sabato 7 febbraio 2009

Attenzione al trappolone mediatico: l'eventuale ordinazione di sacerdoti da parte di Mons. Fellay non inciderà sulla revoca della scomunica


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Cari amici, noto che qualche giornale e sito internet (persino Radio Vaticana, sezione tedesca!) insiste nell'affermare che l'eventuale ordinazione di nuovi sacerdoti da parte della Fraternita' di San Pio X costituirebbe una sorta di schiaffo a Roma.
Questo non e' esatto.
L'eventuale ordinazione non incidera' sul possibile rientro nella comunione con il Papa.
Paolo VI ha rimesso la scomunica agli Ortodossi e non mi pare che essi abbiano rinunciato ad ordinare sacerdoti.
O sbaglio?
La remissione della scomunica non comporta la sospensione dell'attivita' ordinaria della Fraternita'.
Per di piu' (se lo ricordino le anime belle!) i sacerdoti ed i fedeli lefebvriani non sono mai stati scomunicati. Lo sono stati solo Mons. Lefebvre ed i quattro vescovi da loro ordinati.
Punto! I giochini ed i giochetti mediatici cessino e si faccia giornalismo serio!
Ricordiamo, per inciso, che Mons. Lefebvre fu sospeso "a divinis" da Paolo VI nel luglio 1976.
Da allora continuo' ad ordinare sacerdoti e NON FU SCOMUNICATO NE' DA PAOLO VI NE' DA GIOVANNI PAOLO II.
La scomunica scatto' automaticamente solo nel 1988 quando Mons. Lefebvre consacro' quattro vescovi.
Come si vede non e' la prima volta che avviene cio' di cui stiamo parlando e dal 1976 al 1988 il Papa non era Benedetto XVI.
Riporto tre commenti dal blog di Tornielli che mi sembrano illuminanti e ben argomentati
:

Physikelly Scrive: February 6th, 2009 at 10:59 pm

Galeazzi non sembra aver notato che la revoca della scomunica porta solo e semplicemente allo ’status quo ante’, sino alla primavera ‘88. Di ordinazioni illecite ve ne sono state almeno dal 1975, se è per questo.
-Inoltre (cito da un articolo online del Messaggero di oggi) : “La Fraternità San Pio X non fermerà l’ordinazione di sacerdoti, perché «il decreto di remissione della scomunica non ci chiede l’interruzione della nostra attività ordinaria».Lo ha detto l’abate Gregoire Celier, responsabile delle comunicazioni della comunità lefebvriana in Francia. Celier ha confermato il desiderio della Fraternità di giungere alla piena comunione con Roma, ma che per questo occorrerà avviare una «discussione dottrinale» che «prenderà il suo tempo» e che difficilmente potrà essere avviata «finché non si placa questa tempesta mediatica».”

Ora: senza tirare in ballo gli Ortodossi, prendiamo un caso in parte più semplice. A quanto pare, dovrebbe essere alle porte (l’ha riportato bene in evidenza lo stesso Galeazzi giorni fa -in realtà pescando a piene mani verbatim da un settimanale cattolico australiano- ) la ammissione nella Chiesa cattolica, forse come prelatura personale, di circa mezzo milione di tradizionalisti anglicani. Quelli della TAC, la “Comunione Anglicana Tradizionale”, scismatica da vent’anni dalla Comunità Anglicana (quindi da non confondere con gli anglo-cattolici interni a quest’ultima).

Bene: vi è qualcuno, fra i giornalisti non dico italiani, ma di tutto il mondo, che vada a spulciare se quelli della TAC effettuano ancora ordinazioni al momento, o le hanno sospese?

Eppure: “L’arcivescovo John Hepworth, primate di questo gruppo, ha detto di voler portare a Roma tutti i suoi vescovi in occasione della beatificazione (la cui data non è ancora stata fissata) di John Henry Newman, il grande convertito dall’anglicanesimo. Nell’aprile del 2007 Hepworth ha scritto a Benedetto XVI, annunciandogli che i vescovi della Comunione tradizionale avrebbero sottoscritto il Catechismo della Chiesa Cattolica, e un documento in cui chiedevano l’unione con Roma. L’incontro , e la firma, è avvenuta nel santuario mariano più famoso del Regno Unito, a Walsingham, Norfolk. Nell’ottobre del 2007 Hepworth accompagnato da due vescovi, Robert Mercer e Peter Wilkinson hanno consegnato il Catechismo e il documento a padre Augustine Di Noia, OP, un alto funzionario statunitense della Congregazione per la Dottrina della Fede. Secondo The Record un annuncio in questo senso potrebbe venire presto, subito dopo Pasqua.”

(parole del collega di Galeazzi, Marco Tosatti, nel suo articolo del 30 gennaio scorso:
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=196&ID_articolo=268&ID_sezione=396&sezione= )

Aggiungo due dettagli interessanti: si sa che i leader della TAC *non hanno posto condizioni* per la loro riammissione nella Chiesa. Quindi non hanno nulla contro Roma. Fedelissimi. Ora tutto è nelle mani del Papa, da cui aspettano solo un cenno d’invito ufficiale. Inoltre, molto importante: non avendo gli anglicani in genere Ordini validi (a differenza per esempio dei lefebvriani, che hanno ordini validi ma conseguiti illecitamente), tutti i sacerdoti della TAC che accettano questo accordo con Roma, dovranno essere ri-ordinati (almeno almeno sub-conditione) .
Ma non basta: probabilmente, la futura TAC riconciliata, pur mantenendo molti riti e tradizioni tipici dell’anglicanesimo (quello ‘high church’, però) non avranno più la possibilità di tenere, oltre ai presbiteri, anche i vescovi sposati. Cioè: sì a preti sposati, ma non a vescovi, che dovranno quindi eventualmente rinunciare a tale dignità, e ‘tornare’ semplici sacerdoti. Comunque, tutte le ordinazioni sono da (ri)fare ancora, per cui, la cosa sarà non semplicissima, come redistribuzione di ministeri, etc…

Bene, ho mostrato tutto questo per dire: come mai non c’è alcuno che va a sfrugugliare se questi qua della TAC non solo continuano a ordinare ‘illecitamente’, ma anche ‘invalidamente’? Per dirla in modo crudo, a continuare a fregiarsi di titoli come ‘vescovo’ pur essendo meramente dei laici, a rigore, e per di più sposati che dovranno limitarsi al presbiterato, una volta riconciliati definitivamente?

Dopo tutto, è da decenni (e prima del loro scisma, da secoli) che ’simulano’ un sacramento che non possono validamente conferire…

Naturalmente, non amo moltissimo tali durezze teoretiche , pur vere, sbattute in faccia ai fratelli separati e le loro Chiese/Comunità ecclesiali.. Ma noto che , come per il concetto di scomunica, tale durezza è ‘ecclesially correct’ solo nei riguardi dei “Lefebvriani”.

Avete capito il mio punto? Voglio dire: non si può vedere tutto alla luce della informativa ma dopotutto limitata nota della Segreteria di Stato. Non tutto si esaurisce lì, era solo un modo per placare in prima approssimazione un bisogno di chiarezza da parte dell’opinione pubblica.

Notate: se si ragionasse in punta di diritto canonico, allora non solo i vescovi della Fraternità dovrebbero rinunciare a ordinare nuovi sacerdoti, ma loro, e tutti i cinquecento sacerdoti, dovrebbero rinuciare a celebrare tutti i Sacramenti tout-court…
(Peraltro, matrimoni e confessioni sono addirittura invalidi, non solo illeciti, poichè non c’è giurisdizione, anche se la SSPX ha sempre sostenuto che lo’ stato d’emergenza’ giustificava il tutto, e lo giustificherebbe ancora.)

Noto solo che adesso, andando scemando (molto) lentamente l’argomento ‘antisemitismo’, si cerca di premere l’acceleratore e dare forza all’argomento “ordinazioni sacerdorali-nonostante-la-sospensione”, che è fallacissimo, perchè allora, a rigor di logica, Benedetto l’altro giorno avrebbe dovuto mandare a Kirill di Mosca non un telegramma di congratulazioni, ma una nota in cui gli ricordava di ‘non avere una funzione canonica nella Chiesa e non esercitare lecitamente un ministero in essa’, dal 1054, e intimandogli di non celebrare i sacramenti, men che meno ordinazioni che alimenterebbero ulteriormente lo scisma orientale (non superato dalla mera remissione della scomunica, nel ‘65) …

In sintesi: qui qualcuno soffia sul fuoco [e stasera ho visto il tono delle news della redazione tedesca di Radio Vaticana, diretta dal polemico e ribelle gesuita E. von Gemmingen -quello che due anni fa propose donne-cardinale (sic!) - che ha la faccia di descrivere la questione delle possibili nuove ordinazioni a giugno, come ‘la scelta dello scontro aperto con Roma’ !!] , soffia sul fuoco o in buona fede per ignoranza, o in mala fede, e sapendo di mentire, poichè qui ci sono molti che vogliono montare il “caso mediatico ordinazioni”, come se nuove ordinazioni sacerdotali a giugno potessero attrarre sulla Fraternità nuove scomuniche, pur non avendone mai attratte per quasi tre lustri, Giovanni Paolo II regnante. Insomma: i media cattolici anti-ricnciliazione stanno preparando l’ennesima trappola. Prego chi di dovere -Roma, Econe, Giornalisti realmente cattolici- di disinnescarla per tempo..

Gigi Scrive: February 6th, 2009 at 11:34 pm

Chi ha scritto queste cose fa una gran confusione tra le ordinazioni di vescovi, che necessitano del placet vaticano, e le ordinazioni di sacerdoti che sono di appannaggio dei vescovi. Ora, i vescovi della Fraternità sacerdotale san Pio X, ordinati dall’arcivescovo Lefebvre validamente ma illecitamente (mancava l’assenso del Papa sui nomi) sono sempre stati vescovi a tutti gli effetti poichè posseggono la successione apostolica, trasmessa loro da mons. Lefebvre. Hanno ordinato centinaia di sacerdoti, perchè i seminari tradizionalisti a digfferneza dei conciliari sono pieni, che sono sacerdoti validissimi a tutti gli effetti. Lo dimostra il fatto che quando alcuni di costoro sono passati con Roma lasciando la Fraternità, non sono stati nuovamente ordinati, poichè l’ordinazione ricevuta dai vescovi della Fraternità (così come tutti gli altri sacramenti sia dei vescovi che di questi sacerdoti) è valida. I preti tradizionalisti, peraltro, sono ottimi sacerdoti: vivono poveramente (la Chiesa non gli passa l’8 per mille) e mai si è registrato tra loro qualche caso vergognoso (tipo pedofilia o immoralità che affliggono la Chiesa conciliare). Da notare che i sacerdoti della Fraternità non sono mai stati scomunicati, come più volte dichiarato dalla santa Sede, poichè questo provvedimento riguardava solo i vescovi ordinati validamente ma non lecitamente. Ora per la santa Sede si tratta solo di sistemare una questione di diritto canonico. Quanto agli anglicani, il paragone è sbagliato. Non sono stati ordinati da vescovi cattolici, ma nominati dal parlamento inglese che li mantiene: quindi hanno perso la successione apostolica.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Resta però il punto che i sacerdoti della Fraternità sono "sospesi a divinis". Se ne ordinano altri, lo saranno anche quelli.

Raffaella ha detto...

Qui il problema e' canonico e va risolto!
I vescovi sono sospesi a divinis ma la scomunica e' stata loro tolta.
Far passare l'idea che, nela caso di nuove ordinazioni, il Papa possa procedere ad una nuova scomunica e', quantomeno, azzardato.
R.

Anonimo ha detto...

Infatti il problema non è "una nuova scomunica".
Il problema è se configuri una "nuove disobbedienza" o perlomeno una mancanza di rispetto verso chi ha paternamente e amorevolmente "teso la Mano".
Non credo che Benedetto XVI sarà contento di questo.

Raffaella ha detto...

Beh, in questi giorni non sono solo i Lefebvriani a mancare di rispetto al Santo Padre, anzi...
Non conosciamo a che punto sono le trattative per cui e' difficile, se non impossibile, interpretare queste possibili (finora non c'e' comunicazione ufficiale) ordinazioni.
In ogni caso Mons. Lefebvre fu sospeso a divinis da Paolo VI nel luglio 1976.
Da allora continuo' ad ordinare sacerdoti e NON FU SCOMUNICATO NE' DA PAOLO VI NE' DA GIOVANNI PAOLO II.
La scomunica scatto' automaticamente solo nel 1988 quando Mons. Lefebvre consacro' quattro vescovi.
Come si vede non e' la prima volta che cio' avviene e dal 1976 al 1988 il Papa non era Benedetto XVI.
R.

Anonimo ha detto...

Ma se il curiale meno pro-scomunica , negli anni '80 era proprio...Joseph Ratzinger!

Ma se lo 'scisma' è andato avanti indisturbato senza scomuniche sotto Montini (1975-1978) , Luciani (1978) Wojtyla (1978-1988) , sinchè non ci sono state ordinazioni *episcopali senza mandato pontificio* !

Tredici anni di ordinazioni sacertotali illecite e di indisciplina sotto tre
pontefici (peraltro decisamente meno sensibili alle richieste dei tradizionalisti , rispetto a Benedetto) non sono stati puniti con scomuniche, e ora... i commentatori cattolico-liberali/-democratici (sic) vorrebbero imporre al Papa di aspettare la Fraternità al varco delle ordinazioni? Li sento.. stanno apprestando il rullo di tamburi in attesa dell'imposizione di mani episcopali su diaconi.. Ma quando il rullìo raggiungerà il culmine, e loro esclameranno "tah, dah!!", da Roma non giungerà nessuna saetta. Peraltro sarebbe scellerato ri-scomunicare Fellay fra qualche mese.. le conseguenza sarebbero catastrofiche, poichè ogni giorno che passa avviene un riassetto interno alla Chiesa, e provocare un nuovo strappo, indurrebbe lacerazioni di gran lunga superiori rispetto all '88.

Concludo dicendo che appare il colmo dell'ipocrisia e del ridicolo, per non dir di peggio, vedere gente che sino a qualche mese fa supplicava gli Anglicani di non dividersi/scomunicarsi a vicenda per via di ordinazioni di gay e donne, (o tutti e due) , e invece adesso invocano divisione e scomuniche (anzi: RI-scomuniche) addosso a vescovi che sono quanto di più vicino, in termini di successione apostolica e confessione di fede, a Roma.

Raffaella ha detto...

Grazie, Syriacus :-))
R.

A.R. ha detto...

Raffaella, attenta ad essere sicura che i preti e i diaconi lefebvriani non sono scomunicati. Il pontificio consiglio per l'interpretazione dei testi legislativi affermava che tutti coloro che aderiscono allo scisma lefebvriano erano scomunicati. Ora la scomunica ai vescovi è stata tolta, ma lo scisma non è sanato: chi come don Floriano Abrahamowicz volesse persistere nella divisione ostinatamente non può certo pensare di non cadere nella censura latae sententiae di quanti aderiscono ad uno scisma.
Comunque pare che Fellay abbia sospeso le ordinazioni presbiterali, facendo un gesto senza il quale si potrebbe dubitare davvero delle buone intenzioni di obbebdienza.

Raffaella ha detto...

Ma non si era detto che la scomunica e' personale e quindi riguardava solo i vescovi?
Questo e' un punto che mi piacerebbe chiarire.
R.

Anonimo ha detto...

"Il problema è se configuri una "nuove disobbedienza"

Non ci sarebbe nessuna nuova disobbedienza, se non ovviamente quello ormai più che ventennale della sospensione, perché con l'eventuale prossima ordinazione la FSSPX continuerebbe quell'attività ordinaria che ha portato avanti fin dalla fondazione anche dopo il 1988. Il fermare le ordinazioni di fatto non ha costituito mai, per la Santa Sede, una pietra d'inciampo nell'evoluzione del dialogo; tant'è vero che l'ordinazione di sette sacerdoti ucraini della Fraternità di San Giosafat è stata fatta da Mosignor Fellay il 7 ottobre 2008 e nessuno in Vaticano ha avuto nulla da obiettare, visto che il 21 gennaio u.s. sono state tolte le scomuniche.

Anonimo ha detto...

Aldilà delle questioni canoniche, risolvibili con la medicina della misericordia e la compliance dell'ubbidienza,
aldilà della problematica situazione delle ordinazioni anglicane, risolvibile solo con un colpo di genio teologico-liturgico,
c’è da fare una petizione particolare per Physikelly (chiunque sia e comunque siano altri suoi nickname),
per un posto di alta responsabilità in Vaticano; come minimo da vice-Lombardi.
Grazie e continua così.

A.R. ha detto...

Il Tribunale della Congregazione della Dottrina della Fede, il 16 dicembre 2007, ha confermato il verdetto del Tribunale dell'arcieparchia cattolica-orientale di Lviv riguardo padre Vasyl Kovpak che era stato accusato di "commettere il crimine di scisma e soggetto alla scomunica".
Questo prete è il superiore generale della Fraternità di San Giosafat, ramo orientale della FSSPX per la quale i nostri 4 vescovi lefebvriani hanno ordinato sacerdoti.
La scomunica di questo prete, non solo latae sentetiae, ma irrogata, non è stata tolta. In senso proprio, si dirà, non fa parte della FSSPX, è vero, ma ciò dimostra che il crimine di scisma non lo si commette solo ordinando dei vescovi illegittimamente, ma anche aderendo a posizioni in contrasto con la chiesa di Roma.

Anonimo ha detto...

Sì, ma l'ordinazione l'ha fatta Fellay.
Insomma, smettiamola di comportarci come novelli farisei, che ragionano - quando fa comodo- a colpi di diritto canonico. E poi, si sa che verso i cattolici orientali - sia gli uniati che quelli che orbitano intorno alla FSSPX - la Santa Sede ci va coi piedi di piombo, per l'eterna paura di inimicarsi i sempre critici ortodossi, che anche in questo caso hanno fatto gazzarra. Quello che si voleva mettere in risalto è il fatto che per Roma la questione non ha comunque inciso sul processo di riavvicinamento con la FSSPX. Mi sembra di averlo scritto in maniera chiara e comprensibile.
Così come è chiaro che non si può ribadire all'infinito, ogni volta, l'irregolarità di tutta la situazione dei "lefebvriani", partendo sempre da Adamo e Eva per spiegare i problemi del mondo. E' ovvio che sia così, è quello il dato di partenza. Sottolineare sempre l'irregolarità, ecc. ecc. è la strada sbagliata e anticonciliare (CVII), e Roma lo sa bene.
Come sottolinea anche un commento precedente, la via per dipanare tutto è solo l'azione della misericordia, al di là di ovvie situazioni irregolari, codici e leggi - che per altro, come sempre, agli estranei si applicano rigidamente, mentre per gli amici si interpretano, nevvero?
Via del buon senso e della misericordia che poi è scelta dall'unico che ovviamente ha dimostrato equilibrio e conoscenza vera di tutta la situazione. Devo fare il nome?

Anonimo ha detto...

Aggiungo al commento precedente, se verrà pubblicato, che questo voler essere più realisti del re - o più papisti del papa, se vogliamo - comincia a essere urtante. Tutti si sentono in dovere di dire al Papa come si deve fare il papa. Che non lo sapeva delle ordinazioni della Fraternità di San Giosafat? Di Lombardi ne basta uno.

Anonimo ha detto...

Perchè la terapia faccia davvero effetto, ribadisco che alla medicina della misericordia bisogna rispondere con la propria compliance: ergo, obbedire al Papa.

Anonimo ha detto...

"...obbedire al Papa."

Certo. Era implicito nel mio discorso