giovedì 4 dicembre 2008

Marcello Pera: i media vogliono far passare il Vaticano per oscurantista


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Pera: Media vogliono far passare Vaticano per oscurantista

Meglio Zapatero di un ipocrita, no ai finti tonti

Roma, 4 dic. (Apcom)

Il Vaticano non vuole discriminare i gay. "Questo è assurdo oltre che falso".
Marcello Pera interviene sul dibattito in corso sollevato in seguito alle dichiarazioni di monsignor Celestino Migliore, osservatore della Santa Sede all'Onu, che ha detto no alla depenalizzazione dell'omosessualità.
"Il sistema dei mass media - dice Pera in una intervista ad Apcom - si sforza di far passare il Vaticano come un potere oscurantista che intende mantenere le discriminazioni contro i gay. Questo è assurdo oltre che falso. Il Vaticano vuole solo evitare un paradosso: chi - come la Chiesa e tanti laici come me - si oppone alla parificazione tra matrimonio tradizionale e unioni gay o alla possibilità di adozione da parte di genitori omosessuali deve poter tenere questa posizione senza che a sua volta venga perseguitato penalmente".

L'ex presidente del Senato ricorda che "nei paesi occidentali, i gay non sono discriminati, come è giusto che sia. La nostra civiltà, proprio grazie alle sue radici giudaico-cristiane, dà a tutti gli individui pari dignità e libertà.

Ma bisogna smascherare il giochino francese, del parlamento europeo e dell'Onu: fingere di parlare contro le discriminazioni e intanto creare surrettiziamente nuovi diritti come il matrimonio gay, che sono il contrario del diritto naturale fondamentale. Chi vuole distruggere la famiglia - conclude Pera - abbia almeno il coraggio di dirlo, non faccia il finto tonto. Meglio Zapatero di un ipocrita".
L'esponente del Pdl, che oggi presenta il suo ultimo libro "Perchè dobbiamo dirci cristiani", si dice d'accordo con il Papa anche sul concetto di laicità.
"Oggi in Europa la corretta impostazione laica si è trasformata nella perversa ideologia laicista, la quale tenta di racchiudere la religione in un ambito privato, in un ghetto. Così facendo - osserva Pera - l'Europa non si accorge che perde la propria identità, e si dimentica anche delle recenti tragedie che ha provocato quando da cristiana è diventata pagana e materialista. Si guardi all'America dove questo non accade.
Lì - prosegue Pera - a nessuno passerebbe per la mente di impedire alla Chiesa o a un credente di parlare e nessun uomo politico direbbe che la religione è irrilevante. Lo stesso Obama, nuovo mito della sinistra europea sempre in cerca di miti e mai di se stessa, si è dichiarato credente, si è iscritto ad una Chiesa e frequenta le cerimonie religiose", conclude l'ex presidente del Senato.

Infine, un giudizio su Papa Ratzinger: "Questo Papa intende davvero dialogare con i laici, intende sfidarli e discutere con loro sul loro stesso terreno.
I codardi - chiosa - si comportano come quei professori di Roma che gli hanno negato la parola. Chi ha a cuore le sorti della nostra civiltà invece gli è grato e cerca di rispondergli. Il Papa non ci chiede: 'Credi in Dio?', ci fa una domanda che dovrebbe stare a cuore a tutti: 'Su che cosa fondi e come giustifichi il tuo credo nel valore della persona, della dignità, della libertà, dell'uguaglianza?
'.

Io ho cercato una risposta - conclude Pera - vedo che gli spavaldi laicisti per ora tacciono. Dov'è finita la loro sicumera? Hanno perso la favella? Hanno bisogno di consultarsi? Oppure devo pensare che il loro imbarazzato silenzio mette impietosamente a nudo la loro debolezza?".

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Il dogma dell'infallibilità papale fu definito con la costituzione dogmatica Pastor Aeternus.

Questo è il testo tradotto in italiano dell'ultima parte della Pastor Aeternus, dove si trova la definizione del dogma:
« Richiamandoci dunque fedelmente alla tradizione, come l’abbiamo assunta dalle prime epoche del Cristianesimo, noi insegniamo, ad onore di Dio, nostro Salvatore, per gloria della Religione Cattolica e per la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del sacro Concilio, e dichiariamo quale dogma rivelato da Dio: ogni qualvolta il Romano Pontefice parla ex cathedra, vale a dire quando nell’esercizio del Suo Ufficio di pastore e Maestro di tutti i cristiani, con la sua somma Apostolica Autorità dichiara che una dottrina concernente la fede o la vita morale dev’essere considerata vincolante da tutta la Chiesa, allora egli, in forza dell’assistenza divina conferitagli dal beato Pietro, possiede appunto quella infallibilità, della quale il divino Redentore volle munire la sua Chiesa nelle decisioni riguardanti la dottrina della fede e dei costumi. Pertanto, tali decreti e insegnamenti del Romano Pontefice non consentono più modifica alcuna, e precisamente per sé medesimi, e non solo in conseguenza all'approvazione ecclesiastica. Tuttavia, chi dovesse arrogarsi, che Dio ne guardi, di contraddire a questa decisione di fede, sarà oggetto di scomunica. »

(Pastor Aeternus, 18 luglio 1870)