mercoledì 10 dicembre 2008

Commemorazione in Vaticano per i 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (Radio Vaticana)


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Commemorazione in Vaticano per i 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo

Sessant’anni fa, il 10 dicembre 1948, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottava la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. E oggi pomeriggio, nell’Aula Paolo VI in Vaticano, si svolgerà una solenne commemorazione dell’evento che inizierà con un momento di riflessione cui parteciperanno il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il cardinale Renato Martino, presidente di Giustizia e Pace, e il direttore generale dell’Organizzazione mondiale del lavoro, Juan Somavía. Seguirà l’assegnazione dei Premi in memoria del cardinale Van Thuan e un concerto, alla presenza del Papa, diretto dalla spagnola Inma Shara. Il servizio di Sergio Centofanti:

Giovanni Paolo II ha definito la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo “una vera pietra miliare sulla via del progresso morale dell’umanità”. Per Benedetto XVI è stata “un passo decisivo nel difficile e impegnativo cammino verso la pace e la concordia”. La Chiesa ha sempre ritenuto i diritti umani come l’espressione della trascendente dignità della persona, amata da Dio per se stessa, fine e mai mezzo. Tali diritti - ha affermato Benedetto XVI - sono fondati sulla legge naturale iscritta nel cuore dell’uomo e non sono affidati a semplici accordi o a mutevoli opinioni: diventerebbero diritti deboli o diritti selettivi, sottoposti all’arbitrio dei più forti. Devono invece valere per tutti e sempre. Ma per un bilancio dei 60 anni della Dichiarazione ascoltiamo il commento del giurista Giuseppe Dalla Torre:

R. - Il bilancio è fatto di luci e, ahimè, anche di ombre. Di luci, innanzitutto, perché certamente questi 60 anni hanno significato la crescita a livello planetario nella coscienza di tutti della esistenza dei diritti inviolabili, dei quali ogni uomo è portatore in ragione della sua dignità fondamentale, e della necessità che questi diritti siano tutelati, siano garantiti e non siano lesi. Secondo aspetto di un bilancio positivo è quello che nasce dal fatto che, certamente, la pratica dei diritti umani si è allargata a livello mondiale. Ma come dicevo, vi sono anche delle ombre, perché in 60 anni non dappertutto si è riusciti a far affermare in concreto, e non solo in teoria, il rispetto di questi diritti umani.

D. - Oggi si assiste ad una evoluzione del concetto di diritti umani, una sorta di nuova ideologia dei diritti che vorrebbe reinterpretarli sulla base di scelte soggettive o interessi utilitaristici…

R. - Questo è un altro pericolo che avanza all’orizzonte e che è soprattutto un pericolo che viene dalla cultura occidentale, una cultura individualistica estrema e relativistica: l’assurgere di ogni diritto al rango di diritti fondamentali o, addirittura, di ogni interesse, o addirittura ancora, di ogni desiderio. Ogni desiderio diventa un diritto fondamentale. Questo è un modo di svuotare la categoria dei diritti fondamentali, di indebolirli, perché evidentemente non tutte le posizioni giuridicamente rilevanti hanno però la stessa forza ed esigono lo stesso livello di tutela. E non tutti i desideri sono, per così dire, giuridicamente da tutelare, da riconoscere.

D. - Per la Chiesa, il primo dei diritti umani è il diritto alla vita, dal concepimento. Ma chi non ha voce sembra non poterlo reclamare, tanto che oggi c’è chi vuol fare dell’aborto un diritto…

R. - Questo è davvero un aspetto singolare della nostra cultura che manifesta delle schizofrenie. Da un lato, ci preoccupiamo, e giustamente, dei diritti degli animali, dall’altro lato ci preoccupiamo, e giustamente, dei diritti delle generazioni a venire. E tuttavia non ci preoccupiamo dei diritti di chi è già stato concepito, non è ancora nato, ma è già in vita, è già un individuo, ha già una sua identità: ha necessità, proprio perché più debole fra tutti, di essere più difeso rispetto a tutti quanti gli altri.

D. - La violazione del diritto alla libertà religiosa è in crescita oggi...

R. - La libertà religiosa è un terreno estremamente delicato, perché la libertà religiosa è storicamente, ma direi anche logicamente, la madre di tutte le libertà, e quindi di tutti i diritti fondamentali di libertà.

D. - La Chiesa, anche grazie ad una certa disinformazione, è stata accusata recentemente riguardo il no alla proposta francese sulla depenalizzazione dell’omosessualità: eppure, in pochissimi hanno saputo riferire che la Chiesa sostiene la depenalizzazione dell’omosessualità, ma è contraria solo a quegli articoli che aprono alle unioni gay e alle adozioni da parte di coppie omosessuali. Un suo commento…

R. - In questo caso, davvero, bisogna distinguere reato e peccato, profilo etico e profilo giuridico. E’ evidente, d’altra parte, la preoccupazione della Santa Sede che ci si possa servire del grimaldello dei diritti umani per una degenerazione ideologica degli ordinamenti giuridici degli Stati e della stessa democrazia.

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La Santa Sede per i 60 anni della Dichiarazione dei diritti dell'uomo

In occasione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, stilata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948 all'indomani della fine del secondo conflitto mondiale, la Santa Sede promuove nel pomeriggio di mercoledì una solenne celebrazione con la partecipazione di Benedetto XVI, con l'intento di riaffermare principi e valori dello storico documento.
Nell'Aula Paolo VI, l'iniziativa a cura del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace si articolerà in un atto commemorativo di riflessione e di studio, con discorsi del segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, del presidente di Iustitia et Pax cardinale Renato Raffaele Martino, e del direttore generale dell'Organizzazione mondiale del lavoro, Juan Somavia.
Seguirà, presente il Papa, un concerto di musiche classiche eseguite dalla Brandenburghisches Staatsorchester di Francoforte, diretta dal Maestro Inma Shara, spagnola, prima donna a dirigere un complesso sinfonico in Vaticano.
Poco prima del concerto avrà luogo l'assegnazione dei Premi attribuiti per il 2008 dalla Fondazione San Matteo in memoria del cardinale François Xavier Nguyên Van Thuân, presieduta dallo stesso cardinale Martino, a cinque personalità e istituzioni distintesi nel campo dell'impegno sociale e per la pace. Il concerto è infatti promosso dalla Fondazione San Matteo.
Presentando l'avvenimento nella Sala Stampa della Santa Sede il 13 novembre scorso, il presidente del dicastero organizzatore aveva spiegato come i diritti dell'uomo siano espressione dell'eminente e inviolabile dignità di ogni persona umana, manifestando la sua vocazione unica e irripetibile, al di là di qualsiasi differenza e ogni possibile discriminazione.
La Dichiarazione universale del 1948, che ha sancito ed elencato tali diritti, costituisce una pietra miliare della civiltà umana, ribadendo che il progresso dell'umanità non si misura solo con l'avanzamento della scienza, della tecnica e dell'economia, ma anche e soprattutto con il primato dei valori spirituali e con il progresso della vita morale.

(©L'Osservatore Romano - 9-10 dicembre 2008)

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