lunedì 2 febbraio 2009

Alle 18, l'incontro del Papa con i religiosi e le religiose per la 13.ma Giornata della vita consacrata. Intervista al cardinale Franc Rodé (R.V.)


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Alle 18, l'incontro del Papa con i religiosi e le religiose per la 13.ma Giornata della vita consacrata. Intervista al cardinale Franc Rodé

E’ la professione di fede di San Paolo, contenuta nella sua Lettera ai Galati, il cuore dell’odierna Giornata mondiale della Vita Consacrata, giunta al 13.mo appuntamento. Benedetto XVI incontrerà i religiosi e le religiose nella Basilica di San Pietro nel pomeriggio alle 18, al termine della Santa Messa celebrata in precedenza, alle 17, dal cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Come da tradizione, l'incontro avviene nella Festa della Presentazione del Signore, sulla quale si sofferma a riflettere lo stesso cardinale Rodé, al microfono della responsabile della redazione francese della nostra emittente, Romilda Ferrauto:

R. - Tale episodio costituisce una significativa icona della donazione della propria vita per quanti sono stati chiamati a riprodurre nella Chiesa e nel mondo i tratti caratteristici di Gesù vergine, povero, e obbediente: il consacrato del Padre. Gli scopi della Giornata dedicata alla vita consacrata nella “mens” del servo di Dio Giovanni Paolo II sono fondamentalmente tre: rispondere al bisogno di lodare e ringraziare il Signore per il dono alla Chiesa della vita consacrata, valorizzare sempre più la testimonianza delle persone che hanno scelto di seguire Cristo mediante la pratica dei consigli evangelici, essere occasione per le stesse persone consacrate di rinnovare i propositi e ravvivare i sentimenti che devono ispirare la loro donazione al Signore.

D. - C’è qualche aspetto della vita consacrata che lei desidererebbe quest’anno mettere in risalto?

R. - Quest’anno la celebrazione cade nell’Anno Paolino. A Paolo di Tarso, afferrato da Cristo, la vita consacrata guarda come esempio di discepolo che segue Cristo Signore e pone la sua intera esistenza al servizio dell’annuncio del Vangelo. La testimonianza di Paolo di Tarso, resa con la parola e con la propria vita, ci ricorda che i consacrati portano a compimento la volontà del Padre dopo averla accettata in spirito di obbedienza. Totale donazione di sé a Dio e alla causa del Vangelo, obbedienza e fedeltà sino alla fine sono tratti della vita di Paolo che ogni consacrato deve avere presenti nella propria esistenza, forti della Parola dello stesso apostolo: “Fatevi miei imitatori come io lo sono di Cristo”

D. - Eminenza cosa desidera dire in questa Giornata ai religiosi e alle religiose che soffrono di disagio, di solitudine, di emarginazione nella società attuale?

R. - Ricordare a quei consacrati che in forza del loro battesimo sono incorporati a Cristo, che hanno scelto di seguire più da vicino mediante la professione dei consigli evangelici. Nel prologo del Vangelo di Giovanni, si sottolinea il dramma della non accoglienza del verbo di Dio incarnatosi per la gloria del Padre, per la salvezza degli uomini. Se il mondo non ha accolto il Signore, non è portato ad accogliere chi è di Cristo, mentre il discepolo del Signore è chiamato ogni giorno, nonostante tutto, ad abbracciare la sua croce e a seguire il suo maestro in un cammino di fiducia e di abbandono in Dio, sino al premio che il Padre ha riservato per chi gli è fedele sino alla fine.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

"Se il mondo non ha accolto il Signore, non è portato ad accogliere chi è di Cristo, mentre il discepolo del Signore è chiamato ogni giorno, nonostante tutto, ad abbracciare la sua croce e a seguire il suo maestro in un cammino di fiducia e di abbandono in Dio, sino al premio che il Padre ha riservato per chi gli è fedele sino alla fine."
Ecco quel che accade anche in questi giorni...