giovedì 4 dicembre 2008

Ecco un caso di vera discriminazione: il Granduca di Lussemburgo dice no all'eutanasia perchè cattolico. Il governo vuole togliergli tutti i poteri


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Henri, il no all’eutanasia può costargli la corona

di Alberto Toscano

Parigi - Il Lussemburgo, uno dei sei membri fondatori dell'Europa comunitaria, è vicino alla crisi istituzionale a causa della decisione del granduca Henri, 53 anni, di non controfirmare il testo della nuova legge sull' «accompagnamento alla morte», che prevede situazioni di sostanziale eutanasia.
Il sovrano, che è al potere dal 2000, ha informato i leader parlamentari che la sua coscienza cristiana gli impedisce di compiere un gesto del genere.
E il pensiero di tutti è immediatamente andato a quanto accadde nel 1990 in Belgio, dove il cattolicissimo re Baldovino si fece da parte per un giorno allo scopo di non apporre la propria firma sulla legge che legalizzava l'aborto. Dopo quelle brevissime «dimissioni a tempo», il sovrano belga riprese il proprio posto sul trono e tutto andò avanti come prima.
La situazione del granducato sembra più complessa perché il Parlamento ha colto la palla al balzo, decidendo di ridimensionare il ruolo politico del granduca. Per non mettere la propria firma sulla legge, che legalizza l'eutanasia, Henri rischia insomma di perdere qualche piuma. I suoi sostenitori pensano che il gioco valga la candela ed esaltano la coerenza morale di un uomo che non si è piegato neppure di fronte al voto parlamentare. Però il Lussemburgo è una monarchia costituzionale e alla fine sono i rappresentanti eletti dal popolo a determinare il contenuto delle leggi. Dunque Henri vedrà il proprio ruolo ulteriormente assottigliato.
Il primo ministro- il cristiano-sociale Jean-Claude Juncker, che ha anche un importante ruolo comunitario in quanto presidente dell'Eurogruppo - ha replicato al sovrano con parole molto ferme. «Io capisco - ha detto Juncker - i problemi di coscienza del granduca, che più o meno sono anche i miei. Ma io penso che se la Camera dei deputati vota una legge, questa debba poter entrare in vigore». Il disegno di legge relativo all'eutanasia è stato adottato lo scorso febbraio dai deputati, malgrado il voto contrario degli stessi cristiano-sociali guidati da Juncker. Ora l'assemblea parlamentare è chiamata a votare in seconda lettura lo stesso documento, che - per avere effetto di legge - dovrà essere controfirmato e promulgato dal sovrano. La decisione di quest'ultimo di ostacolare il cammino del provvedimento, con un atteggiamento che alcuni chiamano «sciopero del granduca», sta spingendo la maggioranza del Parlamento a studiare una riforma istituzionale destinata a ridurre sensibilmente il potere discrezionale della corona. Il granduca resterà al proprio posto, ma non sarà più nelle condizioni di «scioperare» contro il Parlamento: in pratica gli verrà tolto ogni potere di firma sui provvedimenti legislativi.
Le polemiche di questi giorni costituiscono un'autentica tempesta nelle acque, tradizionalmente tranquille, della politica lussemburghese. Il granducato si trova tra Belgio, Francia e Germania. I suoi 470 mila abitanti sono tra i cittadini più ricchi dell'Unione europea. La famiglia regnante è nota per la sua osservanza cattolica, puntualmente riaffermata in questa occasione.

© Copyright Il Giornale, 4 dicembre 2008 consultabile online anche qui.

Come si puo' notare le discriminazioni in Europa ci sono eccome, ma nei confronti dei Cattolici!
A quando un sit-in per difendere i diritto del Sovrano di Lussemburgo?

R.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

ma se il granduca avesse rischiato i suoi poteri per un sì all'eutanasia, sarebbe stata discriminazione lo stesso?

Anonimo ha detto...

Sono molto colpito di quel gesto di Granduca Henry che si dimostra come un vero cattolico. Mentre il primo ministro "sociale cristiano" e un esempio dei cosi detti "cattolici adulti", "politicamente coretti". Quando si tratta di coservare il potere loro dimenticano subbito i Valori innegoziabili dei quali parla sempre il nostro Papa.

Angel

euge ha detto...

Caro roberto credo che nel caso da te citato, non solo non sarebbe stato discriminato ma, probabilmente, sarebbe stato considerato come uomo lungimirante attento ai problemi sociali e libero dal lavaggio del cervello clericale.

mariateresa ha detto...

caro roberto: ma se mio nonno aveva 5 palle, era un flipper?

Anonimo ha detto...

sì..... ma se avesse avuto lo stesso tipo di problemi? sarebbe stata sempre discriminazione?

Anonimo ha detto...

solo non vorrei che si desse la patente di discriminato solo a chi fa battaglie che ci piacciono

mariateresa ha detto...

nobile intento.

Anonimo ha detto...

IL caso Lussenburghese ancora una volta espèrime l'ambiguita' di un certo filone cattolico - liberale... paragonabile a quanto fece la DC in Italia.

Sono completamente subalterni alla logiche del mondo, sono dei veri liberali.

Ancora una volta si palesano per quello che sono.

Senza coerenza e senza coraggio.

IPOCRITI.

Anonimo ha detto...

Bravo Anonimo !

Angel

Anonimo ha detto...

Purtroppo, caro anonimo, oltre all'ipocrisia che si è manifestata in questo caso ma non è il solo caso, c'è anche chi dichiarandosi cattolico cristiano, ha una fifa matta di difendere la propria fede ed il proprio credo; non solo lasciatemelo dire tantissimi " cristiani cattolici" si costruiscono una religione tutta loro accuratamente adattata e rivista secondo le modernità del tempo che appartengono senza ombra di dubbio, alla famigerata categoria dei " cattolici adulti " e politicamente corretti. Queste categorie purtroppo, sono presenti anche nella chiesa e sono le peggiori quelle che non avendo scatole per difenderla e difendere ciò per cui sono stati nominati ministri di Dio, si appoggiano ora ad un giornale ora ad un altro. Dipende dalla circostanza e purtroppo, anche, da quanto vogliono mettersi in luce e dare importanza poi se creano della grandi gaffe pazienza tanto il capo espiatorio è sempre il Papa.
VERGOGNA!