lunedì 2 febbraio 2009

La festa della Presentazione del Signore (Osservatore Romano)


Vedi anche:

SANTA MESSA CON I RELIGIOSI: DIRETTA IN CORSO

Gianfranco Ravasi: Ratzinger sale in cattedra

Le rane dalla bocca larga curiali hanno colpito ancora! Vogliamo risolverlo o no questo problema di comunicazione? Sveglia!

Alle 18, l'incontro del Papa con i religiosi e le religiose per la 13.ma Giornata della vita consacrata. Intervista al cardinale Franc Rodé (R.V.)

Attenzione: discrepanza fra il testo in francese e la traduzione in inglese dell'intervista a Mons. Fellay

Benedetto XVI ai vescovi della Turchia: la laicità è un valore, ma lo Stato assicuri la libertà religiosa dei cittadini (Radio Vaticana)

Canterbury addio. Benedetto riprende anche gli Anglicani (Galeazzi)

Lefebvriani, Mons. Fellay: "Gli Ebrei sono i nostri fratelli maggiori" (Agi)

UNA CATENA DI ROSARI DA OFFRIRE AL SANTO PADRE

Benedetto XVI a Kirill I: "Continuare a rafforzare la comunione" (Sir)

Ecco l'elenco degli scomunicati. Da Fidel Castro a Milingo, dai vetero-cattolici ai sedevacantisti. Nessun teologo della liberazione (Rodari)

Secondo Garelli il Papa avrebbe dovuto lasciare perdere i Lefebvriani e interessarsi dei teologi della liberazione. Domanda: essi sono scomunicati?

Fellay: “Gli Ebrei sono i “nostri fratelli maggiori”. “Non c’è posto fra noi per l’antisemitismo” (traduzioni in italiano)

Durissimi attacchi al Papa dalla Germania

Benedetto XVI, segno di contraddizione (Giannino)

Fellay: "Gli ebrei sono 'nostri fratelli maggiori" (traduzione delle parole del Superiore della Fraternità Pio X)

Mons. Fellay: "Gli ebrei sono nostri fratelli maggiori"

"Strana" intervista di Alain Elkann al vescovo lefebvriano Tissier de Mallerais

L'ossessione degli ebrei di sorvegliare il Papa (Farina)

A Mosca cerimonia di intronizzazione di Kirill, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie (Radio Vaticana)

Benedetto XVI: «Eutanasia, soluzione falsa e indegna» (Tornielli)

Intronizzato Kirill I, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie (Agi)

Kirill, l’ora del dialogo a Mosca (Bianchi)

Ecco la vera ragione della scomunica di Mons. Lefebvre, di Mons. de Castro Mayer e dei quattro vescovi da loro ordinati (Repubblica, 1/7/1988)

Indovina indovinello: quando è stato scritto questo articolo sui Lefebvriani e la Messa tridentina?

Le anime belle che oggi sbraitano per un atto di misericordia, sanno che una "gran fetta" di Lefebvriani è in comunione con Roma dal 2006?

Mons. Fellay: L'antisemitismo non ha posto fra le nostre fila

Il prestigioso Frankfurter Allgemeine Zeitung "difende" il Papa: Ratzinger cattolico e anche soddisfatto di esserlo. Che provocazione!

Angelus del Santo Padre: il commento dettagliato di Salvatore Izzo

Le surreali accuse a Benedetto XVI. La scomunica revocata e il polverone mediatico sul negazionismo (Brunelli)

Benedetto XVI ha descritto la missione di Gesù e la sua sofferenza ma, allo stesso tempo, è stato autobiografico!

Il Papa all'Angelus: "La croce di Cristo sarà la rovina del demonio, ed è per questo che Gesù non smette di insegnare ai suoi discepoli che per entrare nella sua gloria deve patire molto, essere rifiutato, condannato e crocifisso, essendo la sofferenza parte integrante della sua missione"

Qualcosa non torna nei rapporti tra gli ebrei italiani e la Santa Sede (Pertici)

Traduzione in italiano del grandioso editoriale di “Rorate Caeli”: sostenere Pietro (a cura di Paolo)

Il Papa non si lascia intimidire: la trattativa con i Lefebvriani prosegue (Galeazzi)

Come mai lo Stato di Israele non ha reagito con la stessa veemenza che usa contro il Papa con Erdogan e la Turchia?

Filippo Di Giacomo: "I rapporti del Papa coi fedeli vengono regolarmente falsificati dai numeri che una curia improvvida consegna al mondo senza alcuna precisazione"

BENEDETTO XVI REVOCA LA SCOMUNICA AI VESCOVI LEFEBVRIANI: LO SPECIALE DEL BLOG

La festa della Presentazione del Signore

Per annunciare ad Adamo che ho visto Dio fatto bambino

di Manuel Nin

"Il quarantesimo giorno dopo l'Epifania è qui celebrato veramente con grande solennità". Così la pellegrina Egeria, nella seconda metà del iv secolo, ci dà testimonianza della celebrazione a Gerusalemme, nella basilica della Risurrezione, della festa dell'Incontro del Signore, con la proclamazione del vangelo di Luca (2, 22-40).
La festa del 2 febbraio è una delle Dodici Grandi feste dell'anno liturgico, e così la considera Egeria paragonandola quasi alla Pasqua. Tra i secoli v e vi viene celebrata ad Alessandria, Antiochia e Costantinopoli e, alla fine del vii secolo è introdotta a Roma da un Papa di origine orientale, Sergio i, che vi introdurrà anche le feste della Natività di Maria (8 settembre), dell'Annunciazione (25 marzo) e della Dormizione della Madre di Dio (15 agosto).
Con il titolo di "incontro" (hypapànte) la Chiesa bizantina in questa festa vuol soprattutto sottolineare l'incontro di Gesù con l'anziano Simeone, cioè l'Uomo nuovo con l'uomo vecchio, e l'adempimento dell'attesa di tutto il popolo di Israele rappresentato da Simeone e Anna. La festa ha un giorno prefestivo e un'ottava. L'ufficiatura del giorno, molto ricca dal punto di vista cristologico, sottolinea il mistero dell'incontro del Verbo di Dio incarnato con l'uomo, "il nuovo bambino", "il Dio prima dei secoli" - come lo cantavamo a Natale - viene incontro all'uomo. Uno dei tropari del vespro è entrato anche come canto di offertorio della liturgia romana: "Adorna il tuo talamo, o Sion, e accogli il Re Cristo; abbraccia Maria, la celeste porta, perché essa è divenuta trono di cherubini, essa porta il Re della gloria; è nube di luce la Vergine perché reca in sé, nella carne, il Figlio che è prima della stella del mattino".
Nei testi dell'ufficiatura ci viene offerta tutta una raccolta di immagini bibliche applicate alla Madre di Dio con un retroterra chiaramente cristologico. Tipiche e bellissime risultano confessioni cristologiche in un costante gioco di contrasti: "Colui che portano i cherubini e cantano i serafini" eccolo "nelle braccia di Maria" e "nelle mani del santo vegliardo". E Simeone, "portando la Vita, chiede di essere sciolto dalla vita", con un riferimento conclusivo direttamente pasquale: "Lascia che io me ne vada, o Sovrano, per annunciare ad Adamo che ho visto il Dio che è prima dei secoli fatto bambino".
L'ufficiatura del vespro prevede anche tre letture veterotestamentarie. La prima è tratta dai libri dell'Esodo (13) e del Levitico (12), con la presentazione e consacrazione a Dio dei primogeniti collegata alla festa della Presentazione di Gesù nel tempio il quarantesimo giorno dopo la sua nascita. Le altre due letture sono tratte dal profeta Isaia (6 e 12), con il tema della santità di Dio e della sua salvezza portata all'uomo.
La stessa icona della festa si fonda sui testi dell'Esodo, con la presentazione dei primogeniti, e soprattutto sul vangelo di Luca con l'incontro del Bambino con Simeone. L'icona mette in luce particolarmente l'incontro di Dio con l'uomo insistendo ancora una volta sul mistero dell'Incarnazione. La distribuzione iconografica è molto chiara: Gesù bambino al centro, poi ai lati, più vicini, Maria e Simeone, e poi Giuseppe e Anna. In fondo l'altare e il baldacchino che lo copre, richiamando la disposizione tipica dell'altare cristiano: baldacchino, altare ed evangeliario sopra.
Bisogna sottolineare ancora la somiglianza tra Simeone e Anna, per disposizione e caratteristiche iconografiche, e Adamo ed Eva nell'icona pasquale della discesa di Cristo agli inferi: con lo stesso sguardo Simeone e Adamo, e Anna ed Eva si rivolgono a Cristo sia nell'una che nell'altra delle icone. In quella del 2 febbraio è Simeone che si china per accogliere e abbracciare Cristo; in quella della Pasqua è Cristo che si china per accogliere e abbracciare Adamo. L'icona della festa dell'Incontro diventa così preannuncio dell'altro grande incontro: quando l'Uomo nuovo, Cristo scende nell'Ade per riscattarne l'uomo vecchio, Adamo.
La festa del 2 febbraio è dunque una festa dal carattere fortemente pasquale, e della risurrezione è un annunzio evidente. "Gioisci, Madre di Dio Vergine piena di grazia: da te infatti è sorto il sole di giustizia, Cristo Dio nostro, che illumina quanti sono nelle tenebre. Gioisci anche tu, o giusto vegliardo, accogliendo fra le braccia il liberatore delle anime nostre che ci dona anche la risurrezione". Questo tropario della festa, che si conclude con la frase "ci dona anche la risurrezione", riecheggia i versi conclusivi del tropario pasquale, che recita "e a coloro che sono nei sepolcri ha fatto il dono della vita". Così la festa dell'Incontro di Gesù bambino con l'anziano Simeone è la festa dell'incontro di Dio, per mezzo dell'incarnazione del Figlio, con l'umanità, con ogni uomo. Incontro che ha luogo nel Tempio, cioè nella vita ecclesiale di ogni cristiano, di ognuno di noi.

(©L'Osservatore Romano - 2-3 febbraio 2009)

Nessun commento: