atto della mia debolezza e, chiedendo perdono, mi affido alla misericordia del Signore, perchè non ce la faccio proprio e nel mio cuore sento anch'io: grrrrrrrrr!

Anonimo ha detto...

Che bel trio comico !!!
Perchè non vanno a Zelig ?

Antonio